“La bandiera è tornata al suo posto, ma pare che a sistemarla sia stata un gentile privato cittadino, mica il Comune!”, torna sulla vicenda dell’asta con il tricolore caduta dal suo supporto, Barbara Cereghetti, segretaria del Circolo Pd di Como Nord, ma solo per confermare che il fatto “è il simbolo del degrado e dell’abbandono in cui sono lasciate le periferie. E le Circoscrizioni, quella di Sagnino-Monteolimpino in primis, ne è l’emblema”.
Non solo: “Le assemblee di zona sono state completamente dimenticate. Ribadisco che da noi c’è un’unica impiegata e quando è in ferie o è malata il Centro civico rimane chiuso. Insomma, in campagna elettorale il centrodestra ha raccontato solo frottole sulle periferie”, conclude Cereghetti.
Perché è giusto introdurre la tassa sulla plastica monouso? Anzitutto facciamo chiarezza: dal 2021 l'Europa proibirà l'uso delle stoviglie usa-e-getta, pertanto tassare la plastica in Italia anticiperebbe solo di un anno il divieto europeo. In ogni caso è opportuno disincentivare da subito l’utilizzo degli imballaggi monouso anche attraverso la nuova tassazione, poiché nel nostro Paese solo il 30% di questa tipologia di rifiuti viene effettivamente recuperata, mentre una consistente parte viene incenerita, creando inquinamento e ceneri tossiche! Per la restante parte nemmeno si sa che fine faccia, tant'è che spesso ce la troviamo dispersa sui cigli delle strade, nei boschi, nei nostri laghi e, da qui, fino al mare che ne è pieno! Se abbiamo l’illusione di non vederla in acqua è perché si è trasformata in microplastica (il Lario ne ha una elevata concentrazione), visibile solo al microscopio, ma a nostra insaputa ce la troviamo poi nei nostri cibi attraverso la catena alimentare (i pesci ne sono pieni).
E allora che fare? La prima cosa è non produrre e non utilizzare gli imballaggi in plastica. Le alternative al monouso ci sono: ad esempio tornare alle stoviglie durevoli o, laddove non si riesce, utilizzare quelle compostabili. Ci si deve (ri)abituare a bere l’acqua del rubinetto – spesso più controllata e sicura delle minerali – sia a casa, in brocca, che fuori, nelle borracce (un’ottima idea per un regalo ecologico per il prossimo Natale). Al supermercato, al posto delle vaschette di plastica o polistirolo ci sono valide alternative: basta scegliere prodotti (formaggi, carne, frutta, ecc.) sfusi oppure confezionati col cartone, che, una volta a casa, possono essere conservati nel frigorifero in contenitori durevoli, se vogliamo col sistema del sottovuoto. Oppure mangiare in una buona ed economica trattoria, anziché al fast-food dove tutto è di plastica! Come si vede fare a meno della plastica è semplice, serve un minimo sforzo e a volte si risparmia pure (l’acqua del rubinetto costa duemila volte meno delle bottigliette!), per cui solo chi non vuole adeguarsi pagherebbe l'odiata tassa sulla plastica.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” www.circoloambiente.org email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Finalmente domani 1 novembre riapre l’accoglienza per 50 persone.
Noi di Como Accoglie, a fianco quotidianamente delle persone senza fissa dimora, accogliamo con favore l’apertura anticipata da parte di Caritas di una parte di emergenza freddo, alla cui gestione collaboreremo attivamente e, come sempre, a titolo del tutto gratuito.
Già il freddo e la pioggia si fanno sentire, ma nelle sere di novembre verrà offerto un riparo e i servizi essenziali, che ora mancano e creano disagi a chi dorme all’aperto e, indirettamente, ai cittadini che frequentano quelle aree di Como.
Sappiamo che si tratta di un’accoglienza notturna parziale e provvisoria; è ben lungi dall’essere risolutiva della drammatica situazione delle persone che, per svariati motivi vivono senza fissa dimora, nonché delle tante persone provenienti da altri paesi del mondo che popolano le nostre città. Vivono ai margini, abbandonati e invisibili.
Il ricovero in una tensostruttura costituisce comunque un piccolo passo avanti, grande per chi conosce gli sforzi del volontariato e del terzo settore e vitale per chi non possiede nulla e vive in situazioni estreme.
