1. Gianfranco Giudice, preciso e puntuale e acuto come sempre nelle sue riflessioni, affida al web una riflessione del tutto condivisibile: “nel pomeriggio camminavo sul lungolago da piazza Cavour verso Sant'Agostino e pensavo che se fossi il Sindaco di Como Mario Lucini, toglierei quelle orrende inferriate, rimetterei le vecchie ringhiere sul marciapiede, sistemerei i cubetti di porfido esistenti, una potata alle piante, una pulita e... chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scurdammoce u passatu e nu ne parlammu chiu”.
Difficile non condividere questa osservazione, ispirata al buon senso.
2. Si tratta di una osservazione che spinge ad interrogarsi sul motivo per il quale la giunta di Como ha scelto la strada diametralmente opposta: cioè quella di continuare nell'opera delle paratie, mettendosi in continuità con quella giunta Bruni che proprio sulle paratie era caduta, aprendo la strada ad un possibile cambiamento politico in città.
La continuità Bruni-Lucini è stata infatti evidente almeno su tre fondamentali aspetti urbanistici, destinati a segnare in profondità il destino di Como: la sistemazione dell'area Trevitex e dell'enorme spazio urbano della Ticosa, infine le paratie. Paratie che la Commissione Nazionale Anticorruzione ha definito, in sostanza, inutili e costose. Non solo la Commissione contesta la scelta amministrativa di non promuovere un nuovo bando per i lavori, ma mette sotto accusa la stessa decisione di continuare i lavori.
3. Quali sono, dunque, i motivi per cui la giunta Lucini ha deciso di continuare in quest'opera?
Ritengo che questa domanda dovrebbe costituire il fulcro del dibattito politico cittadino, tanto più che viviamo in un periodo di assurda austerità, che fa sentire i propri effetti anche a livello locale, con pesanti tagli al bilancio, che stanno mettendo in difficoltà, a detta dello stesso sindaco, la “normale amministrazione”.
Nel rispondere alla domanda credo sia opportuno individuare con millimetrica precisione le responsabilità della decisione presa. Il PD ha fatto proprio il “decisionismo” di craxiana memoria: ebbene il decisionismo pretende l'individuazione precisa ed inequivocabile di tutti gli attori che hanno compiuto la scelta e delle loro motivazioni. Non credo di sbagliarmi, p.es., nell'individuare non solo nel Comune – inteso come giunta, e come dirigenza degli uffici – , ma anche nella Regione Lombardia il motore ultimo della scelta.
4. La giunta Lucini si è piccata di promuovere la trasparenza negli atti e degli atti, segnando in questo caso una netta discontinuità con la giunta Bruni: ebbene non credo possa derogare in questo caso fondamentale.
Intano potrebbe cominciare a rendere disponibile sul sito del Comune la relazione della Commissione, che è nelle mani dei partiti che sostengono la giunta, ma che i cittadini non possono ancora consultare.
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