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"Se il summit di Malta servirà ad affrontare il tema migrazione in modo condiviso lo vedremo a inizio ottobre in Lussemburgo al Consiglio degli Affari interni. Se così sarà, potremo dire che l'Italia e l'Europa hanno compiuto importanti passi avanti”. Lo dichiara la presidente nazionale dell’Arci, Francesca Chiavacci, sul summit tenuto nell’isola di Malta con i ministri degli interni. “Finora abbiamo assistito – prosegue – al peggiore trattamento possibile verso persone salvate in mare e atteggiamenti persecutori verso le organizzazioni umanitarie. Il tema – sottolinea -  deve essere europeo nei fatti, non è più accettabile lasciare soli paesi come l’Italia e la Grecia a gestire il fenomeno migratorio. Individuare una soluzione condivisa – rimarca - sarebbe il modo migliore per sconfessare Salvini e i sovranisti. Intanto prendiamo atto con soddisfazione che la Ocean Viking ha finalmente attraccato a Messina con 182 persone tra cui donne e bambini. Siamo convinti – continua - che l'altro tema da affrontare è il rapporto con la Libia, interlocutore, come anche indicato da molti osservatori, criminale. Se tra gli obiettivi del Governo per impedire le partenze c’è il sostegno alla Libia, ci opporremo a una simile scelta. Infine, per aprire seriamente una nuova stagione è necessario mettersi alle spalle la stagione dei decreti sicurezza”, conclude Chiavacci.

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La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo che equipara nazismo e comunismo  è un grave errore sia storico che politico.  Il Parlamento Europeo è un luogo a cui i cittadini guardano con grande attenzione ed ha una funzione educativa primaria, non può dunque permettersi di semplificare o distorcere gli avvenimenti.  Chiunque di noi ha una minima attenzione alla storia politica sa che comunismo e nazismo ad esempio partivano da due presupposti diversi: il comunismo partiva da un presupposto di libertà e uguaglianza, mentre il nazismo aveva come obiettivo la conquista, la sottomissione e la supremazia della “razza superiore”.  Certamente poi il comunismo ha avuto vie diverse che vanno dal criminale stalinismo e alla privazione delle libertà negli paesi sotto l’influenza sovietica ad esperienze che invece in tante parti del mondo hanno contribuito a portare giustizia, emancipazione e a sconfiggere dittature. Esemplare il percorso maturato in Italia a partire da Antonio Gramsci,  l’impegno resistenziale per dar vita alla nostra Repubblica e  alla Costituzione,  la lunga profonda riflessione critica che ha portato alla condanna di un modello distorsivo e illiberare, la figura di Berlinguer, la scelta di  dare casa alle idee di Altiero Spinelli che sedeva al parlamento da indipendente ma eletto nelle liste del pci ecc. ecc.     Il nazismo e il fascismo invece no, hanno avuto un unico percorso  di predominio razziale e di eliminazione scientifica,  non  vi erano in nessuna di queste due  ideologie le parole  libertà e uguaglianza. Non c’è stata distorsione del pensiero nazista: tale era e tale si è manifestato e se è stato sconfitto lo si deve  anche  buona parte all’Urss.   

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L'ANPI esprime profonda preoccupazione per la recente risoluzione del Parlamento Europeo in cui si equiparano nazifascismo e comunismo, per altro in palese contrasto con la risoluzione antifascista, antinazista e antirazzista del 25 ottobre 2018.
In un'unica riprovazione si accomunano oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori, per di più ignorando lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell'Unione Sovietica - più di 22 milioni di morti - e persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata rossa. Davanti al crescente pericolo di nazifascismi, razzismi, nazionalismi, si sceglie una strada di lacerante divisione invece che di responsabile e rigorosa unità.
L'ANPI si augura che al più presto giunga dal Parlamento Europeo, al fine della sua stessa autorevolezza e credibilità, il chiaro segnale di un radicale ripensamento, nel solco dei principi che ispirarono la creazione di un'Europa Unita, figlia dell'antifascismo e delle donne e uomini che si opposero ai regimi nazifascisti e frutto del pensiero dei confinati a Ventotene proprio dal regime fascista.

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L'apertura di una nuova fase politica per il nostro Paese è urgente e in questi mesi difficili abbiamo lavorato per fermare - denunciandola e opponendoci concretamente - una pericolosa deriva populista, reazionaria e sovranista.
La nascita del Governo Conte 2 rappresenta un fatto importante che va nella direzione di questa apertura. Ad esso spetta il compito di non deludere le aspettative suscitate.
La gestione della crisi che ha tenuto al centro il Parlamento, l’ingresso nella maggioranza di due partiti di sinistra, il cambio al vertice del Viminale, il nuovo approccio europeista - leale verso l'Unione Europea ma critico verso l'austerity - sono segnali incoraggianti. Ma rischiano di restare insufficienti per considerare chiusa la stagione dell'odio, del nutrimento delle paure e del conflitto tra ultimi e penultimi, del lessico discriminatorio, sessista e razzista di cui si è resa protagonista la maggioranza gialloverde.
Continuare a usare la retorica dei porti chiusi, tenendo in ostaggio naufraghi e navi che salvano vite umane è un segno che conferma questa insufficienza.
Lo stesso Presidente del Consiglio, che aveva guidato il precedente esecutivo, è chiamato a mostrare con fatti e azioni di governo la volontà di un cambio di direzione.

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