Federazione Provinciale di Como
(Como, 15 marzo 2016) “Dalla riunione di ieri del Tavolo per la competitività alla presenza del Presidente di Regione Lombardia Maroni esce confermata la prospettiva di un'area vasta che tenga unito il lago e le valli, insieme le province di Como, Lecco e Varese e affronti il tema della Brianza”. Lo dichiara il deputato comasco del PD Mauro Guerra intervenuto al Tavolo convocato ieri nella sede del Parco scientifico tecnologico ComoNExT a Lomazzo.
“Si tratta di una proposta – sottolinea il deputato dem - che ha dimostrato di essere unanimemente condivisa dagli attori politici, economici, sociali e culturali del territorio comasco e per la quale, come attestato dallo stesso Maroni, ci sono sia lo spazio che le condizioni per affermarla”.
“Abbiamo inoltre confermato – continua Guerra - l’orientamento comune a uniformare e rendere omogenei i diversi ambiti territoriali nei quali verranno esercitate le differenti funzioni, comprese quelle statali, e gestiti i relativi servizi. Tutto questo con l’obiettivo di limitare il più possibile la frammentazione e la sovrapposizione di competenze che renderebbero meno trasparente, soprattutto agli occhi dei cittadini, l’attribuzione delle responsabilità politiche, amministrative e gestionali, e quindi più confuso e debole il governo dei territori. In questa logica abbiamo ricondotto anche il ragionamento fatto da Regione Lombardia sulle neonate Agenzie di tutela della salute ribadendo ulteriormente il carattere sperimentale, sottoposto a verifica, dei confini delle Ats stesse".
L’onorevole Guerra ha poi insistito sulla necessità, indicata anche dal Presidente Maroni nella sua introduzione, di “cogliere l'occasione del superamento delle Province con gli enti di area vasta, per procedere ad un riordino complessivo del sistema delle autonomie territoriali lombarde, mirato alla semplificazione, alla trasparenza e alla chiarezza, evitando dannose sovrapposizioni, dando maggiore adeguatezza ed efficacia dell'attività amministrativa”. Come? “Partendo – chiarisce il deputato comasco - da un sistema fondato sui pilastri degli enti costituzionali ed elettivi delle Regioni e dei Comuni, disboscando e razionalizzando tutto quanto sta in mezzo. Una prospettiva forte che richiede un serio programma di irrobustimento soprattutto del "pilastro" dei Comuni, i quali, attraverso processi di aggregazione, unioni e fusioni, superino l'attuale stato di frammentazione per conquistare dimensioni e adeguatezza necessari per svolgere al meglio, nell'interesse dei cittadini, le sempre maggiori e più importanti funzioni loro assegnate”.
L’appuntamento è ora fissato per il prossimo venerdì 15 aprile quando il Tavolo per la competitività si riunirà per elaborare la proposta definitiva da trasmettere a Regione Lombardia.
Un’area Vasta del territorio pedemontano che racchiuda in sé gli attuali territori delle Province di Como, Lecco e Varese e che, con poteri effettivi, possa efficacemente rappresentare questo comprensorio. È questo l’auspicio espresso dai rappresentanti delle realtà economiche e sindacali comaschi circa il futuro amministrativo locale (da raggiungere al termine del percorso di riforma che porterà alla cancellazione delle Amministrazioni Provinciali) davanti alla folta platea di amministratori e rappresentanti del Partito Democratico, locali e regionali, presenti a Villa Gallia per un incontro di riflessione e condivisione promosso dalla Segreteria Provinciale di Como del PD ed inserito nelle iniziative di “Verso Lombardia 2018”. “Recentemente l’Assemblea Provinciale ha elaborato un documento che ribadisce la necessità di salvaguardare l’unità territoriale del lago di Como – ha rilevato il Segretario Provinciale del Pd, Angelo Orsenigo -. Credo che si debba partire da questo fatto, ovvero da un lago unito, per poi guardare alla sua naturale evoluzione, ovvero al lecchese, nel percorso di revisione amministrativa del nostro territorio una volta cancellate la Province”. A Como era presente anche il Segretario Regionale del Pd, Alessandro Alfieri: “Ritengo che debba aprirsi in Lombardia una stagione di riforma complessiva del territorio regionale fondata sulle Aree Vaste, enti intermedi tra Comuni e Regione. Certo, occorre ancora capire quali saranno le funzioni di questi nuovi enti e dialogare in proposito con la Regione affinché, soprattutto nella loro definizione territoriale, si prendano in considerazione le peculiarità delle diverse aree interessate e non ci si intestardisca sui modelli di riforma già in atto e fortemente criticate come quello sanitario. La riforma, invece, deve essere coordinata ed in sintonia con le altre evoluzioni che stanno per diventare realtà, dalle Prefetture alle Camere di Commercio “. “La riforma non è un mero passaggio burocratico di confini ma deve essere intesa come un ridisegno istituzionale a livello locale – ha puntualizzato l’On. Mauro Guerra -. Il risultato di questo lavoro deve essere quello di assicurare maggiore competitività ed efficienza ai nostri territori, dotando innanzitutto di maggiori poteri i comuni e favorendo una maggiore trasparenza i termini di competenze ed opportunità”. I rappresentanti istituzionali di Como e Lecco (Maria Rita Livio, Provincia di Como; Mario Lucini, sindaco di Como; Giovanni Marchisio, sindaco di Mariano Comense; Anna