"Il nostro giudizio è particolarmente negativo: non risponde in nessuna maniera alle esigenze dei cittadini". è il parere della Cgil di Como circa il decreto sicurezza appena approvato alla camera.
"Innanzitutto - commenta Matteo Mandressi, componente di segreteria della Camera del Lavoro - sul tema migranti si riducono le strategie d'inclusione, aumentando le persone in strada e incrementando la percezione d'insicurezza dei cittadini. Sopprimere la protezione umanitaria è grave, idem la riduzione del percorso Sprar. Così, cresceranno le persone in stato di grave marginalità. Inoltre, l'aumento della permanenza nei Cpr diventa una sorta di forma di detenzione".
La situazione delle cucine assegnate a Euroristorazione è drammatica rispetto al servizio offerto ai bambini ed alle bambine di serie B delle scuole sprovviste di cucine interne.
L’assessore dimissionario aveva assicurato l’assunzione del personale a tempo determinato e una qualità del servizio elevata.
Purtroppo così non è stato in entrambi i casi le OO. SS. e la RSU avevano già segnalato e denunciato le possibili problematiche. Il personale assunto da Euroristorazione con un orario ridotto rispetto a quello precedente (da 3 ore al giorni a 1 ora e mezza al giorno) non può svolgere le medesime mansioni nella metà del tempo e quindi ne risente la pulizia l’igiene e la qualità del servizio. Inoltre questo personale è stato assunto a tempo determinato fino al 21 dicembre con una logica di sfruttamento massimo, ci chiediamo se questo è lavoro dignitoso, non si raggiungono 10 ore settimanali e 4 mesi di contratto.
Tutto ciò interviene direttamente sulla qualità dei pasti trasportati da 40 km di distanza, ci sono quindi bambini di serie A e di serie B, tutti pagano lo stesso prezzo per un servizio che non è lo stesso.
“L’assessore Locatelli si preoccupa di un ponte nuovo e utilizzato da tutte le persone che non hanno esigenze particolari, mentre per chi le ha ci sono gli attraversamenti a raso fatti apposta. Ma non pensa assolutamente alle residenze di Camerlata, ovvero l’orrore – quello sì una vergogna – speculativo che ora è rimasto una cattedrale nel deserto nel cuore del nostro quartiere”, è una denuncia dura quella di Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, e di Vito De Feudis, segretario del Circolo Pd di Como Sud. Le immagini parlano da sole: due palazzoni, degni di una metropoli e non del quartiere di una città come Como, abbandonati, degradati a pochi anni dalla costruzione, pericolosi e indecenti. Erbacce, vetri rotti, incuria, rifiuti, intonaco che si stacca ovunque e un passaggio pubblico che dovrebbe servire, tra l’altro, agli alunni dell’istituto scolastico attiguo, ma che ispira ben poca sicurezza.
La V edizione del Premio Como ha registrato un record nel numero dei partecipanti, oltre 2.500 in tutte le sezioni, dalla narrativa alla saggistica, dai racconti alla poesia, fino ai materiali multimediali.
Gli oltre mille libri ricevuti e letti dagli organizzatori sono stati ora donati da Giorgio Albonico, ideatore del Premio, alla Provincia di Como, settore Cultura, che li ha destinati a tutte le Biblioteche della provincia comasca.
Il Premio, anche in questo modo, porta avanti il progetto di promozione culturale sul territorio, incoraggiando la lettura e contribuendo concretamente a fornirne gli strumenti ai cittadini.
La VI Edizione del Premio sarà annunciata a breve con molte novità che riguarderanno i membri della giuria, il valore e il numero dei premi previsti.
Accogliamo con soddisfazione la sentenza del Giudice del lavoro Ortore che finalmente inverta la marcia, mettendo in luce le contraddizioni di un’amministrazione che crea il caso per meri fini propagandistici.
Stiamo parlando dell’accoglimento del ricorso della dipendente licenziata ingiustamente.
Siamo lavoratrici e lavoratori del Comune di Como, conosciamo i punti deboli dell’organizzazione e ci battiamo perché vengano superati, ma troppo spesso ci scontriamo contro pregiudizi difficili da contrastare, sia della cittadinanza che dell’amministrazione.
Su questo argomento siamo sempre stati cauti perché non è nostra competenza la tutela individuale e ci sono precise regole di privacy in difesa delle persone coinvolte.
All’epoca, quando l’amministrazione Lucini parlò di punto unico di cottura per le mense delle scuole comasche, si sollevò un vespaio. Oggi i sindacati denunciano una serie di gravi criticità rispetto al sistema voluto dalla Giunta Landriscina.
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