Sulla situazione che si è creata dentro la Giunta comunale e la maggioranza di Mariano Comense interviene Stefano Poltronieri, segretario del Circolo Pd. “Per quanto ci riguarda, non c’è nessun problema sul fatto che il sindaco Giovanni Marchisio non abbia rinnovato l’iscrizione al partito: può dispiacerci, ma non è certo una questione di tessera la fiducia che abbiamo riposto in lui nel 2014. Anzi, confermiamo che come Pd, assieme alle altre forze di maggioranza, continuiamo a sostenere indiscutibilmente la nostra Giunta”.
Il punto, semmai, è un altro, per Poltronieri: “È evidente che il sindaco ha preso un’altra strada. Quindi, ora, quello che ci interessa è che il programma di governo che ci ha fatto vincere le elezioni continui a essere portato avanti. Voglio solo ricordare che del nostro progetto iniziale abbiamo realizzato alcuni importanti impegni: la riorganizzazione del Comune, la messa in sicurezza della Roggia Vecchia, l’adesione al Parco delle Groane, che significa più tutela per il nostro territorio e meno consumo di suolo. Non da ultimo, voglio ricordare a tutti che il Pd e le liste civiche Mariano 2.0 e Progetto Mariano Brianza non sono subentrate alla Lega e al centrodestra, ma al commissario prefettizio, poiché chi oggi si erge a difensore della legalità e del buon governo, non è stato in grado di portare a termine il proprio mandato, lasciando il comune in cocci. Per chi avesse la memoria corta, è la Lega che ha speso quasi 2 milioni di euro in progetti per piazza Granda, con la creazione di un parcheggio. E vogliamo ricordare il fallimento dell’operazione Paina calcio che ha lasciato al centrosinistra l’onere di pagare i debiti del fallimento?”.
“Incapacità? Pasticci? Mancanza di programmazione seria? Forse anche una commistione di questi problemi, ma quello che sta accadendo sulle piste ciclabili, a Como, è vergognoso ed è incredibile che un progetto approvato ancora dalla Giunta Lucini e avviato ormai più di due anni fa non sia finora partito”, lo dice Tommaso Legnani, segretario cittadino del Pd, commentando la notizia dell’ennesimo stop al progetto.“Forse non è chiaro, e dobbiamo dirlo chiaramente ai cittadini, che stiamo parlando di soldi già stanziati che il Comune di Como non sta utilizzando e che rischia di perdere. Viene il dubbio che l'amministrazione Landriscina lo stia facendo apposta per non fare le piste ciclabili che non sono esattamente nelle corde del centrodestra e comunque hanno già trovato vivaci contestazioni da parte di alcune categorie”, incalza Legnani.
Domenica 16 dicembre 2018 riapre al pubblico – dopo alcuni lavori di restauro - il Museo di Villa Bernasconi, l’originale realtà museale ospitata nell’omonima splendida villa Liberty a Cernobbio, sul Lago di Como. Non un museo nel senso tradizionale del termine, bensì un’esperienza fatta di suggestioni e connessioni guidate dalle #vocidivilla: un percorso innovativo e interattivo tra contenuti multimediali, oggetti e documenti storici in prestito da collezioni museali e private, ma anche attraverso esperienze multisensoriali.
LE NOVITA’
Oltre ai rinnovati spazi tra cui la Mansarda, ora attrezzata per ospitare atelier creativi e didattici, la “Casa che parla” – come si autodefinisce il Museo, dove è la villa stessa a raccontarsi e a condurre i visitatori lungo un itinerario alla scoperta della sua storia e delle persone che vi hanno abitato dal 1906 in poi – si ripresenta ora al pubblico ancora più multiesperienziale e interattiva, grazie anche ai nuovi allestimenti realizzati con i contributi assegnati nell’anno 2018 da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.
“Per quanto successo nel weekend appena trascorso e in previsione di quello a venire, come residenti di Como non possiamo non notare che, nonostante gli ottimistici comunicati rilasciati dal Comune, la città sia finita paralizzata dal traffico”, lo dice Matteo Introzzi, segretario del Circolo Pd Como Convalle, preoccupato, assieme ai suoi concittadini, di cosa lo dovrà aspettare da domani in poi, per l’ennesimo lungo week end di Città dei Balocchi.
“Occorre, a nostro avviso, interrogarsi profondamente se la vivibilità di una città debba essere sacrificata sull’altare di una celebrazione che sempre più si discosta dallo spirito per la quale è stata concepita e sempre più diventa un enorme spot pubblicitario – continua Introzzi –. E questo non per Como e le sue eccellenze, se non marginalmente, ma al contrario per coloro che spesso provengono da fuori provincia o fuori regione e che hanno deciso di investire in uno spazio commerciale nelle vie di massima affluenza del centro storico”.
“Spiace dover ancora una volta constatare, a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata mondiale delle persone disabili, il 3 dicembre, l’inerzia del Comune di Como nell’eliminazione delle barriere architettoniche”. Lo afferma la deputata comasca Chiara Braga, capogruppo PD in Commissione Ambiente, da anni impegnata su questo fronte in Parlamento.
“Garantire il più possibile una vita indipendente e accessibile alle persone - continua l'esponente dem - dovrebbe essere la priorità in una società civile come la nostra. Il tema dell’accessibilità delle nostre città, a partire dalle persone con disabilità, attiene infatti alla qualità della vita non solo di chi vive sulla propria pelle le difficoltà di muoversi negli spazi pubblici e privati ma anche dell’intera comunità. Case, scuole, luoghi di lavoro, spazi pubblici e di socialità dovrebbero essere universalmente accessibili a tutti”.
Sono stati presentati in Consiglio Regionale i risultati della ricerca a cura dell’Università degli studi di Milano sui costi sociali del gioco d’azzardo problematico.
"I dati presenti oggi a Palazzo Pirelli confermano la dimensione e la gravità del fenomeno del gioco d’azzardo patologico e problematico –dichiara il Vicepresidente del Consiglio Regionale, Carlo Borghetti, che insieme agli altri membri del Comitato paritetico di valutazione e controllo ha promosso questa rilevazione–. In Italia nel 2017 si sono spesi più di 100 miliardi di euro nei giochi d’azzardo, una cifra enorme, con un aumento del 6% rispetto al 2016 e addirittura del 142% se si prende il 2007. Con una spesa pro-capite, tra i cittadini con più di 18 anni, di 1.697 euro. Accanto a questi numeri vi sono quelli che riguardano l’altissimo costo sociale del fenomeno, parliamo di oltre due miliardi e mezzo di euro dovuti ai costi sanitari per le cure dei dipendenti da gioco, all’accompagnamento per il reinserimento sociale di chi perde il lavoro, al sostegno alle famiglie coinvolte e messe a dura prova e a quelli dovuti per gli interventi delle forze dell’ordine e della magistratura. Praticamente un vero e proprio gioco a perdere da parte dello Stato monopolista del settore che “incassa” meno del 10% del giocato.”
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