Ieri sera è stato approvato all'unanimità l'emendamento al bilancio presentato dal portavoce del M5S Lombardia Massimo De Rosa, grazie al quale Regione stanzierà 400mila euro per l'avvio di un programma di mappatura dell'intero territorio regionale.
“Non possiamo affidarci al meteo e alle piogge per migliorare la qualità dell’aria. Nel piano aria manca una visione innovativa, un progetto strutturato. O si cambia immediatamente la visione del Paese, oppure gli interventi saranno solo spot. Se i soldi sono pochi devo essere investiti bene”, così Massimo De Rosa, consigliere regionale del M5S Lombardia
“E’ assurdo discutere ancora di stufe a pellet domestiche, non esiste nessuna possibilità di controllo delle emissioni. Per ridurre le emissioni dobbiamo rivolgerci alle vere rinnovabili, come il sole.
Stiamo ancora a parlare di incentivi al trasporto su mezzi privati, che, al contrario, devono essere disincentivati: il futuro è del trasporto pubblico e del trasporto su ferro. La rottamazione delle auto può dare un effetto positivo nell’immediato, ma sul lungo periodo è un palliativo. Dobbiamo avere il coraggio anche di discutere di allevamento intensivo nel bacino padano: se la Lombardia vuole respirare deve intervenire con scelte anche non facili”, conclude De Rosa, sulla presentazione del Piano Aria dell'Assessore regionale all'ambiente Raffaele Cattaneo.
“Secondo Rusconi la chiusura delle stazioni di Lomazzo e Mariano Comense è una bugia? Forse non è informato: a giugno il Gruppo regionale della Lega aveva già presentato un’interrogazione al suo assessore ai Trasporti in cui chiedeva spiegazioni delle notizie che circolavano circa l’intenzione di Trenord”, lo dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, a proposito delle accuse dell’ex sindaco di Lomazzo proprio ai democratici che avrebbero diffuso una notizia infondata.
“Spiacciono le dichiarazioni del consigliere provinciale Rusconi: lo invito a leggere tutto il testo dell’interrogazione leghista, primo firmatario, Alessandro Corbetta sulla chiusura delle 25 biglietterie di Trenord. Rusconi dimostra di non essere informato e di voler creare una polemica priva di ogni fondamento – continua Orsenigo –. Per quanto ci riguarda, il Pd, con un giorno di anticipo, sempre a giugno, aveva depositato un’analoga interrogazione per sapere dall’assessore Terzi quali azioni intendesse mettere in atto urgentemente affinché si scongiurasse la chiusura delle stazioni lombarde e si favorisse una maggiore rete di vendita dei biglietti sul territorio lombardo, all’interno di un piano complessivo di riqualificazione delle stazioni che garantisse e migliorasse i livelli di vivibilità e la sicurezza”.
A Como, non solo non esistono spazi sufficienti per accogliere la notte le persone in grave stato di marginalità, ma è difficile anche a trovare uno scantinato, un garage, un buco riparato dove depositare i circa 40 borsoni chiusi con cerniera che contengono un sacco a pelo, una coperta e un sottile materassino tipo yoga.
Li abbiamo preparati per le persone che dormono in strada, sono nominali: la difficoltà di accesso costante ai servizi d’igiene rende ancora più importante, è evidente, che ognuno abbia la propria dotazione. Con scadenza regolare facciamo il cambio coperte.
Può sembrare poco, ma per una persona che vive per strada è tanto.
Da un anno e mezzo circa ci occupiamo di questo: prima in Val Mulini, poi ai tendoni di Via Sjrtori e per ora a San Francesco, adattandoci a ciò che le circostanze impongono e consentono, e alle richieste che ne derivano.
I due turni, la sera per consegna e la mattina per il ritiro, sono rispettati ogni giorno della settimana, feste comandate comprese.
Tra le attività che facciamo questa non è l’unica, ma è imprescindibile e ci permette di creare relazioni e di tentare qualche progetto più concreto e positivo - abbiamo qualche storia a lieto “inizio”.
Avendo tutto il materiale necessario, con due auto e un luogo dove depositare e ritirare le borse-kit, l’attività sarebbe abbastanza semplice e relativamente veloce.
La chiusura dello spazio accanto al tribunale - perfetto per le brevi soste di carico /scarico - ci ha messo in grande difficoltà, e in aggiunta il luogo dove attualmente depositiamo i borsoni potrebbe a breve non essere più disponibile.
