La situazione dei giardini a lago, per quanto potuto constatare dai volontari che da tempo si occupano dei migranti che per vari motivi, pur avendo un diritto alla permanenza nel territorio italiano ed in particolare comasco, si trovano fuori da ogni percorso di accoglienza, non è certo da sottovalutare ma non può essere strumentalizzata in modo pericoloso al fine di elevare le tensioni sociali. Non a caso da tempo le associazioni, comprese le sottoscritte, hanno segnalato alle Istituzioni il pericolo di aumentare le situazioni di disagio nel caso in cui non si fossero predisposti presidi minimi di accoglienza per tutti i migranti che hanno tuttora in corso la domanda di richiesta di protezione internazionale, oltre ai molti che, pur avendo già ottenuto un esito favorevole, attendono con tempi troppo lunghi solo il rilascio del permesso di soggiorno e/o del titolo di viaggio dalla locale Questura.
Purtroppo, l’assenza totale di una gestione istituzionale di tutto ciò che attiene alla cosiddetta seconda accoglienza, per non parlare dei percorsi di integrazione post riconoscimento della protezione internazionale, determina situazioni degradanti dal punto di vista umano e di assenza di rispetto della dignità delle persone che finiscono per riversarsi sulla intera collettività.
Questa situazione lungi dal dover essere strumentalizzata, meriterebbe la massima attenzione da parte delle Istituzioni e l’apertura di un dialogo franco e chiaro con tutte le forze di volontariato che negli ultimi due anni hanno fornito un indubbio contributo reale e concreto alla gestione del fenomeno migratorio e che possono evidenziare elementi determinanti per programmare interventi di minima accoglienza volti a garantire dignità alle persone e quindi prevenzione di possibili tensioni sociali.
La presenza in città nella stessa giornata del Ministro dell’Interno dovrebbe rappresentare l’occasione per monitorare le inefficienze degli apparati ove sussistano e i percorsi virtuosi messi in atto dalla cittadinanza, dalle organizzazioni sociali e, nel caso di sinergie strategiche, anche da alcuni soggetti istituzionali, come è accaduto anche per la nostra esperienza con il Tribunale di Como.
Auspichiamo, pertanto, che tale intervento possa rivestire le caratteristiche proprie di un rappresentante delle più alte cariche dello Stato democratico, nel pieno rispetto dei principi di legalità.
Como lì 7 giugno 2018