Auspichiamo che il clima di maggior collaborazione che si sta costituendo anche con le istituzioni locali possa portare in tempi brevi a produrre altri risultati concreti e strutturati.
“Al cimitero di Lora l’amministrazione comunale di Como ha fatto solo un gran pasticcio”, sono trancianti Donato Rizzo, Paolo Panizzolo e Stefano Fanetti, segretario del Circolo Pd del quartiere cittadino, responsabile organizzativo del partito comasco e capogruppo dem in consiglio comunale, che annunciano per venerdì 1 novembre, un presidio, al mattino, proprio fuori dal camposanto.
“Prima i paletti che impediscono ai visitatori di parcheggiare, ai carri funebri di arrivare sull’ingresso, all’autobus di manovrare e fermarsi. Ora, il nuovo cantiere per tornare sui propri passi, ma nel contempo il divieto di sosta proprio durante il ponte per la ricorrenza di tutti i defunti – ricordano Rizzo, Panizzolo e Fanetti –. Peggio di così non si poteva fare”.
A questo punto, viste anche le numerose proteste della popolazione locale, i tre esponenti dem chiedono che “almeno nel fine settimana sia permesso a chi si reca in cimitero, soprattutto agli anziani o a chi ha difficoltà a muoversi, di parcheggiare e poter pregare sulla tomba dei propri cari, rimuovendo divieti e cantieri. E poi sarebbe appena il caso di togliere quegli inutili e pericolosi paletti pensando ad altre soluzioni, come la sosta a tempo, per regolamentare l’uso dei posti auto. Ma certamente nei giorni dedicati ai nostri morti il Comune non può fare un’operazione così indelicata come impedire ai cittadini di parcheggiare. Chiunque voglia parlarne con noi, ci troverà là fuori”.
‘Basta Trenord’ anche in provincia di Como. Domani, giovedì 30 ottobre 2019, a partire dalle 7, nella stazione di Fino Mornasco, comincerà la campagna del Pd lombardo per una nuova gestione delle ferrovie regionali, con un volantinaggio e una raccolta firme.
“Saremo in mezzo ai pendolari per parlare con loro e monitorare la situazione, visto che ormai i disagi sono all’ordine del giorno”, dicono Angelo Orsenigo e Federico Broggi, consigliere regionale e segretario provinciale del Pd.
Il Gruppo regionale del Pd critica con durezza il nuovo sistema di assegnazione della case popolari in Lombardia, spiegando cosa succede anche in provincia di Como: “La novità costringe i cittadini bisognosi a partecipare a una riffa insensata per ogni bando che si apre, con perdita di tempo e di soldi. In questo modo, intanto, la Regione nasconde il bisogno abitativo, che rimane molto elevato”, spiegano Angelo Orsenigo e Carmela Rozza, consiglieri regionali del Pd, dati comaschi alla mano.
Il regolamento oggetto di critica è stato approvato in consiglio regionale nel 2016 e, dopo una sperimentazione fallita, è entrato ufficialmente in vigore nel 2019. Oggi sono attivi in Lombardia 22 bandi in 9 diverse province che vanno a scadenza tra il 31 ottobre e il 16 dicembre. In tutto sono in assegnazione 813 alloggi di proprietà dei Comuni e delle Aler: si va dai 457 alloggi disponibili di Milano fino al singolo alloggio di Arconate e di altri comuni. Il primo e grave effetto è che tutte le domande presentate in precedenza, che componevano le diverse graduatorie, ed erano 54.662 nel 2018, semplicemente decadono.
Cosa succede ora? “I cittadini bisognosi a cui non è stata assegnata la casa dovranno rifare la domanda – fanno sapere Orsenigo e Rozza –. Facciamo un esempio su tutti: nel 2018, a Cinisello Balsamo c’erano 886 domande pendenti. Nel 2019 il Comune ha fatto un primo bando con il nuovo regolamento per 9 alloggi, scaduto a luglio, e ha raccolto 149 domande. Ora Cinisello ha emesso un nuovo bando per altri 18 alloggi: i 140 cittadini che non hanno ottenuto l’assegnazione dovranno partecipare anche a questo, ripartendo da zero”.
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