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Sono arrivati a Como gli studenti universitari di architettura della University of Southern California che, coordinati dal Direttore della Scuola, professor Olivier Touraine, proseguiranno un progetto di ricerca focalizzato sul lavoro compiuto da Giuseppe Terragni a Como, quest’anno in particolare studieranno la Casa del Fascio.
Il progetto è possibile grazie a una convenzione con la Fondazione Alessandro Volta.
Gli studenti rimarranno a Como – con alcune giornate anche in Svizzera e in Austria – fino al 12 aprile e saranno seguiti dall’arch. Mike Dolinski e dalla prof.ssa Rebecca Choi della USC.
La visita a Como viene dopo quelle di Roma, Firenze e Venezia.

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Parte da Como la battaglia per chiedere la parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro e colmare il cosiddetto gender gap. La campagna porta il titolo di ‘Io non valgo meno’, prendendo le mosse da una serie di dati: la media di occupazione femminile in Europa è del 62,4%, mentre in Italia, nel 2018, solo del 49,4%, contro il 68,5% degli uomini, evidenziando un gap di 20 punti; in Italia su 100 dirigenti solo 31 sono donne; a tre anni dal diploma solo il 38% delle donne ha un lavoro, contro il 50% degli uomini. Non migliorano i dati sulla differenza reddituale: in Italia nel 2018 questo gap arriva fino al 43,7% in alcune regioni.
La campagna per chiedere la parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro è stata presentata questa mattina, nella sede del Pd, da Vinicio Peluffo, Segretario regionale, Federico Broggi, Segretario provinciale, e Andrèe Cesareo, vicesegretaria provinciale del Partito democratico.
“Abbiamo scelto simbolicamente proprio l’8 marzo per il lancio di questa importante battaglia culturale che investe larga parte della società e la presenza del segretario regionale Peluffo ha dato ancora più valore all'iniziativa, perché non riguarda solo Como, ma partendo da Como deve diventare una comune battaglia di civiltà regionale e non solo – ha spiegato Broggi –. Sono convinto, infatti, che il partito non possa solo occuparsi solo di fare opposizione o mera critica, ma debba avanzare proposte concrete. Per noi è una campagna di buon senso che speriamo sia condivisa anche da altre forze politiche. Scriverò personalmente a ogni rappresentante politico comasco chiedendo di schierarci dalla stessa parte, indipendentemente dal colore politico, per vincere questa battaglia. Voglio incontrare e discutere con i sindacati e le realtà imprenditoriali. Non sarà solo una battaglia del Pd”.

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L’assessore alla riqualificazione e pianificazione urbanistica del Comune di Como, assieme ai progettisti incaricati dai proprietari, ha incontrato, a Ponte Chiasso, la cittadinanza per presentare il progetto preliminare per la riqualificazione delle aree ex-Lechler/Albarelli. “Erano molti i residenti presenti e anche parecchio scettici e preoccupati del nuovo progetto – fa sapere Barbara Cereghetti, segretaria del Circolo Pd Como Nord –. Tanti anche gli interventi, da parte del pubblico, che hanno evidenziato delle problematiche non da poco. Ad esempio, dovrebbero essere tolti i parcheggi a raso lungo l’ultimo tratto di via Bellinzona, dove sorgono le attività commerciali. Ci si è chiesti chi andrebbe mai a parcheggiare in un centro commerciale per poi recarsi a piedi fino ai negozi di via Bellinzona”.
Ma i temi toccati dai residenti sono stati anche altri, come spiega Cereghetti: “Far proseguire la banchina ferroviaria fino alla stazione di Chiasso vorrebbe dire che i frontalieri andrebbero diretti a prendere il treno senza passare dalla via Bellinzona, dove al mattino sostano per un caffè nei bar. Poi c’è la questione dei parcheggi: 1400, ma solo 200 saranno liberi, cioè a disposizione di residenti e frontalieri, ma ancora non è chiaro se a pagamento o meno, sicuramente insufficienti. Una grande perplessità viene anche dal fatto che, a proposito delle cubature dei cosiddetti centri commerciali, il Piano generale del territorio comunale prevede nella zona una media distribuzione, attorno ai 1500 metri quadri, ma il progetto ne prevede 2500/3000. I progettisti hanno risposto di fare riferimento alla normativa nazionale e che, dopo un consulto con un avvocato, hanno capito di poterlo fare e lo faranno. Cosa che non è piaciuta per nulla ai residenti”.
A questo punto, alla segretaria Pd non resta che augurarsi “vivamente che l’assessore Butti faccia tesoro delle preoccupazioni di chi abita in questo quartiere, che abbia un occhio di riguardo per i commercianti della zona e che faccia in modo di avere il migliore progetto possibile di riqualificazione di Ponte Chiasso e di salvaguardia della piccola distribuzione. Faccio presente che il progetto non è pubblicato sul sito del comune come faceva l’amministrazione Lucini, e che prima di fare gli incontri con i progettisti andavano incontrate le persone. Questa non è certo partecipazione”, conclude la Cereghetti.

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