“Adesso è una questione politica”. Lo dicono dal Pd Stefano Fanetti, Gabriele Guarisco, consiglieri comunali, e Tommaso Legnani, segretario cittadino, alla fine dell’ennesima nottata di freddo in cui diversi clochard comaschi, alcuni storici, hanno dormito all’aperto. “Basterebbe aprire l’atrio caldo della stazione di San Giovanni per permettere loro, in totale libertà, di usufruirne senza per forza rivolgersi a strutture che, evidentemente, sentono come strette – commentano i tre esponenti Pd –. Ma questo è il lato umano della vicenda, quello che la Lega, assessore e sindaco in testa, non sa trattare. Poi, c’è il dato politico: il centrodestra è spaccato su alcune questioni, da ultima quella di come si interviene nei confronti dei soggetti deboli”.
Per Fanetti, Guarisco e Legnani “è più che evidente, anche dalle dichiarazioni che rilasciano le varie anime della maggioranza, che non c’è proprio coesione su alcune scelte. Con il sindaco che addirittura invita stizzito ‘i benpensanti che appartengono a uno schieramento che dovrebbe sostenere la Giunta’ – parole sue – a schierarsi con le minoranze”.
Per il Pd, cioè, ci sono “situazioni in sospeso tra gli esponenti della Lega, quelli di Fdi, ma anche con Forza Italia, dove qualcuno pare abbia diversi sassolini nelle scarpe da togliersi e forse aspetta solo il 5 marzo per farlo”, aggiungono Fanetti, Guarisco e Legnani.
Altri casi eclatanti? “Su ComoAcqua c’è stato il teatro per diversi giorni. Su Acsm hanno votato un ordine del giorno in cui mettevano dei paletti precisi all’operazione perché non tutti erano allineati. Sull’ordinanza anticlochard in centro non ne parliamo: ancora oggi illustri esponenti delle passate giunte di centrodestra attaccano Landriscina e Locatelli parlando di ‘vergogna’. È evidente che c’è più di qualche mal di pancia nella coalizione che governa Como e chi ci rimette è solo la città con i suoi abitanti”, concludono Fanetti, Guarisco e Legnani.