Mazzoleni, assessore al Comune di Lecco e Consigliere Provinciale lecchese; Paolo Furgoni, sindaco di Cernobbio; ) hanno ribadito la necessità per il comprensorio comasco di dar vita ad un ente intermedio che coinvolga innanzitutto l’area lecchese, e poi quella varesina, in una futura area vasta che tuteli l’integrità del lago anche se al centro del dibattito, confini a parte, devono essere le messe le competenze ed i poteri che verranno demandata a questa nuova realtà. “La Lega Nord per anni ha affermato che era più che mai necessario difendere la virtuosità delle Province lombarde – è il commento del consigliere regionale Luca Gaffuri-. Poi, dall’oggi a domani, è cominciata un’opera di rafforzamento di alcune zone particolari, come la provincia di Varese e la Valtellina, e la contemporanea frammentazione degli altri. Occorre fare chiarezza in proposito e questo è il periodo sicuramente più idoneo per manifestare il nostro pensiero ovvero che il territorio comasco non è disposto ad essere frazionato”. Le conclusioni dell’incontro sono state affidare a Enrico Brambilla, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale: “Regione Lombardia ora dovrà legiferare su confini e competenze delle diverse Aree Vaste anche se il ruolo principale della riforma sarà quello di accrescere le competenze dei Comuni e della Regione. Il nostro obiettivo è ora quello di ‘congelare’ la questione confini di questi nuovi soggetti, anche se le proposte del Presidente Marconi non sono affatto condivisibili, per soffermarci invece sulle loro competenze che, essendo enti di secondo livello, auspichiamo saranno poche e chiare. Altrimenti il rischio è quello di vedere la nascita di nuovi enti a carattere verticale, privi di ogni guida di tipo democratico, e soggetti inoltre al potere ed all'influenza, anche ingombrante, della città metropolitana di Milano”.
Rovellasca, 11 marzo 2016 - 30 lavoratori Dhl e circa 60 della coop Media dei magazzini di Rovellasca e Biandrate (NO), per l'80 per
cento donne, rischiano di perdere il posto di lavoro. La Giorgio Armani ha deciso di non proseguire il contratto con DHL ,mettendo a
forte rischio il posto di lavoro per 90 addetti. La fine del contratto tra le due società è previsto ad ottobre 2018, ma la proccupazione è tanta. C'è chi lavora da 20 anni e, a seguito della cessione del ramo d'azione del 2007, sono passati alle dipendenze di Dhl con applicazione del contratto nazionale della logistica. A Rovellasca e Biandrate si gestiscono da circa 9 anni il materiale dello stilista Armani per un totale di circa 6.milioni di capi annui. L'attività consiste nello smistare la merce proveniente da varie parti del mondo e da vari fornitori di Armani. Dopo il controllo di qualità, la merce viene spuntata e caricata a magazzino, stoccata e successivamente spedita. Al momento, seppur demoralizzati e preoccupati, si continua a lavorare come sempre con serietà e dedizione. La Rsu, Filt Cgil e Fit Cisl hanno immediatamente convocato le
assemblee sindacali ,un tavolo di trattativa con DHL e sono in attesa di un incontro con il consorzio a cui fa riferimento la cooperativa.
Si è richiesto di non perdere tempo prezioso e attivarsi immediatamente nella ricerca di fornitori/committenti così da
mantenere aperto il sito di Rovellasca e Biandrate ( NO ) . La Rsu e i sindacati sono impegnati a monitorare le azioni di Dhl nella
ricerca di soluzioni idonee per non chiudere, garantendo la massima occupazione a tutti i dipendenti Per maggiori informazioni: Marco Fontana, segretario provinciale Filt
Como, 8 marzo 2016 - Oggi si è concluso il referendum tra i lavoratori di ASF per decidere se approvare o respingere l'intesa con
l'azienda sulla lunga " vertenza non idonei alla mansione " . I lavoratori si sono recati in massa ai seggi. Sui 495 aventi diritto
hanno votato in 350 pari ad oltre il 70%. L'ipotesi di intesa è stata respinta con voti 253 pari ad oltre il 73% dei voti validi. Ricordiamo che la rsu e le organizzazioni sindacali sono andati al referendum con due posizioni alternative. Da una parte la rsu Fit , la
Fit Cisl e la Uilt Uil , favorevoli all'intesa; dall'altra, la Rsu Filt Cgil e la Filt Ccgil contrari all'intesa. Queta vertenza ha già prodotto 2 scioperi nel 201 , con una adesione della quasi totalità dei lavoratori e il blocco totale del trasporto pubblico locale, un presidio davanti al Comune di Como, una mozione approvata dal consiglio comunale che impegna il sindaco e la giunta a intevenire nei confronti della direzione Asf per favorire un'accordo tra le parti in grado d'evitare i licenziamenti dei lavoratori più deboli e consenta agli stessi una collocazione
all'interno di Asf. Ora, tutte le organizzazioni sindacali sono tenute a rispettare l'esito referendario. Si procederà con celerità alla
riconvocazione del tavolo di trattativa/raffeddamento e, nel caso Asf dovesse rimanere rigida sulle sue posizioni, procedere, come previsto
dalla legge sul diritto di sciopero al tavolo prefettizio. Se anche il tavolo in Prefettura non dovesse produrre un'accordo sindacale, si
proclameranno azioni di sciopero contro l'intransigenza di Asf che impedisce un'accordo sindacale a garanzia dei lavoratori più
deboli. Per maggiori informazioni: Marco Fontana, segretario provinciale Filt
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