Mario De Rosa nasce a Napoli il 31-12-1919. Orfano, frequenta il Collegio Serristori; nel 1939 consegue il Diploma Magistrale e torna a Napoli dove Gennaro Minoprio, condannato per antifascismo. Chiede l’iscrizione al PCI.
Nel 1940 si iscrive all’Università e poi parte per il corso allievi ufficiali a Salerno.
Fra il 1942/43 fa parte del 106° Battaglione Guardia Frontiera: fronte greco e fronte Yugoslavo. Catturato dai Tedeschi, rifiuta la collaborazione e finisce nei Lager di Germania. Fra il 1943/45 passa dal Lager di Cwestocovo a Koln, da Oberlangen a Vizendorf e Amburgo sull’Elba.
1945 rientra a Napoli, si iscrive al PCI e lavora presso la Federazione napoletana con vari incarichi. Nel 1950 parte per Milano dove la sua compagna ha trovato lavoro e assume la responsabilità del “coordinamento del partito” nell’azienda tranviaria milanese
Nel 1953 vince il concorso magistrale e insegna.
“Siamo alla solita spartizione di poltrone, ancora una volta la vicinanza politica è preferita al merito. Altro che eccellenza, queste nomine potrebbero essere state fatte da un Formigoni o da un Maroni qualsiasi.
Ci attendevamo, insieme ai cittadini, un taglio netto col passato. Al contrario, le scelte di oggi non garantiscono che la gestione della Sanità lombarda sarà nell’esclusivo interesse dei lombardi”, così Dario Violi, consigliere regionale del M5S Lombardia sulle nomine dei direttori generali della sanità lombarda.
La perizia degli ingegneri del tribunale di Como parla chiaro: il viadotto Val Mulini a Como è fuori controllo. Per la sicurezza dei cittadini è necessaria la chiusura immediata del ponte al traffico veicolare, senza distinzioni di tonnellaggio. Non è più possibile attendere oltre, intervengano le istituzioni preposte. L'unica grande opera necessaria si chiama manutenzione della rete stradale e delle infrastrutture di trasporto. Nel nostro Paese, dal Tav alla Variante Tremezzina siamo travolti dagli sprechi per opere inutili e dannose, che avvantaggiano solo le grandi imprese costruttrici.
Usiamo questi soldi invece per curare l'assetto idrogeologico delle aree montane, per le bonifiche ambientali, per la mobilità alternativa all'auto privata, per dare lavoro stabile e socialmente utile.
“Ho presentato questa mattina un’interrogazione in Commissione Attività produttive per sollecitare un intervento urgente del ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, che affronti al più presto la situazione di grave crisi di Canepa SpA”. Lo dichiara la deputata comasca del Partito Democratico Chiara Braga che precisa: “Ho chiesto al ministro Di Maio l’attivazione di un tavolo di crisi presso il MISE per far fronte all’emergenza occupazionale che coinvolge gli oltre 450 lavoratori del Gruppo Canepa, per chiarire le motivazioni dell’ingiustificato e repentino cambiamento di strategia adottato dal Fondo di IDeA a soli sette mesi dalla presentazione di un piano di rilancio aziendale che prevedeva 19 milioni di euro di investimenti a fronte di una riorganizzazione aziendale di 5 milioni”.
“Stop alle plastiche monouso, bonifiche e controlli a tappeto sullo stoccaggio dei rifiuti anche per prevenire i roghi, la Lombardia non può stare alla finestra. Proprio per questo abbiamo depositato decine tra emendamenti e ordini del giorno che chiedono alla Lombardia di fare di più. L’ambiente si tutela con le risorse, non con le promesse”, così Marco Degli Angeli, consigliere regionale del M5S Lombardia sugli emendamenti e sugli ordini del giorno al Bilancio regionale depositati dal Movimento in previsione della discussione in Consiglio regionale della settimana prossima.
Fondi per le bonifiche, finanziamenti per i controlli sugli impianti di trattamento di rifiuti, il censimento dei siti abusivi e l’individuazione di potenziali luoghi di stoccaggio e il monitoraggio degli inquinanti in acque, aria e suolo, in prossimità dei siti di stoccaggio gas sono tra le richieste principali presentate dal Movimento.
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