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“Si prosegue con la criminalizzazione del lavoro umanitario, con l'illusione che se si perseguita chi fa monitoraggio e salvataggio in mare, la disperazione di chi scappa da regimi violenti e torture svanisce. Purtroppo non è così”. E’ il commento dell’Arci nazionale al decreto Sicurezza bis approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. “Si accentrano – continua - poteri sul Viminale in materia di migranti e acque territoriali, stravolgendo alcuni dei princìpi fondamentali di diritto internazionale. Si prosegue poi – rimarca - a trattare temi complessi con enfasi politica e in chiave unicamente di ordine pubblico, approccio sbagliato che crea solo conflitti e non risolve alcun problema. Riteniamo inoltre sbagliato prevedere sanzioni per chi, nell'adempimento di un dovere etico e giuridico, salva vite umane altrimenti destinate alla morte. Saranno altri a fare eventuali valutazioni di costituzionalità e urgenza del decreto, ma è chiaro – conclude – che restare umani per qualcuno pare essere proprio una condizione rinunciabile”.

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Com’è noto il mondo della musica è in continua evoluzione anche a seguito delle grandi trasformazioni nella fruizione e distribuzione della musica dovute all’esplosione del digitale, la diffusione del web e l’utilizzo dei social media. La musica dal vivo continua ad essere una grande occasione di promozione della giovane creatività, strumento per sostenere l’accesso alla cultura e promuovere percorsi per combattere l’esclusione sociale e culturale. Purtroppo non è sempre facile organizzare attività in questo ambito. Gli stessi circoli e i nostri festival stanno a fatica cercando di riconfigurarsi per rispondere alle nuove domande e allo scenario musicale in profonda trasformazione, non senza difficoltà.
Le ragioni sono tante e indicano che purtroppo ancora non esiste un progetto organico di sviluppo del settore musicale, dal live alla formazione musicale formale e non formale. La diminuzione costante dei contributi degli enti locali, l’aumento dei costi di realizzazione delle attività, nuove normative spesso confuse, la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e la conseguente diminuzione delle occasioni per praticare e conoscere la musica, delineano un quadro preoccupante. A fronte di tutto ciò sappiamo bene come la creatività musicale del nostro Paese sia, fortunatamente, viva e vegeta. In ogni ambito e genere.

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Sono passati 8 anni e sembra un secolo per gente che ha perso la memoria. Eppure 8 anni fa, il 12/13 di giugno, 27 milioni di italiani si pronunciavano per l'acqua pubblica.
Un popolo si recò alle urne....un popolo vero, non sospinto dai partiti che remavano tutti contro, non sollecitati dai talk show, quasi tutti altrettanto contro....solo popolo e comitati e autorganizzazione dal basso. 8 anni non sono il “decennale” ma forse vale la pena lo stesso di celebrarlo questo anniversario, dal momento che in sordina il parlamento sta cancellando la nostra legge di iniziativa popolare.
Celebrarlo mentre l'UNICEF e L'Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono che: 1 persona su 3 nel mondo non ha accesso ad acqua sicura da bere. Circa 2,2 miliardi di persone nel mondo non hanno servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza, 4,2 miliardi non hanno bagni gestiti in sicurezza e 3 miliardi non hanno servizi di base per lavarsi le mani. Si muore per questo, si scappa dal proprio paese per questo. Forse mi illudo, ma forse è possibile promuovere una iniziativa pubblica, grande, con tutti coloro che hanno continuato a lavorare per L'acqua diritto Umano e bene Comune. Con gli intellettuali e gli artisti che generosamente ci diedero una mano. Con i ragazzi che chiedono di fermare il riscaldamento della terra, con il movimento delle donne ecofemminista, con chi mette in piazza con il Gay Pride centinaia di migliaia di persone, con chi si batte per i diritti degli emigranti, con i sindacati e i pensionati, con chi si riconosce nella Laudato SI di Papa Francesco. Con chi ha fede, con chi non ce l’ha e con chi per un verso o per l'altro vuole: Restare umano.  Perchè non si può restare indifferenti di fronte a un simile scempio della VITA e della DEMOCRAZIA.

Ambiente,Braga (PD):”sull’emergenza climatica il premier conte vive su un altro pianeta”

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“Sul fatto che la crisi climatica non possa essere risolta da un solo paese siamo tutti d’accordo ma il ritardo e i tentennamenti dell’Italia sul tema iniziano ad essere imbarazzanti. Conte non ha sottoscritto l’impegno alla riduzione delle emissioni in occasione del recente vertice europeo in Romania, la sua maggioranza e il Governo non dichiarano la crisi climatica in Parlamento bocciando la risoluzione del PD al Senato, smantella la Struttura di missione per la prevenzione al rischio idrogeologico, si accontenta di condividere la prossima COP26 – forse – con la Gran Bretagna. Non servono i selfie con Greta Thunberg occorre agire ora, partendo dalla proposta del Partito Democratico di un Piano per 50 miliardi di euro destinati a generare crescita e lavoro sostenibile”. Così commenta le dichiarazione del Premier Conte l’On. Chiara Braga, capogruppo PD in VIII Commissione Ambiente e Responsabile del Partito Democratico per Agenda 2030 e Sostenibilità.

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