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In Lombardia ben 38766 aziende sono rimaste aperte perché operano in attività riconosciute come essenziali in base ai codici Ateco mantenendo al lavoro un milione e 200 mila lavoratori.Ma ai padroni lombardi evidentemente non bastavano le maglie già larghe dell’elenco delle produzioni indispensabili e hanno approfittato in massa della possibilità data dal decreto del governo alle aziende di supporto (di filiera in termini tecnici) di continuare a far lavorare i propri dipendenti, avanzando debita richiesta al prefetto di riferimento.
A nulla è servita la lezione della tragedia di Bergamo! Nonostante l’emergenza sanitaria mantenga in Lombardia tutta la sua drammaticità gli imprenditori della nostra Regione, inoltrando molte migliaia di domande di deroga, perseverano nel far prevalere le logiche del profitto rispetto alla salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

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“I nostri frontalieri che in questi giorni di emergenza sono stati lasciati a casa dalle imprese ticinesi in modo temporaneo o anche definitivamente, devono essere sostenuti e aiutati come gli altri lavoratori italiani”, lo chiedono Angelo Orsenigo e Samuele Astuti, consiglieri regionali del Pd e componenti della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica. “Ce lo chiedono i sindacati di estendere le garanzie di reddito del decreto Cura Italia ai circa 6mila lavoratori frontalieri che hanno perso il lavoro.

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lettera di Rifondazione ai prefetti - Acerbo-Patta (PRC-SE) - Il problema sono i padroni non i runner come ci è stato raccontato in queste settimane. Invitiamo i prefetti a far inseguire i padroni almeno con la stessa solerzia con cui si controlla chi vuol fare jogging, passeggiare o portare a spasso il cane.
E’ vergognoso che decine di migliaia di imprese non essenziali stiano aggirando l’obbligo del fermo delle attività fregandosene altamente della salute dei propri dipendenti e dei sacrifici che l’intera comunità nazionale sta facendo per contenere il virus. Persino in provincia di Bergamo nonostante la strage in corso troppe imprese persistono in comportamenti socialmente irresponsabili.

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