Cominciamo da Como - Il presidio che abbiamo indetto per la serata di ieri davanti al Comune di Como contro l’installazione delle grate a San Francesco ha registrato una grande e sentita partecipazione, ma l’amministrazione cittadina, verso cui la nostra protesta era rivolta, non ha fornito una risposta adeguata. Dopo aver scelto di entrare da un ingresso laterale per sfuggire al confronto con la cittadinanza, più esponenti della maggioranza hanno preso parola in consiglio comunale senza rispondere in merito alla questione che veniva sollevata fuori dal Comune, ossia quella dell’inadeguatezza delle misure che vengono proposte in seno alla stessa maggioranza.
Il sindaco Landriscina, in particolare, ha evitato anche in questa occasione di esprimersi sulla mozione che doveva essere discussa ieri e che prevedeva l’installazione di grate a S. Francesco. Il sindaco ha preferito invece concentrarsi esclusivamente sull’episodio che ha riguardato personalmente l’assessora alle politiche sociali Angela Corengia e che nella giornata di ieri ha finalmente posto l’operato di questa giunta in materia al centro di un dibattito pubblico, sottraendolo all’impunità di cui finora aveva goduto.
Pur dimostrando di non conoscere minimamente i termini dell’episodio, il sindaco Landriscina ha difeso l’assessora da lui stesso nominata, dichiarando la propria soddisfazione nell’avere “assessori che vadano sul campo e parlino con le persone”. Come avevamo già fatto notare ieri, invece, il compito di chi amministra una città con delega alle politiche sociali non è quello di “andare sul campo” per sostituirsi al volontariato, alla pubblica sicurezza, o ai servizi di igiene urbana. Specialmente se nel fare ciò si agisce nel modo violento, paternalistico e inopportuno che abbiamo documentato.
Il compito dell’ass. Corengia, lo ripetiamo, è quello di lavorare al varo di politiche sociali adeguate alle esigenze cittadine, il che include tra le priorità la soluzione della sempre più grave situazione in cui versano le persone senza fissa dimora a Como. Il fatto che il sindaco continui ad evitare di affrontare la questione in questi termini, preferendo strumentalizzare il dibattito in una difesa personale dell’ass. Corengia, dimostra che la giunta da lui presieduta non è in grado di fornire le risposte politiche di cui la città ha bisogno.
Il fatto stesso che il voto sulla mozione riguardante le grate non si sia svolto come invece era previsto deve essere letto alla luce della fragilità di questa maggioranza, in equilibrio tra posizioni diverse in materia di politiche sociali e per questo incapace di elaborare una strategia di azione che vada nell’interesse della cittadinanza e non sia semplicemente un cedimento all’una o all’altra presa di posizione partitica.
Chi vive in questa città deve infatti sottostare da fin troppo tempo agli equilibrismi di un’amministrazione che dapprima riconosce la necessità di una soluzione abitativa e di strutture adeguate per l’accoglienza delle persone senza fissa dimora, approvando una mozione con maggioranza trasversale, e poi non può darvi seguito perché ricattata al suo interno dalle forze contrarie.
Che questa sia la situazione non è una nostra fantasiosa valutazione. È quanto ha dichiarato ieri in consiglio lo stesso sindaco nel momento in cui ha ammesso candidamente che “se investissimo soldi in questa cosa [cioè il dormitorio permanente], qualcuno in questa sala farebbe un esposto alla Corte dei Conti”. Le discutibili e strumentali modifiche volute da Fratelli d’Italia alla mozione sul dormitorio limiterebbero infatti le possibilità di accesso alla struttura e, secondo quanto dichiarato dallo stesso sindaco, la renderebbero inadatta come soluzione alla grave marginalità cittadina.
Tra le righe, ma candidamente, il sindaco Landriscina ha quindi ammesso finalmente la sua ricattabilità. Di fronte a questo scandalo di pessima politica, la città di Como non può consentire a chi la amministra di lavarsi pilatescamente le mani di fronte alle urgenze cittadine e rinunciare alla sua soluzione.
Il sindaco Landriscina è chiamato a rispondere personalmente dell’operato di questa giunta, che grazie alle sue scelte irresponsabili ha dimostrato di non saper rispondere alle esigenze della città ma solo a quella di salvare qualche poltrona in vista delle prossime scadenze elettorali. Chiediamo quindi le sue dimissioni immediate come atto di responsabilità nei confronti della cittadinanza che lo ha eletto.