Nell’ultimo decennio Como ha conosciuto flussi migratori rilevanti e crescenti facendo salire a inizio 2012 la popolazione straniera residente a più del 13,8% di quella cittadina. Considerando che la media nazionale si attesta intorno al 7%, appare chiaro come la nostra città sia chiamata ad affrontare con intelligenza un mutamento epocale della propria identità sia dal punto sociale non meno che da quello culturale.
E’ anche per questo motivo che AMO LA MIA CITTA’ (AMC) sin dalla sua pur recente costituzione ha lavorato a stretto contatto con alcune fra le più attive comunità immigrate nella convinzione che il percorso da seguire per una migliore e
fruttuosa convivenza fra vecchi e nuovi cittadini debba consistere in una forte e partecipe cultura del confronto. Siamo infatti certi che solo attraverso un dialogo paritario e aperto, senza diffidenza da un lato né paternalismi dall’altro, si potranno individuare le modalità e i percorsi più adatti a valorizzare le capacità economiche e il patrimonio culturale dei cittadini stranieri (e non). Solo coinvolgendo appieno le varie culture presenti nel nostro territorio avremo la possibilità di trovare le vie più efficaci per un solido e maturo sviluppo sociale e culturale della città. Solo riuscendo a radicare nel territorio tale approccio, la nostra città consentirà da una lato ai nuovi cittadini di sviluppare appieno le proprie potenzialità e dall’altro ai comaschi d’origine di ottenere il massimo beneficio dal cambiamento in atto, sapendolo cogliere e valutarlo anche come fattore di ricchezza sia economica che culturale. Ma per far ciò è necessario evitare gli stereotipi e combattere i pregiudizi che ingombrano il campo sia nelle comunità autoctone che in quelle immigrate. Non è un discorso di matrice “buonista” il nostro, tutto al contrario, ma di sano realismo. Si tratta semplicemente di prendere atto dei mutamenti che la mobilità globale, non solo delle merci ma inevitabilmente anche delle persone, sta imponendo a noi e alla nostra Storia. E di agire con responsabilità e un minimo di visione. In dieci anni il peso delle aziende di operatori stranieri sul totale delle imprese è passato dal 2 al 9% e il numero delle attività si è più che quintuplicato a dispetto di una contrazione tendenziale generale del 3%. Nel 2009 gli stranieri hanno prodotto più del 12% dell’intera ricchezza del nostro Paese e con più di 85mila aziende la Lombardia è la regione che presenta il maggior numero di realtà imprenditoriali condotte da stranieri (il 19% del totale). Ciononostante l’immigrazione continua a essere percepita quasi esclusivamente come un problema emergenziale e di ordine pubblico. L’immigrato continua ad essere considerato come un corpo estraneo e quasi mai come una possibile risorsa. Mai come parte della soluzione, mai come valore aggiunto per il Paese. Esempio importante delle potenzialità della presenza straniera nelle dinamiche economiche nel nostro territorio è la recente iniziativa intrapresa dalla comunità angolana di Como che con l’attivo coinvolgimento del Comune ha portato in tempi strettissimi all’intesa fra la delegazione dello Stato dell’Angola per EXPO 2015 e ComoNext, mostrando molto efficacemente le capacità delle comunità straniere di portare sviluppo nel territorio di elezione. Riconoscendo il grande rilievo che la presenza straniera ricopre nelle prospettive di sviluppo economico, sociale e culturale della città, AMC ha lavorato in questi mesi a una serie di proposte: Nel febbraio scorso AMC ha condiviso con la maggioranza comunale la richiesta di accordare la cittadinanza simbolica ai minori stranieri residenti a Como. Dopo attento vaglio, la proposta è stata ripresentata nel maggio 2013. In varie forme, la concessione della cittadinanza simbolica è una azione che numerose città italiane (anche molto vicine a Como come Cantù e Milano) stanno conducendo. Tali iniziative sono sostenute con convinzione dallo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In piena sintonia con il pensiero e le parole del Capo dello Stato, AMC sostiene che l’attribuzione della cittadinanza simbolica, pur senza alcun valore giuridico, rappresenti “un prezioso contributo per un’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica” capace di “riconoscere le seconde generazioni come parte integrante della nostra società”. Contestualmente alla proposta sulla cittadinanza simbolica, AMC ha sollecitato i membri del Consiglio comunale ad inserire Como nell’iniziativa “18 anni in Comune” promossa dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). Pur risultando un progetto a costi assai limitati per il Comune, l’iniziativa può potenzialmente significare moltissimo per le seconde generazioni, mirando a informare in modo tempestivo i minori nati in Italia da genitori stranieri sulle modalità di acquisizione della cittadinanza. A proposito, si veda la documentazione preparata dall’ANCI AMC è impegnata perché il Comune individui un luogo di incontro intercomunitario e cittadino, fisso e a costi contenuti, dove le comunità straniere possano riunirsi e condividere informazioni riguardo ai problemi legati all’accoglienza, alle pratiche burocratiche, alla sensibilizzazione, ecc. AMC considera fondamentale che il Comune faccia il possibile per sostenere le proposte di iniziativa immigrata volte a realizzare occasioni “di sviluppo culturale della società comasca nel suo insieme, per vincere l’esclusione, il disagio e l’incomprensione fra vecchi e nuovi cittadini. Dibattiti, serate tematiche, concerti consentiranno di integrare gli apporti di ciascuna comunità e delle istituzioni culturali in una concreta occasione di apertura e di arricchimento reciproco” (Cit. Programma elettorale delle forze partitiche e civiche che sostengono l’attuale maggioranza comunale). In prospettiva, AMC mira alla costituzione a Como di un Centro interculturale sul modello di “Mondinsieme” di Reggio Emilia (www.mondinsieme.org) che opera sui processi culturali dell’integrazione, lavorando con italiani e stranieri per favorire la coesione e la partecipazione sociale. L’intento è fare dell’interazione fra nuovi e vecchi cittadini un processo partecipato al fine di valorizzare l’impegno delle associazioni straniere e, soprattutto, dei giovani, a partire dalle seconde generazioni e dagli studenti delle scuole superiori di secondo grado. Azioni di tale Centro interculturale dovranno essere la sensibilizzazione al pluralismo culturale e alla partecipazione attiva dei cittadini contro ogni forma di razzismo e discriminazione, attraverso progetti di dialogo, educazione e comunicazione interculturale. AMC è consapevole che si tratta di un obiettivo complesso da perseguire che necessita di un lungo lavoro e di una maggiore collaborazione fra e con le varie comunità straniere residenti. Cionondimeno, AMC è convinta di un principio che in molti tendono ancora a trascurare e cioè quello per cui è del tutto inutile (e in alcuni casi anche dannoso) “fare qualcosa” per gli stranieri senza la loro attiva partecipazione. AMC ritiene allora necessario continuare a lavorare per il raggiungimento di tutti questi obiettivi al fine di riconoscere il giusto valore ai nuovi cittadini, sviluppare il confronto e le relazioni interculturali, creare occasioni di formazione al rispetto e all’incontro delle diversità, ed elaborare risposte nuove a un mondo che è già cambiato. Massimiliano Mondelli Presidente di AMO LA MIA CITTA’