1. Leggo sulla “Provincia” che l'amministrazione comunale di Como ha intenzione di collocare l'info-point turistico della città sotto e dunque dentro il Broletto. Del progetto non si sa ancora nulla. In ogni modo, pre-giudizialmente, mi pare una scelta scellerata, che si aggiunge alle brutture a cui ci hanno abituato da un po' di tempo in qua gli amministratori comaschi.
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Il Broletto è già uno spazio architettonico ed urbanistico e chi dice che deve essere “riqualificato” (magari perché ci sostano persone spesso bisognose di aiuto) davvero hanno le idee poco chiare su cosa significhi “vita” e “città”. Senza contare che il Broletto dovrebbe tornare a svolgere un funzione pubblica e politica, cioè civile, in barba alla strane pretese del Vescovo. Inoltre è uno spazio dall'enorme, unico direi, valore storico e simbolico: proprio non si capisce come sia possibile concepire un info-point in quel punto, con tutti gli spazi urbani esistenti e strategici e da riqualificare.
Di città italiane ne ho visitate (non solo viste) a centinaia: ma la memoria non mi aiuta a trovare un precedente a tale progetto e quelli che mi vengono in mente sono veri e propri aborti.
La spesa prevista, infine, è notevole e pare che il Comune voglia chiedere soldi anche alla Regione. Spero davvero ritornino sui loro passi e che usino quei soldi in modo più utile e intelligente.
2. La scelta del Comune di fare ZTL in Piazza Roma ha vinto al TAR e me ne compiaccio: finalmente l'opportunità di ridisegnare una piazza. Spero, tuttavia, che il bando che si vuole promuovere, e che dopo la decisione del Tribunale non tarderà a venire, escluda di fare della Piazza, in parte, un parcheggio e un terminal per bus turistici, come proposto da qualcuno. Pare che l'assessore all'urbanistica punti a tutt'altro, appunto a ridisegnare l'intera Piazza: speriamo prevalga. Dubito, tuttavia, che l'idea di fare un bando costruito su linee guida pre-definite dalla politica sia una scomessa vincente.
3. Mi pare che qualche tempo fa l'assessore all'urbanistica abbia auspicato che i treni non fermassero più a Como S. Giovanni, “tanto ci sarebbe Chiasso (Svizzera)”: fatto sta che la Stazione S. Giovanni è l'approdo naturale del turismo e che aspetta solo una qualche buona idea e qualche investimento intelligente (compreso l'info-point turistico).
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Fu Carlo Cattaneo a spiegare “ai tecnici” (una categoria che non esiste, in verità: e sono però i più insidiosi, perché vendono scelte di valore come scelte obbligate) che il treno doveva arrivare in città, perché l'Italia era la Nazione delle città. E' solo con l'alta velocità che è stata ripresa l'idea degli ingegneri dell'Ottocento di non entrare nei centri (si veda il caso di Reggio Emilia), ma a Como di “alta velocità” non se ne vede nemmeno l'ombra. Proprio mentre l'industria automobilistica mostra tutta la sua obsolescenza, si è puntato sulla Pedemontana e sulle 3 corsie dell'autostrada per Milano, ora la più cara d'Italia; di servizio metropolitano nessuna parla.
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A coloro i quali ritengono la stazione “fuori mano” consiglio di fare, ogni tanto, qualche giro fuori città e, dopo, di studiarsela un poco meglio nelle sue peculiarità.
4. Per fortuna non si è realizzato il progetto di creare nell'area ex-Trevitex un ostello della gioventù: i giovani che viaggiano a “basso costo” non hanno mezzi propri e di solito utilizzano il treno, per cui la stazione e le sue vicinanze sono il luogo ideale per ospitarne le curiosità di viaggio ed una occasione di riqualificazione urbanistica. Ma di un progetto per il turismo “giovane” ancora non si sente parlare, nonostante il turismo (come si dichiara... in ogni angolo di città italiana... ) rischia di diventare la prima industria cittadina. Stai a vedere che il turismo sul quale si punta è solo quello “di lusso”.
5. Non è di molto tempo fa l'approvazione del progetto Comunale sull'area Trevitex: ne verrà fuori una piazza funzionale ad un supermercato, che a detta dell'assessore all'urbanistica ormai è diventato uno dei luoghi pubblici e di sociabilità più frequentati. C'è da augurarsi che il progetto della Piazza ex-Trevitex presentato dal Comune non sia un re-styling del progetto dell'Esselunga.
Purtroppo le voci critiche sono state fioche e certe loro difficoltà politiche, cavalcate dalle opposizioni ma rintuzzate dal partito più forte al governo (che però in cambio avrà chiesto l'unanimità sulla Trevitex), le hanno costrette alla resa.
