"Vogliamo:
-un'architettura urbana adatta a tuttə e che prevenga stupri e molestie. Perché siamo stancə di non sentirci al sicuro per strada, nei negozi, nei bar, nelle scuole, nei bagni e nelle nostre case.
-centri antiviolenza, una rete sanitaria di tutela e consultori, perché non possiamo continuare a subire violenze senza poter chiedere aiuto. Non possiamo continuare a ricorrere a cure rischiose perché non presə in considerazione. Non possiamo continuare a rivolgerci a centri o associazioni che ci considerano malatə psichiatricə o problematicə per chi siamo. Non possiamo continuare a convivere con pensieri o tentati suicidi per colpa di un sistema che ci vuole mortə.
-un’educazione transfemminista che ci rappresenti e ci consideri persone e non personaggi che stanno alle loro regole. Perché i saperi non sono solo maschili, cis, etero, occidentali, abili e capitalisti e anche noi ne facciamo parte. Perché la scuola deve educare, “condurre fuori”, da un sistema e un modello mentale per liberare la fluidità della propria persona e realizzarla, non più come un numero o una pedina. Perché la lotta parte dall’educazione alla comprensione, alla conoscenza di sé e dell’altrə, al rispetto e al consenso."
Le vittime che ogni giorno devono afforntare qualsiasi tipo di discriminazione, che sia di genere o di natura omobitransfobica, sono da ricordare tutti i giorni. Il 25 Novembre non basta, non serve se non come contentino. Noi non ci fermeremo e continueremo a lottare contro questa società che ogni giorno opprime, zittisce, uccide.
Lottiamo con i nostri corpi, chiamiamo all’insurrezione, all'occupazione e alla disubbidienza. Lottiamo contro le imposizioni di genere binario e tipico per produrre la nostra libertà. Lottiamo per una società fondata dal basso e orizzontalmente. Lottiamo per tuttə lə compagnə che non ci sono più, che verrano, per noi e per la rabbia transfemminista!
Como Pride