Ri-cominciamo da Como - Ci “sorprendono” quegli episodi neonazisti e neofasciti che accadono nel comasco e non solo; ci sorprendiamo e accusiamo questi avvenimenti attraverso piccole o grandi denunce, soprattutto mediatiche, per poi ritornare alla vita di tutti i giorni. (https://comozero.it/
Perché nel 2021 esistono ancora ambienti e contesti in cui un pensiero neonazista o neofascista trova terreno fertile in cui affermare la propria tesi ed esportarla a modus vivendi.
Infatti, come era già stato fatto notare da Pier Paolo Pasolini nel…, ci troviamo dopo la seconda guerra mondiale (iniziata e portata avanti sotto la bandiera della “razza superiore”) in un sistema basato proprio sul concetto di razza/specie superiore che attraverso la sua maestosità domina il mondo: concetto che ben si manifesta nei vari –ismi che affliggono le nostre società: razzismo, sessismo, specismo e altre oppressioni che vengono quotidianamente sostenute e alimentate proprio da questa presunta superiorità di qualcuno (tipicamente un uomo bianco, eterosessuale, meglio se di una classe sociale borghese) su qualcun altro (le donne, le persone disabili, le persone non bianche, le persone anziane, gli animali non umani, la natura stessa).
Il discorso sulla questione delle gerarchie sociali è ampio e complesso e si possono fare numerosi esempi a riguardo, ma in questo caso vorremmo metterne in luce uno in particolare. In data 13 febbraio 2021 il prefetto e la provincia di Como hanno dato il via a catture e abbattimenti, anche tramite l’aiuto di persone volontarie, per sopprimere un numero indefinito di cinghiali rei di essersi avvicinati ai centri abitati in cerca di cibo o di essersi fatti cogliere in flagrante mentre vagavano per i boschi. La questione cinghiali è sulla bocca di tutti da anni ormai in Italia, e nonostante Como sia stata la provincia lombarda con più abbattimenti durante il 2019 e il 2020 (alla faccia del lockdown, i cacciatori hanno continuato a “lavorare”) (https://www.espansionetv.it/
Come si spiega questo fenomeno? Perché a fronte di un numero altissimo di abbattimenti si riscontra una massiccia presenza di cinghiali e quindi di danni? Semplicemente, perché la pressione venatoria non fa che incrementare il numero delle nascite di questi animali, come ben dimostra, per esempio, la ricerca di Andrea Mazzatenta, docente della Facoltà di medicina veterinaria all’Università di Teramo (https://www.
A chi giova quindi l’”emergenza cinghiali”? Chi guadagna dal fatto che il sovrappopolamento di questi animali non sia realmente contenuto ma anzi incrementato?
Se si vuole parlare di sicurezza pubblica sarebbe onesto fare riferimento alle decine di persone che ogni anno vengono ferite o uccise da cacciatori (https://www.
Esistono, inoltre, rapporti dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) in cui vengono spiegate le reali cause dell’incremento delle popolazioni di cinghiali nelle zone boschive.
La soluzione proposta da prefetto e Polizia Provinciale, comunque, è frutto di un ragionamento perfettamente coerente con una società che non ha mai davvero fatto i conti con il suo passato coloniale: di fronte al diverso, impugnare le armi e uccidere. Tutto questo, come in passato, in favore di una presunta superiorità di qualcuno su qualcun altro (in questo caso umano su non umano) e di un dominio su qualcosa e qualcuno che non ci appartiene e mai ci apparterrà.
Alla luce di questo ragionamento potremmo quindi provare a sostituire il termine “specie umana” con “razza ariana” e “ungulati” con “ebrei/ebree, neri/nere, disabili, rom, omosessuali, lesbiche, ecc…”
<<Tutto questo in favore di una presunta superiorità di qualcuno su qualcun altro (in questo caso umano di razza ariana su ebrei/ebree, neri/nere, disabili, rom, omosessuali, lesbiche, ecc…) e di un dominio su qualcosa e qualcuno che non ci appartiene e mai ci apparterrà.>>
La legge 157/92 all’articolo 19 recita: “il controllo” della popolazione di animali selvatici “viene praticato, di norma, mediate l’utilizzo di metodi ecologici […] Qualora l’istituto [Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica] verifichi l’inefficacia di predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento”.
Non risulta che a Como siano stati messi in atto metodi ecologici (come ad esempio le recinzioni elettrificate). Su quali basi allora il prefetto di Como e la Polizia Provinciale decidono, scavalcando Istituto nazionale per la fauna selvatica, la regione e la stessa legge, che è arrivato il momento di abbattere intere popolazioni di cinghiali in nome del presunto e discutibile raggiungimento di una condizione di sicurezza pubblica?
La questione della convivenza con le altre specie va trattata da un punto di vista politico, e la politica ha la responsabilità di trovare soluzioni efficaci in base alle informazioni di cui dispone e alle necessità e ai bisogni di chi da queste sue soluzioni dipenderà. Anche volendo escludere gli animali non umani e la natura da questo gruppo di diretti interessati, non si può continuare a mentire sostenendo che la caccia sia la soluzione al sovrappopolamento dei cinghiali, dal momento che è stato scientificamente dimostrato che ne è invece la causa. Non si può continuare a fare gli interessi di un ridotto numero di persone, i cacciatori, che dettano legge su quanto concerne i boschi e gli animali selvatici quando, seppur spacciandosi per protettori e difensori degli stessi, non fanno che sostenere una gerarchia che vede l’umano al di sopra di ogni altro essere vivente e che è quindi autorizzato a fare ciò che vuole a chi gli pare. Se i cinghiali rappresentano realmente un problema di sicurezza pubblica ciò che serve è una reale proposta risolutiva, non un palliativo che sarà solo fumo negli occhi.
Il prefetto di Como rivaluti la propria dubbia posizione e agisca nei termini di legge; le gabbie atte alle catture e ai successivi abbattimenti dei cinghiali catturati vengano rimosse e vengano quindi valutate soluzioni alternative ed ecologiche allo sterminio di animali selvatici che hanno la sola colpa di comportarsi come tali e di dover fare i conti ogni giorno con esseri umani che invadono i loro spazi.