--- 9 agosto ---
BASTA COMBUSTIBILI FOSSILI!
CONVERTIAMO LE NOSTRE ECONOMIE!
Una lunga scia di petrolio, nera come la pece, si allunga nelle acque cristalline delle isole Mauritius. Minacciando, ora dopo ora, il prezioso ecosistema che vive in fondo al mare. La petroliera che il 25 luglio scorso si è incagliata nel sud-est del Paese africano ora perde greggio. “Siamo in una situazione di crisi ambientale“, ha ammesso il ministro dell’Ambiente Kavy Ramano. “È la prima volta che affrontiamo una catastrofe di questo tipo e siamo equipaggiati in maniera insufficiente per gestire il problema”, ha avvertito il collega alla Pesca, Sudheer Maudhoo, appellandosi alla comunità internazionale.
A bordo della nave restano 200 tonnellate di diesel e 3.800 di carburante. L’incidente è avvenuto a Pointe d’Esny, inserito fra le zone umide di importanza internazionale tutelate dalla Convenzione di Ramsar, e nei pressi del parco marino di Blue Bay. Il governo delle Mauritius ha fatto sapere che nei giorni scorsi gli sforzi per stabilizzare la petroliera sono falliti a causa del mare grosso, così come quelli per aspirare petrolio. Gli ambientalisti ora temono che la nave possa spezzarsi, accrescendo le fuoriuscite e innescando una catastrofe per la costa dell’isola, magnete turistico fra l’altro grazie alle sua barriere coralline e resort di alto livello.
--- 9 agosto ---
PECCATO CHE I TRENI NON SIANO AUTOMOBILI!
Articolo di Legambiente Cantù
Circa una settimana fa, é apparsa su vari quotidiani, la notizia che Ferrovie Nord Milano S.p.A. ha reso nota la deliberazione giunta della Regione Lombardia che accetta la proposta presentata dalla stessa società relativa all’acquisto da parte di FNM dell’intera partecipazione detenuta da Regione Lombardia in Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A.
Rimarchiamo che la proposta di FNM, che riconosce un Equity Value pari a 519,2 milioni di Euro per l’82,4% del capitale sociale di MISE e un prezzo per azione di Euro 3,5 Euro, è condizionata al fatto che Regione Lombardia assuma un impegno irrevocabile a sottoscrivere un aumento di capitale di Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A. (“APL”) pari sempre a 519,2 milioni di euro.
Capite bene che visto che Regione Lombardia detiene il 57,57% di FNM (il restante è di Trenitalia) dire che la Regione accetta la proposta di acquisto di FNM è un po’ come guardarsi allo specchio e darsi ragione!
Questa "strana" operazione finanziaria porta alla ricapitalizzazione di una società oramai al collasso (Pedemontana) e nasconde ancora una volta il fallimento di una strategia politica regionale dei trasporti.
Politica dei trasporti che sinora ha visto come unico risultato il danno ambientale e il peggioramento della qualità della vita di cittadini e pendolari.
Nel mentre, la visione politica del trio: Turba (LN), Fermi (FI) e Orsenigo (PD) rimane quella di andare avanti con nuove colate di asfalto. Avanti con il completamento di pedemontana , avanti con il secondo lotto della tangenziale di Como e, tanto per non farci mancare nulla, qualcosina anche a Mariano e Cantù.
Va bene che questa volta si asfalta, ma, e sembra una battuta, ci dicono in modo “sostenibile”.
Ma non vi sembra strano che tutto questo strombazzare di necessità di nuove strade si accompagni alla costante diminuzione di servizi ferroviari, alla mancanza di investimenti sul trasporto su ferro e sull’intermodalità e ad un impegno di Ferrovie Nord Milano che invece di occuparsi di treni va a fare il gestore autostradale?
... E’ ovvio che se voglio far rendere le autostrade devo togliere traffico alle ferrovie...
--- 10 agosto ---
QUANTA PLASTICA CI SARÀ NEGLI OCEANI NEL 2040?
A tracciare lo scenario è una ricerca pubblicata sulla rivista "Science" negli giorni scorsi. Fra i contributi, quello di Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste e professore alla Scuola Agraria del Parco di Monza.
La quantità di plastica che finisce negli oceani potrebbe triplicare entro il 2040, raggiungendo un peso complessivo di 600 milioni di tonnellate. Un’impennata alla quale sta contribuendo anche l’emergenza Covid-19, durante la quale il consumo di plastica monouso è aumentato sensibilmente.