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Certo la scelta del Comune ha una sua logica: quella di non lasciare l'ennesimo incompiuto e di non gettar via soldi, in un periodo di tremenda (per alcuni, non per tutti) scarsità di risorse. Rimane il fatto che la struttura di questi moderni supermercati è stata concepita, ed è funzionale, a contesti cittadini che sono ben diversi da quelli italiani (sono americani, dove le città vengono continuamente distrutte e ricostruite, mancando di un reale sostrato storico), così che costituiscono una vera e propria deturpazione del paesaggio (e gli esempi abbondano anche a Como), oltre che della vita sociale.
Fortuna che l'amministrazione ha voluto ristrutturare e riorganizzare (pare anche come sede di convivialità) il Mercato coperto di via Mentana: che ancora dovrebbe dettar legge per intelligenza di progettazione e per intento sociale ed economico.
6. E' stato approvato il provvedimento che apre lo spazio del centro storico alla “media distribuzione”, che non avrà più bisogno di avere un certo numero di parcheggi per svolgere la propria attività. Quale ne sarà l'impatto urbanistico e sociale è difficile da valutare, visti anche i tempi di magra; certo si è che la città storica assumerà sempre più l'aspetto di “supermercato a cielo aperto”. C'è solo da sperare che non accada come a Mendrisio, dove vengono organizzati i pullman da Malpensa.
La città aspetta ancora una politica di incentivi - e non di punizioni fiscali, come qualcuno ha pure sugerito, alla sinistra della maggioranza - che apra i tanti appartamenti sfitti e da ristrutturare a nuova cittadinanza.
7. Per i supermercati, a cielo chiuso o aperto, sono tempi grami, a dire il vero. Pare che gli 80 euro di Renzi (come prevedibile e previsto) non abbiano avuto alcun effetto, come alcun effetto importante hanno avuto i provvedimenti sul lavoro del Governo Letta. Per quanto sia positivo che Renzi e il PD abbiano cominciato a cambiare slogan, denunciando l'assurdità delle politiche recessive, i provvedimenti all'orizzonte non sembrano significativi, quanto solo un paravento necessario all'arroccamento oligarchico delle istituzioni, preludio, temo, a nuove politiche di austerità. Spero, sinceramente, di sbagliarmi e attendo il Governo alla prova dei fatti. In ogni modo, è molto importante che si stia diffondendo il comune sentire che l'austerità porterà al collasso il Paese. Ma è bene capire che anche l'euro è vicino al collasso.
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Per coloro che ancora pensano che l'euro sia stato un buon affare e che sostengono che una sua implosione sia non solo impossibile, ma disastrosa; e per coloro che ritengono ogni ragionamento pro-uscita dall'euro una chimera appannaggio di qualche estremista (fingendo di non capire che i veri estremisti sono i neo-liberisti anche di sinistra): consiglio di leggersi questo semplice e chiaro testo dell'economista ingelse Wynne Godley, di scuola keynesiana: la scuola di pensiero a cui dobbiamo la civiltà odierna fatta di servizi pubblici e di diritti estesi (lavoro, sanità, scuola). Nel testo tra l'altro è scritto: “il potere di emettere la propria moneta, attraverso la propria banca centrale, è ciò che principalmente definisce l’indipendenza di una nazione. Se un Paese rinuncia o perde questo potere, acquisisce lo status di un ente locale o colonia”. Cliccate qui per leggerlo.
7. Ma Como cosa c'entra con tutto ciò? L'assessore all'urbanistica si lamenta (sempre sulla ostile Provincia) che la burocrazia (ma sarebbe meglio dire: le procedure) impediscono investimenti urbanistici allogeni.
Possibile che industria edilizia e distrubuzione vivano a Como una fase di tutt'altro segno rispetto a quella nazionale, in gravissima crisi? I dati dicono l'esatto contrario; ma è anche vero che Como si sta trasformando sempre più in una città di frontiera: non solo comaschi, ma anche italiani di altre regioni vengono, per lavorare in Ticino-Svizzera, sempre più xenofoba ma vero polmone economico per Como. E' forse questo il dato più rilevante che concerne la città: un preludio ad una profonda trasformazione, in ogni campo.
8. Sul versante delle politiche fiscali e sociali, una città di frontiera dovrebbe avere un occhio di riguardo per il problema dell'evasione fiscale, senza affrontare il quale qualsivoglia ragionamento su fiscalità e welfare cittadino è puerile. Eppure la città tace: perché di certe cose, evidentemente, è bene non parlare.
9. Una nota positiva finale: l'orrenda Piazza Martinelli ha trovato, finalmente, un degno utilizzo: le iniziative della Casa della Musica, una bella iniziativa sorta da poco, che mi auguro possa crescere e che pare stia trovando il sostegno del Comune; sempre che l'assessore alla cultura non decida, una volta che l'iniziativa si sarà radicata, di sfrattarla, come accaduto per Parolaio.