Nella serata di lunedì 15 gennaio 2018 la maggioranza del Consiglio comunale di Como ha deciso di non aderire alla mozione presentata dai consiglieri Magatti, Lissi, Guarisco e Fanetti che esprimeva solidarietà con la rete Como senza frontiere per l’intimidazione messa in atto il 28 novembre scorso da parte di un squadra di Veneto fronte Skinheads. La mancata solidarietà della maggioranza di centrodestra, che in questi mesi di amministrazione cittadina ha mostrato in tutti modi di perseguire politiche persecutorie nei confronti delle persone più disagiate – migranti o native che siano – al centro dell’attenzione e dell’attività della rete Como senza frontiere, non ci stupisce. Ci preoccupa fortemente – altresì – e ancora di più dovrebbe preoccupare l’intera città che l’amministrazione cittadina non abbia sentito alcun bisogno di condannare l’attacco «ai principi di solidarietà, non violenza, antirazzismo e antifascismo» (come esplicitato nella mozione), principi che sono alla base non solo dell’azione delle numerose realtà che si sono coordinate nella rete Como senza frontiere, ma – più in generale e in modo dichiarato – della Costituzione italiana e dello stesso vivere civile. Evidentemente la maggioranza di centrodestra al governo della città di Como reputa questi valori di scarsa importanza. Persino il sindaco ha sentito la necessità di smarcarsi, con la sua astensione, da questo schiaffo agli ideali e alla legalità repubblicana; ma il suo gesto è troppo debole e troppo condiscendente. Al Consiglio comunale chiediamo di riparare all'oltraggio portato alle istituzioni repubblicane, condannando esplicitamente ogni squadrismo fascista e razzista. Alle forze democratiche che siedono in Consiglio chiediamo di operare fattivamente e di concerto con tutte le realtà cittadine (tra le quali, appunto, la rete Como senza frontiere) perché le posizioni e politiche dell’attuale amministrazione comunale volte a peggiorare il quadro sociale e la stessa coesione delle città siano contrastate. Alla cittadinanza chiediamo di moltiplicare gli sforzi per fare in modo che a Como prevalgano, al posto di modelli violenti e xenofobi, la solidarietà e l’intelligenza operativa che anche negli ultimi mesi si sono dimostrati vitali e condivisi.
Fabio Cani, portavoce Csf
--
Como Senza Frontiere
www.comosenzafrontiere.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.