Cominciamo da Como - Per la terza volta, mercoledì sera ci siamo trovati come annunciato fuori dal municipio per proseguire la nostra mobilitazione permanente fino alla definitiva risoluzione della condizione sociale legata alle persone senza fissa dimora. L’azione concreta da parte dell’amministrazione comunale si limita in proposito a interventi trisettimanali di sanificazione dei portici di San Francesco durante i giorni di mercato, che di fatto si traducono semplicemente nello smaltimento di coperte e materassi a disposizione di chi vi dimora. Solo la presenza sul posto del volontariato e della cittadinanza attiva impedisce che venga ogni volta rimosso l’occorrente per dormire insieme a effetti personali, indumenti e documenti. Nel frattempo, lunedì scorso l’assessora alle politiche sociali Angela Corengia ha ulteriormente posticipato di tre mesi l’apertura del dormitorio promesso lo scorso anno.
L’emergenza delle persone senza fissa dimora è strutturale, e ciclicamente esplode al termine del periodo invernale, mentre questa amministrazione, in carica dal 2017, non ha ancora dato seguito alla mozione trasversale del luglio 2019 che impegna la giunta alla realizzazione di un dormitorio permanente.
Non risultano pertanto credibili giustificazioni di questi ritardi sulla base di complicazioni tecniche.
Per questo motivo, mercoledì abbiamo chiesto alla giunta una prova concreta del proprio impegno ad affrontare in maniera risolutiva il problema, richiedendo l’estensione immediata degli orari di apertura dei bagni pubblici, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, presenti nel sottopassaggio di piazza Vittoria e in via Sirtori.
Si tratta di un provvedimento certamente non risolutivo, ma che proprio per la sua limitatezza risulta essere di facile e immediata realizzazione. Durante il presidio di mercoledì abbiamo pertanto chiesto al sindaco Landriscina di prendere pubblicamente l’impegno in tal senso, così da mostrare la volontà concreta di dare seguito alle richieste che la cittadinanza comasca avanza in modo sempre più condiviso, insistente e urgente.
Abbiamo purtroppo dovuto prendere atto della indisponibilità al dialogo con la cittadinanza da parte del sindaco, che non ha accettato di prendere parola né di impegnarsi pubblicamente. Il primo cittadino si è limitato a ricevere una delegazione in rappresentanza delle persone convenute al presidio, chiedendo la dimostrazione di un atteggiamento costruttivo attraverso la partecipazione a un incontro separato in data da destinarsi.
La richiesta di un percorso costruttivo verso la soluzione definitiva del problema è nella natura stessa della nostra mobilitazione permanente, e ogni presidio da noi indetto costituisce un’occasione di confronto che è il sindaco stesso a decidere di sprecare. Né l’apertura dei bagni né quella di un dormitorio, seppur indispensabili, sono da considerarsi la soluzione definitiva al problema. Servono bensì interventi differenziati che spazino dall’apertura di un centro a bassa soglia per le attività diurne a percorsi individuali per i singoli soggetti marginalizzati coinvolti nella vicenda.
Rifiutando il dialogo con la cittadinanza e mancando di dare seguito alla nostra richiesta di estensione dell’orario di apertura dei bagni pubblici, il sindaco ha dimostrato che è la giunta, e non la cittadinanza attiva, a precludere ogni percorso condiviso; per questo motivo rifiutiamo fermamente la vaga proposta del sindaco a collaborare con alcune persone ad un tavolo di discussione finché non avrà dato prova concreta della sua volontà di agire rispetto alla gravissima situazione delle persone senza fissa dimora.
Quindi, perché le vaghe occasioni di incontro proposte dal sindaco non costituiscano solo un ulteriore temporeggiamento, ribadiamo la nostra posizione, che rimane immutata: estensione immediata dell’orario di apertura dei bagni pubblici, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, presenti nel sottopassaggio di piazza Vittoria e in via Sirtori.
Cominciamo da Como