Cominciamo da Como - Giovedì 16 luglio, durante l'ormai consueta "sanificazione" dei portici dell'ex chiesa di San Francesco, la polizia locale ha multato una delle persone che da settimane presenziano durante questi interventi per testimoniare ciò che accade e per evitare che vengano gettati via i beni delle persone senza fissa dimora. La contravvenzione si basa sul nuovo regolamento di polizia urbana, e risponde all'art. 6 comma 1 punto C, il quale prevede che "Nei parchi, nei giardini e nelle aree verdi pubbliche, lungo i corsi d’acqua e nel lago è vietato calpestare le parti erbose, entrare nelle aiuole, nei recinti ed in qualunque altra parte non destinata a pubblico passaggio, ove tali divieti siano espressamente segnalati". Inutile dire che nel fazzoletto di prato davanti ai portici di San Francesco non c'è nessun cartello.
Reputiamo che questo sia un gesto intimidatorio e repressivo volto a dissuaderci dal presentarci nuovamente durante questi interventi trisettimanali; invece, la risposta che chi cerca di ostacolare la nostra azione di supporto alle persone marginalizzate riceverà deve essere diversa: presentiamoci in tanti.
Appuntamento sabato 18 luglio alle ore 8.30 davanti ai portici dell'ex chiesa di San Francesco per mandare un messaggio forte e chiaro all'amministrazione comunale: la lotta per i diritti non si multa e non si arresta!
Lunedì 13 luglio il consigliere di Fratelli d’Italia Sergio De Santis ha preso parola durante il consiglio comunale per chiedere al Sindaco e alla Giunta di prendere provvedimenti urgenti contro “le situazioni di disagio e degrado” che vivono alcune zone della città a causa della presenza di persone che si trovano costrette a dormire per strada.
De Santis ha esordito ascrivendo la responsabilità di queste difficili situazioni alle scelte politiche dei governi di centrosinistra, sostenendo invece che l’Amministrazione comunale in carica e quella precedente non hanno particolari colpe, nonostante abbia ammesso che le risposte date fino a oggi non siano state sufficienti.
Al vergognoso scaricabarile ha fatto seguito l’ipocrita dichiarazione di un impegno di Fratelli d’Italia nell’ambito del recupero della marginalità, motivata esclusivamente con l’approvazione della mozione per l’istituzione di un dormitorio in città avvenuta il 25 luglio 2019 in consiglio comunale.
Come noto, si tratta di una mozione trasversale, non vincolante per la Giunta, sensibilmente peggiorata dagli emendamenti proposti da Fratelli d’Italia che hanno fissato numerosi paletti e vincoli per l’accesso all’ipotetica struttura. Ad oggi infatti, nonostante la mozione, non sembra affatto ci sia una reale volontà politica nella maggioranza di aprire un dormitorio a Como.
Dopo queste discutibili premesse De Santis ha dichiarato di voler andare incontro alle richieste “delle autorità”, dei commercianti e di voler rappresentare gli elettori di centrodestra. La strategia del pugno di ferro che la destra comasca ritiene indispensabile, stando alle sue dichiarazioni, potrebbe avvalersi di alcuni strumenti legislativi.
In primo luogo De Santis ha chiesto di sviluppare le premesse contenute in una mozione presentata nel 2017 dal centrodestra in consiglio comunale, con cui si chiedeva la formulazione dello status giuridico di “città di frontiera”. L’adozione di questa formula permetterebbe il potenziamento di alcuni strumenti a disposizione dell’amministrazione locale per la gestione della sicurezza: in buona sostanza si tratta della possibilità di militarizzare il territorio (lo stesso De Santis nel 2017 dichiarava: “si propone al sindaco di dialogare col Ministero dell’Interno, che può intervenire, ad esempio, con i contingenti dell’esercito in strada, con rinforzi alla polizia, con il miglioramento delle dotazioni o con il potenziamento degli organici”).
Nel suo intervento il consigliere ha poi chiesto un’applicazione integrale del nuovo Regolamento di Polizia urbana in vigore dal 4 novembre 2019. Nel Regolamento (articolo 10 e allegato A) sono state individuate alcune “aree urbane assoggettate a regime di particolare tutela della sicurezza e del decoro”, nelle quali è in vigore una lunga serie di divieti, tra cui il divieto di stazionamento e di occupazione degli spazi. De Santis auspica l’utilizzo del “Daspo urbano”, strumento istituito con il decreto Minniti del 2017, che prevede l’allontanamento dalla città dei “trasgressori” anche per periodi di 12 mesi e la possibilità dell’arresto in caso di recidiva.
In buona sostanza, la strategia che la destra comasca vuole perseguire è quella di un allontanamento forzato di tutti coloro che stazionano in alcune aree centrali o di pregio della città per tutelarne il decoro, arrivando a punire con misure drastiche persone che si trovano in condizioni di grossa difficoltà. Si vuole spostare dal centro storico e dalle aree limitrofe frequentate dai turisti quello che viene percepito come un problema puramente estetico, nascondendo la polvere sotto il tappeto. Nonostante le dichiarazioni ipocrite, è evidente l’intenzione di mettere in secondo piano l’impegno a garantire supporto e percorsi di inclusione per coloro che vivono situazioni difficili.
È ormai chiaro che la quasi totalità della popolazione comasca percepisca la necessità di trovare urgentemente soluzioni concrete per problemi che si manifestano da anni. Riteniamo però inaccettabile questa tipologia di proposte e chiediamo con forza che venga rispettata la dignità delle persone che vivono in condizioni di grave marginalità e che il Comune di Como si attivi per garantire i diritti fondamentali delle persone che vivono nel suo territorio.