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Presentazione del dossier “Il costo della ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato” giovedi' 16 maggio Milano
Si è scatenata, ormai da settimane su stampa e media nazionali una accanita campagna tesa a screditare i contenuti qualificanti della proposta di legge sulla gestione pubblica dell’acqua che dovrebbe arrivare a fine maggio alla discussione in aula parlamentare. Parliamo della proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque” ripresentata in questa legislatura dal M5S, e che ricalca i contenuti del testo a supporto del quale il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, già dal lontano 2007 aveva raccolto oltre 400 mila firme.
Il principale elemento del contendere riguarda la forma di gestione. Sono ancora oggi numerosi, fra gli amministratori pubblici, i gruppi politici, i media e gli esponenti di gruppi privati, coloro che sostengono che in Italia “l’acqua è già pubblica”, in quanto i gestori sono società a totale o a prevalente capitale pubblico. Ma non è affatto così!
I titolari di quote di una società possono pur essere (tutti o in prevalenza) soggetti pubblici, ma una “società” in quanto tale resta regolamentata dal codice di diritto privato, ed avrà pur sempre lo scopo principale di fare utili.
Le cose potranno sostanzialmente cambiare con l’approvazione e l’entrata in vigore della nuova legge così come presentata.