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Contestata la Giuria del Premio Acqui Ambiente. La selezione di otto finalisti operata dalla Giuria della XI edizione del “Premio letterario biennale 2016-2017 Acquiambiente” rappresenta una scelta culturale e politica in netta contraddizione con lo spirito che lo costituì nel 1997. Come se essa ignorasse che il Premio è dedicato a Ken Saro Wiwa, cioè a un artista nigeriano che come militante ambientalista pagò con l’impiccagione la lotta contro le multinazionali del petrolio devastatrici del territorio e della sopravvivenza delle popolazioni. Come se ignorasse che, sotto il titolo, la dedica del Premio recita: “A perenne memoria delle donne e degli uomini della Valle Bormida che per generazioni hanno combattuto per i loro diritti civili a difesa dell’integrità ambientale della loro Valle. Si può considerare la scelta degli otto libri finalisti come una celebrazione delle lotte ideali per le quali Ken Saro Wiwa dedicò la vita? E’ ammissibile che la Giuria ignori il contesto territoriale in cui si conferisce il Premio, e cioè che da cinque anni i Comitati della Valle Bormida stanno proseguendo, contro la multinazionale Riccoboni, la lotta avviata e mai conclusa contro l’Acna di Cengio? Non è snaturato un Premio che si celebra nella cornice mondana e festaiola di Villa Ottolenghi di Acqui Terme , mentre nelle stesse ore migliaia di cittadini della Valle manifestano con trattori e striscioni nelle vie di Alessandria? Troverebbe strano, la Giuria, una contestazione dei Comitati ai cancelli della villa (peraltro sponsorizzata per una vendita miliardaria con contributi pubblici)? La selezione della Giuria ha snaturato il Premio Acquiambiente. Cosa intende questa Giuria per “Ambiente”? (continua).

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Questo è un appello urgente per la pace. Un appello alla civiltà suprema del dialogo, della sua umanità, della sua intelligenza. Leggiamo e apprendiamo di bombe, di grandi eventi nucleari, di raid preventivi. Un irresponsabile e impressionante gioco alla guerra che deve essere subito fermato. Chiediamo con forza alle Istituzioni internazionali, ai Governi del mondo che si metta a tacere l'assurdo di queste intenzioni che porterebbero a effetti disastrosi e di morte già tragicamente vissuti. Facciamo appello alle cittadine e ai cittadini affinché si mobilitino per diffondere il piu' possibile voci e iniziative di pace, anche in nome della nostra Costituzione che sempre ci ricorda che "l'Italia ripudia la guerra".

Carlo Smuraglia – Presidente Nazionale ANPI,
Francesca Chiavacci – Presidente Nazionale ARCI
Susanna Camusso – Segretario generale CGIL
Annamaria Furlan – Segretario generale CISL
Carmelo Barbagallo – Segretario generale UIL
Roberto Rossini – Presidente Nazionale ACLI

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di Dario Minotti

Tra loro si chiamano semplicemente “Briganti”. Vengono da tutta Italia, sono lavoratori o studenti, qualcuno è in pensione. Sono le Brigate di Solidarietà Attiva. nate all'indomani del terremoto dell'aquila nel 2009 su iniziativa di Rifondazione Comunista. I briganti riescono sovente ad aggregarsi tra loro nei luoghi dell' intervento o anche grazie alla combinazione di passaggi-auto.
Alcuni tra loro hanno, infatti, il compito di mettere in contatto i volontari che provengono dagli stessi territori e facilitare così lo una sorta di autostop organizzato, al fine di ridurre al minimo le spese di trasporto. A volte c'è chi nel frattempo trasporta anche i materiali in donazione raccolto nelle proprie città. Entrare a far parte delle« Brigate di Solidarietà Attiva» è facile: vai sul sito e compili il Form e il nucleo operativo dei volontari di coordinamento degli arrivi ti ricontatta tempo una settimana.  C'è chi si unisce al gruppo tra un esame e l'altro e chi nel susseguirsi snervante dei rinnovi contrattuali. All'interno delle “Brigate” vi si trovano anche persone che vivono una fase di ripensamento delle proprie scelte di vita o che sono in attesa di un nuovo impiego, o della fatidica chiamata e nel mentre, cercano di darsi da fare; attivamente. Tutti sono comunque fortemente motivati a partecipare all'opera in sostegno agli abitanti vittime di disagi ambientali ( terremoti, inondazioni,). Il motto che si legge in quasi ogni magazzino o nei punti di “Spaccio popolare è « Uniti siamo tutto. Divisi siam canaglia», e anche «Dal popolo per il popolo».
Gli interventi operativi di questi manipoli di volenterosi sono effettuati con pochi e semplici mezzi: furgoni , macchine private, carrelli elevatori e altri attrezzi. L'intervento è capillare, diffuso e poco impattante. I volontari agiscono quasi in sordina. Ma il sostegno alle persone arriva quasi in maniera domiciliare e mirata: calibrata sulle specifiche necessità di ognuno. Ciò che più conta, ciò che fa guadagnare la fiducia delle persone verso le BSA è la costante presenza dei volontari anche se sempre diversi e sempre da ogni parte diversa d'Italia.
Anche le forze dell'ordine conoscono bene ormai la pettorina gialla con le scritte rosse; una specie di abito lasciapassare cui le autorità portano quasi un silenzioso rispetto.

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 “Questa legge arriva all'approvazione dopo tre anni, una larga mobilitazione da parte di associazioni dedicata alla tutela dei minori, di Sindaci e Amministratori impegnati in prima linea per trovare soluzioni”. Lo dichiarano i deputati comaschi del Partito Democratico Chiara Braga e Mauro Guerra dopo il via libero definitivo dell’Aula della Camera alle norme volte a proteggere i minori stranieri non accompagnati.  

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