Sulla base di una simulazione, la ricerca indica che, se non saranno intraprese quanto prima azioni volte a ridurre la produzione e il consumo di plastica, nei prossimi 20 anni la quantità di questa sostanza inquinante è destinata ad aumentare da 11 milioni a 29 milioni di tonnellate: l’equivalente di circa 50 chilogrammi di plastica per ogni metro di costa in tutto il mondo.
Secondo la simulazione, gli impegni presi da governi e industria potranno contribuire a ridurre di appena il 7% entro il 2040 la quantità di plastica che raggiunge gli oceani.
Il principale messaggio dello studio è che non solo il "business as usual" prefigura scenari catastrofici (facendo aumentare la dispersione di plastica nei mari e negli oceani dagli attuali 8 milioni di tonnellate/anno a circa 30 milioni di tonnellate nel 2040) ma anche gli "impegni volontari" che recentemente sono stati definiti da alcuni grandi produttori ed utilizzatori di plastica (in genere impostati sull'aumento delle capacità di riciclo, e sull'impiego di quote crescenti di polimeri riciclati), danno una risposta del tutto marginale ed insoddisfacente al problema, riducendolo per una percentuale che oscilla appena tra il 3 ed il 6%.
Per evitare tale massiccio accumulo di plastica nell'ambiente, è dunque necessaria ed urgente un'azione coordinata globale per ridurre il consumo di plastica, aumentare i tassi di riutilizzo, raccolta e riciclo, espandere e consolidare i sistemi di gestione dei rifiuti nelle aree non ancora coperte da servizi di tale tipo, valorizzare il ruolo del settore informale.
Ma soprattutto, sono necessarie politiche e pratiche più aggressive che affrontino il problema alla radice, lavorando soprattutto sui livelli più elevati della gerarchia delle azioni: la riduzione, la durevolezza, il riuso, la minimizzazione del monouso.
--- 14 agosto ---
Eliminare la stazione Nord di Como Lago? Un'idea pessima
Desideriamo intervenire nel dibattito sorto nei giorni scorsi, dopo l'annuncio del sindaco di Como Landriscina relativo all'allungamento dei tempi di attesa ai passaggi a livello cittadini, affermando di ritenere che l'eliminazione della stazione Nord di Como Lago prospettata nelle "visioni" dell'imprenditore Viganò, della gallerista Lietti e dell'esponente di Forza Italia Bernasconi sia una pessima idea.
Perché, posto che nella disordinata viabilità cittadina sussista un elemento di troppo, questo a nostro avviso non è certo la fermata a lago di Trenord, ma semmai il traffico veicolare privato, che come già accade in numerose altre città europee dovrebbe essere parzialmente espulso dal centro cittadino e non incentivato a soffocarlo. Se invece dovessimo prendere seriamente la proposta di far terminare la tratta ferroviaria a Borghi, non potremmo che giudicarla una follia, per l'ampia utenza (anche turistica) che rimarrebbe esclusa da un trasporto pubblico già esistente nonché gli elevati costi delle infrastrutture proposte.
La soluzione relativa al problema delle "lunghe attese" è secondo noi antipodica. E consiste, semmai, nel chiudere al traffico veicolare almeno viale Lecco e i lungolago Trento e Trieste. Una soluzione praticamente a costo zero, che non necessita di costose infrastrutture e che libera dalla morsa velenosa dell'inquinamento almeno l'intera zona a lago della città.
Con il denaro risparmiato e un pizzico di lungimiranza si potrebbe successivamente pensare alla realizzazione di una linea metrotranviaria tra la stazione di Como Lago e quella di S. Giovanni, facilmente realizzabile grazie alla precedente chiusura al traffico del lungolago. E magari anche un raddoppio della linea ferroviaria sulla tratta liberata dai veicoli come primo passo concreto della realizzazione della mitica "metropolitana leggera", di cui a Como si favoleggia da decenni ma che nessuno ha mai avuto la volontà politica di realizzare.
Ci auguriamo che, in futuro, chi dice di avere a cuore il futuro di questa città avanzi proposte più rispettose delle sue radici storico-culturali, la sua complessa realtà orogeografica e il suo delicato equilibrio ecologico.