La ristorazione scolastica del comune di Como, un servizio erogato in forma diretta, costituisce indubbiamente un fiore all’occhiello dell’amministrazione cittadina.
La gestione interamente pubblica garantisce un controllo di qualità dei cibi, una continua interazione con le famiglie utenti e progetti di educazione alimentare che si ripetono annualmente.
Gli indicatori numerici sono importanti: 17 cucine per la preparazione dei pasti che servono 43 refettori presenti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie.
Il personale adibito sfiora le 110 unità e si cimenta nella elaborazione di una media che tocca i 4000 pasti giornalieri.
Nel corso degli anni il servizio ha visto importanti interventi di ammodernamento, con la costituzione delle cosiddette mini-linee ed un adeguamento continuo a livelli di controllo quali-quantitativi sempre più raffinati. Basti pensare, a tal proposito, alle diete speciali, all’utilizzo di prodotti biologici ed a chilometro zero, alle certificazioni prodotte secondo le normative europee.
Il combinato disposto della riforma Fornero e del reiterato blocco delle assunzione consiglia un’ulteriore operazione di razionalizzazione.
Da tempo le organizzazioni sindacali sono impegnate a sollecitare l’amministrazione ad intraprendere un percorso che metta in sicurezza servizio e personale.
Partiamo da due assunti che debbono essere alla base di qualsiasi scelta: la gestione diretta della ristorazione scolastica ed il mantenimento di livelli di qualità e compatibilità economica quali quelli attuali.
Inoltre, in termini temporali, qualsiasi scelta non può che essere operativa dall’anno scolastico 2019-2020.
Sono i tempi giusti per orientarsi con decisione sull’utilizzo della cucina dell’area ex ospedaliera di via Napoleona.
Un sito già predisposto per la preparazione di un numero ingente di pasti che, attraverso una sinergia tra ASST Lariana (proprietaria dell’area) e comune di Como potrebbe divenire il nuovo centro unico di cottura pubblica.
Quest’operazione, con un investimento contenuto, porterebbe ad un utilizzo razionale del personale ed aprirebbe a prospettive di ulteriore sviluppo del servizio.
Siamo infatti certi che ci sarebbero le potenzialità per coprire i pasti sia dei refettori attuali che della Cittadella della Salute, futuro polo socio-sanitario della città.
Chiediamo con forza che l’amministrazione tuteli l’immane lavoro sviluppato negli anni dalla responsabile, dall’apparato amministrativo e dalle operatrici delle mense comunali.
Chiediamo altresì che le due realtà pubbliche più importanti della città, ASST Lariana e comune di Como, lavorino insieme per tutelare un bene da consegnare alle
future generazioni.