La Federazione provinciale di Como del PRC/SE esprime massima solidarietà a Jacopo e Fabio, condannati rispettivamente a 25 e 30 giorni di reclusione, convertiti in ammende di€ 1875 e di € 2250, per aver violato un “Foglio di via” dalla città di Como per prendere parte ad una riunione di Como senza frontiere, a cui aveva partecipato anche il nostro partito.
Come riporta Ecoinformazioni, infatti, i due ragazzi sarebbero stati visti nelle vicinanze di un oratorio che dava ospitalità ai migranti, luogo in cui si svolgeva la riunione di CSF, e segnalati.
Già il provvedimento del foglio di via, comminato dalla questura per aver partecipato ad una manifestazione contro i trasferimenti forzati a Taranto, è una misura che ricorda tanto quelle adottate nel ventennio più oscuro del Novecento. I due ragazzi sono stati presenti insieme a noi nella drammatica estate del 2016 alla stazione S. Giovanni, creando un presidio informativo per i migranti.
La successiva condanna per essere aver partecipato ad una riunione di una Rete come Como senza frontiere, sta a significare che per qualcuno la solidarietà deve essere criminalizzata.
Nel sottolineare ancora una volta come la solidarietà non può mai essere reato, la nostra Federazione provinciale esprime grande preoccupazione per i crescenti fenomeni di repressione nei confronti di partiti, associazioni e singoli che cercano di rendere più dignitosa l’esistenza di altre persone, proprio in un periodo in cui gruppi neofascisti si sentono liberi di effettuare ronde squadriste in stile ventennio e in cui episodi di violenza e intolleranza nei confronti dei migranti si moltiplicano a dismisura.
Qualche scricchiolio si era già sentito a fine 2007, ma fu nel marzo 2008 che Bear Stearn, una delle “big five”, le cinque banche più grandi degli Usa, dichiarò fallimento, in seguito all'esplosione della bolla immobiliare legata ai mutui subprime.Nei mesi successivi, toccò a Fannie Mae e Freddie Mac, e mentre in Europa il governo inglese era costretto a nazionalizzare Northern Rock, a settembre crollò Lehman Brother, dando il fischio ufficiale d'inizio alla grande crisi, che dagli Usa è rimbalzata in tutto il pianeta, investendo in particolar modo il continente europeo.Naturalmente, è difficile astrarre un periodo dal contesto processuale che lo determina e senz'altro possiamo affermare come nel 2008 giungano al pettine i nodi di una crisi che ha le proprie radici addiritttura negli anni '70 del secolo scorso, quando si afferma la dottrina liberista e i processi di finanziarizzazione dell'economia divengono progressivamente la cifra della società capitalistica contemporanea.E' una crisi profonda, più strutturale che ciclica, tant'è che le politiche di risposta messe in campo dall'establishment economico-finanziario e dall'elite politiche non comportano, forse per la prima volta, alcuna discontinuità, bensì la spinta ad un ulteriore approfondimento delle stesse.Ciò che cambia davvero in questi dieci anni sono le condizioni di vita delle popolazioni, con un accentramento della ricchezza e una diseguaglianza sociale che non ha precedenti.
E mentre la contraddizione ecologica assume i connotati di una drammatica realtà con cui fare i conti per i prossimi decenni, la vita delle persone si va sempre più configurando all'insegna della precarietà: del lavoro, della coesione sociale, del futuro individuale e collettivo.
Muta profondamente anche il segno della democrazia, con i diritti trasformati in variabili dipendenti dai profitti e le istituzioni in sedi di ratifica di decisioni prese in luoghi “altri” dalle stesse.
Si afferma la teologia dei mercati, entità impersonali che dominano e determinano la vita delle persone e della società, mentre lo shock del debito diviene l'indiscussa narrazione dominante. E, come finta risposta alla stessa, si affermano sovranismi nazionalistici, che fanno del razzismo la propria cifra identitaria.
Siamo dunque costretti dentro un percorso immodificabile e dentro un orizzonte di rassegnazione sociale?
Noi crediamo di no e pensiamo che un'analisi approfondita di questo ultimo decennio possa contribuire a costruire una narrazione differente, sia sulle cause che hanno prodotto la crisi, sia soprattutto sulle possibili risposte da dare alla stessa.
E per poter davvero dire e praticare “Crisi: 10 anni bastano”, abbiamo deciso di proporvi un'università estiva che entri nel merito.
Il primo seminario “Com'è cambiata l'economia” proverà a riflettere esattamente sulla narrazione dominante, data per oggettiva, e a confutarne gli assiomi. Saranno con noi Emiliano Brancaccio, docente di Economia all'Università del Sannio, Nicoletta Dentico di Banca Etica e della Fondazione Lelio Basso e Matteo Bortolon, esperto di trattati di libero scambio.
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