Mi accingo a scrivere la presente rivolta a tutte le forze sociali, politiche nonché al mondo delle istituzioni, a tutto il personale della sanità.
Per molti anni mi sono occupato di problematiche sociali, sia come volontario che come educatore, successivamente anche come counselor (la figura del
counsellor, opera sia in ambiti privati che pubblici, risponde a specifiche richieste di aiuto, o di semplice rielaborazione, adotta tecniche non invasive "centrate sul cliente" - Rogers - ).
Nonostante attualmente faccia il pensionato, attraverso passaparola o semplici occasionali incontri, ancora oggi vedo ed affronto molteplici casi difficili, ho più e più volte effettuato invii alle strutture territoriali con esiti a dir poco discutibili.
Dopo due anni di pandemia, moltissimi stanno avendo grosse difficoltà a ritrovare una dimensione relazionale e "di cura" , questo necessita un impegno a tutto campo di quelle figure che dal punto di vista psicologico - assistenziale oppure psichiatrico - assistenziale che, invece, sono estremamente ridotte in quantità e qualità. Spesso queste figure sono assunte con contratti a breve o brevissimo termine impedendo una reale presa in carico e gestione complessiva di molti soggetti.
Soltanto il sottoscritto ha effettuato almeno dieci invii, direttamente o anche attraverso personale che conosco e che tutt'ora lavora all'interno di comunità o associazioni. Risultato, Solo alcuni, particolarmente coscienti delle proprie difficoltà hanno trovato risposte terapeutiche da parte però di privati (a pagamento).
I CPS o se preferite centri di salute mentale sono totalmente in panne.
Comprendo il fatto che ci siano carenze di personale, comprendo il sovraccarico di coloro ancora presenti, ma è doveroso denunciare a tutti che rappresenta un illecito privare di assistenza per patologie di questa portata. Poi nella retorica dei politici di turno, ascolteremo, c'è bisogno di più sicurezza, di maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio; questo utilizzo strumentale di fatti di cronaca non rende giustizia a nessuno.
Molti dei fatti che tutti i giorni conosciamo attraverso i media riguardano soggetti con fragilità, soggetti abbandonati a sé stessi, non gestiti, potevano e dovevano essere evitati, quei soggetti non erano stabilizzati, : questo è un problema delle istituzioni cittadine, è un problema di tutti noi, ma rappresenta a parer mio anche un illecito.
Se una persona bipolare non viene presa in carico, tutte le conseguenze e le responsabilità ricadono su coloro che non lo hanno accolto. Non esiste differenza tra l'illecito di mancato soccorso per un ferito, ed altre patologie, specie se queste possano diventare un pericolo per altri. Chiedo alla procura di aprire un indagine seria sul reale stato di efficienza delle strutture territoriali di cura ed assistenza. Chiedo al Sindaco di far pesare il proprio ruolo di garante della salute pubblica, chiedo al questore e alle forze di polizia, di indagare e fare emergere quali siano le criticità e che queste possano essere affrontate in tempi brevi. Questa mia prima breve comunicazione avverte che da oggi ogni illecito, o fatto connesso alla non gestione coerente delle emergenze sociali (perché queste sono emergenze sociali, riguardando tutte le fasce di età etnia, classe sociale), in accordo con le famiglie degli interessati, saranno denunciate pubblicamente e alla procura, non tollereremo più nessuna strumentalizzazione. Cari signori Vi chiediamo solo di fare il Vostro lavoro, pur consapevoli della carenza di figure professionali, per inciso il Vostro ruolo è anche quello di trovare delle soluzioni. SUBITO. Il diritto alla salute sancito dalla costituzione riguarda tutta la salute. Ripeto questo momento storico, che vede persone che crollano per essere cadute in totale povertà, persone che non sono più seguite dai centri diurni, ma soprattutto l'ondata di nuove richieste di aiuto devono trovare risposte. Attendiamo risposte a mezzo stampa su come intendete affrontare queste situazioni. Ringraziando, porgo i miei saluti, invito la cittadinanza tutta ad aprire un dibattito su queste questioni perché riguardano tutti.
Marco Caporali