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Cominciamo da Como - I bagni pubblici sono un servizio necessario e dovuto a tutte le persone che abitano o vivono una città. Como è una città turistica, e non è pensabile che non sia in grado di garantire un servizio fondamentale come quello dei servizi igienici; ma Como è anche e soprattutto città di frontiera, e che quindi volente o nolente deve affrontare il problema delle migrazioni. A Como ci sono decine e decine di persone (non solo migranti, ma anche italiane) che non hanno una casa: non si può pensare di avere dei bagni pubblici aperti solamente durante i giorni di mercato e solamente in determinate, brevissime, fasce orarie; si costringono di fatto le persone senza fissa dimora ad espletare i propri bisogni in mezzo alla strada, alimentando notevolmente l'intolleranza dei cittadini comaschi nei confronti di chi è costretto, suo malgrado, ad adattarsi a precarie ed infelici condizioni di vita.

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Cgil Como - In allegato, il comunicato firmato dalle segreterie di Cgil, Cisl e Uil e dalle rispettive categorie della Funzione pubblica.
 
S'invita l’intera cittadinanza a partecipare al presidio. L'appuntamento è per le ore 19.45 davanti all'ingresso di palazzo Cernezzi (lato viale Lecco).

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Partito Democratico - “La dignità è diritto di tutti, anche di chi vive in un alloggio di edilizia pubblica”. Questo il messaggio del Partito Democratico di Como che, oggi lunedì 13 luglio, ha tenuto una conferenza stampa e una visita di denuncia nelle case di via San Bernardino da Siena.Presenti degli esponenti Dem, Angelo Orsenigo, consigliere regionale, Stefano Fanetti, capogruppo PD in Comune a Como, Gabriele Guarisco, consigliere comunale, Vito de Feudis, segretario del Circolo PD di Como Sud ed Elide Greco.“A Como c’è un patrimonio enorme di cui il Comune non si sta prendendo cura. In via San Bernardino sono tanti gli alloggi che necessitano di ristrutturazione per essere resi agibili. Nel frattempo, in attesa di interventi, questi rimangono sfitti. Così si nega una risposta a chi ha bisogno di una casa e non la trova.

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Cominciamo da Como - Per la terza volta, mercoledì sera ci siamo trovati come annunciato fuori dal municipio per proseguire la nostra mobilitazione permanente fino alla definitiva risoluzione della condizione sociale legata alle persone senza fissa dimora. L’azione concreta da parte dell’amministrazione comunale si limita in proposito a interventi trisettimanali di sanificazione dei portici di San Francesco durante i giorni di mercato, che di fatto si traducono semplicemente nello smaltimento di coperte e materassi a disposizione di chi vi dimora. Solo la presenza sul posto del volontariato e della cittadinanza attiva impedisce che venga ogni volta rimosso l’occorrente per dormire insieme a effetti personali, indumenti e documenti. Nel frattempo, lunedì scorso l’assessora alle politiche sociali Angela Corengia ha ulteriormente posticipato di tre mesi l’apertura del dormitorio promesso lo scorso anno.

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