Questa mattina l’Assessore alla Sanità Mario Mantovani ha risposto a un’interpellanza del Movimento 5 Stelle Lombardia sulla posizione giudiziaria del direttore Amministrativo dell’ASL di Como, Giancarlo Bortolotti già Direttore del Dipartimento tecnico Amministrativo dell’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, rinviato a giudizio a luglio per una vicenda di appalti del 2008.
L’indagine che ha portato agli arresti dominciliari di Bortolotti è la stessa che ha portato all’arresto, tra gli altri, dei vertici di Ferrovie Nord, Aler e Metropolitana Milanese tutti legati al mondo di Comunione Liberazione e Compagnia delle Opere. All’epoca dell’assunzione, nel 2012, Bortolotti era già indagato.
Per Dario Violi, consigliere del Movimento 5 Stelle Lombardia, ha chiesto all’Assessore Mantovani “Com’è possibile che una persone indagata per turbativa d’asta si occupi degli acquisti della ASL di Como? Perché la Giunta non ha preso provvedimenti? Il legame di Bortolotti alla rete di contatti di Comunione Liberazione ha, in qualche modo influito sulla sua designazione?”.
L’Assessore ha sostenuto che il contratto di Bortolotti è conforme con la legge e che è necessaria una condanna in primo grado, che al momento non c’è, per la decadenza dei requisiti che al momento non sussiste.
Il Consigliere Regionale di M5S Lombardia Dario Violi dichiara che: “E’ vero che la sospensione avviene dopo una condanna, ma è vero anche che quando si sceglie qualcuno che deve amministrare beni pubblici ci si può tutelare. La stessa ASL ha le mani legate. Bisogna agire in anticipo e chi è indagato per reati contro la pubblica amministrazione non deve occupare incarichi, peggio ancora se dirigenziali, nell’amministrazione pubblica”.