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Como senza frontiere - Dopo gli spari di via Giussani: sulla città un clima pesante
Sull’episodio di via Giussani-via Grilloni della notte del 29 maggio scorso, quando alcuni colpi di pistola sono stati esplosi contro Samir Bourobaa, un lavoratore immigrato da più di quindi anni a Como, continua un colpevole silenzio da parte dell’amministrazione e delle autorità di polizia. Non si è colta – ci pare – la gravità dell’episodio; non sono giunti alla vittima dell’aggressione segnali espliciti di solidarietà, con le poche eccezioni delle forze di sinistra da sempre attente alle problematiche dell’immigrazione. Ma, ben sapendo che questa vicenda è evidentemente collegata all’intolleranza contro i migranti, dovrebbe essere chiaro che ci riguarda tutti da vicino: è il sintomo evidente di una progressiva degenerazione del clima che si respira in città. Quando si comincia a sparare (anche ammesso che le cartucce fossero caricate a salve), si finisce comunque male: si spara per spaventare, poi si spara per ferire, infine ci sarà qualcuno che si sentirà legittimato a sparare per uccidere. Non è ancora successo – è vero –, ma non è il caso di aspettare che succeda davvero per reagire.