La recente assemblea delle associazioni del coordinamento ha sancito la trasformazione di Rete Comasca Disabilità in Ledha Como, che diventa così il referente di LEDHA per il territorio comasco
Como, 20 febbraio 2017 – Il coordinamento interassociativo Rete Comasca Disabilità, nato nel 2010, è diventato ufficialmente il referente di LEDHA, la federazione delle associazioni lombarde per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, per il territorio della provincia di Como. Lo ha deciso la recente assemblea che, di fatto, ha ratificato i passaggi già iniziati nel corso del 2016. Resta invariata la sede legale, mentre cambieranno a breve numero di telefono e indirizzo email, che verranno comunicati appena disponibili.
Cresce in questo modo la rete lombarda Ledha, la federazione delle associazioni lombarde per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, della quale Rete Comasca Disabilità faceva
parte fin dalla sua fondazione, e migliora la capacità dei coordinamenti locali di relazionarsi con le istituzioni e i partner a livello locale.
“Il nostro obiettivo è quello di proseguire e migliorare le attività e le iniziative che dal 2010 abbiamo promosso sul nostro territorio come Rete Comasca Disabilità”, ricorda Viviana
Tombolillo, presidente di LEDHA Como, “entrare a far parte della rete di LEDHA era il salto di qualità necessario, anche alla luce dei cambiamenti sociali e normativi di questi ultimi anni.”
Alle associazioni “storiche” che avevano costituito il Coordinamento nel 2010, se ne sono aggiunte negli ultimi tre anni alcune nuove, e oggi sono 11 i membri attivi (AISLA, AISM,
ALBINIT, ARCOBALENO Onlus, Associazione IL GRANELLO INSIEME, SOLARE, PRIMAVERA, UILDM, COMITATO LOMBARDO PER LA VITA INDIPENDENTE/COMODALBASSO, OdV ANFFAS
COMO, OdV ANFFAS CENTRO LARIO E VALLI)
Compito di Ledha Como sarà quello di proseguire nel lavoro finalizzato a garantire il rispetto dei diritti delle persone con disabilità su diversi fronti, come ha sempre fatto in passato, ma
l’associazione si candida oggi a rielaborare il proprio ruolo nei rapporti con gli enti locali interessati nei vari percorsi e progetti che coinvolgono le persone fragili, avendo alle spalle la
struttura e la consolidata esperienza di Ledha regionale e le competenze - anche legali - del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi.
Pur avendo costituito nel corso del tempo al proprio interno, e in sinergia con Ledha, una serie di gruppi di lavoro ad hoc, in questa fase sarà molto importante per Ledha Como focalizzarsi su alcuni temi
strategici. Questo permetterà di darsi un nuovo metodo di lavoro che possa garantire un concreto supporto nella soluzione delle diverse situazioni di fragilità del territorio.
Un’attenzione ancora più particolare verrà data dunque al funzionamento dello sportello informativo condiviso, realizzato grazie alla messa in rete delle risorse di alcune delle associazioni che
fanno parte del coordinamento territoriale.
Coordinamento interassociativo comasco per i diritti delle persone con disabilità
"Finalmente è stato sbloccato il fondo regionale da 10 milioni di euro per l'edilizia scolastica.
La priorità massima per l'utilizzo di questi fondi sarà, come abbiamo chiesto e ottenuto, legata a interventi di rimozione dell'amianto. E' da più di anno che il M5S, in Commissione e Consiglio regionale, tiene alta l'attenzione su questo tema praticamente assente dal dibattito politico. L'anno scorso erano almeno 886 gli istituti in cui era censita la presenza di materiale cancerogeno. Da qui una serie di atti che hanno impegnato la Giunta regionale a intervenire: l'amianto va rimosso al più presto.
Questa è una importante vittoria del Movimento 5 Stelle, finalmente le politiche regionali si occupano di problemi concreti come il rischio per la salute nei luoghi dove i nostri figli e gli operatori scolastici trascorrono moltissime ore", così Andrea Fiasconaro, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia.
"Ora i Comuni si devono attivare al più presto per essere pronti con progetti cantierabili per partecipare al finanziamento. E' importante il contributo di tutti per liberare le scuole lombarde dall'amianto. Non dimentichiamo che ci potranno essere risorse aggiuntive a disposizione: Regione Lombardia le integri nel fondo al più presto", conclude Fiasconaro.
Dalla giornata di oggi, sabato 18 febbraio, è iniziato ufficialmente il percorso delle “PRIMARIE per COMO 2017”, che porterà al voto nella giornata di domenica 26 marzo 2017. Con questo percorso vogliamo promuovere la massima partecipazione delle cittadine e dei cittadini comaschi alla scelta del candidato alla carica di Sindaco di Como, nella maniera più aperta, democratica e trasparente.
Le primarie uniranno la coalizione intorno a un’autorevole candidatura, portatrice di un programma condiviso, capace di guidare la campagna elettorale e di governare il Comune di Como nell’interesse della città e dei cittadini, per l’intero mandato amministrativo 2017-2022.
Nelle prossime settimane, il Comitato organizzativo si occuperà di promuovere questo strumento, informando e coinvolgendo i cittadini comaschi e mettendo in campo ogni iniziativa per favorire la più ampia partecipazione alle primarie, tra cui l’organizzazione di dibattiti pubblici tra i candidati.
Il termine per la presentazione delle candidature è stato fissato a lunedì 6 marzo. I moduli per la presentazione delle candidature sono a disposizione presso la sede del Comitato organizzativo delle primarie, in via Regina Teodolinda 17.
Partito Democratico – Città di Como
Como Civica
Italia dei valori – Insubria bene comune
Apprendiamo da un articolo di stampa locale che l’amministrazione comunale di Como, nella persona dell’Assessore Iantorno, dimostra ancora una volta la mancanza di volontà politica per gestire il problema dell’ #accoglienzafredda.
Siamo perfettamente a conoscenza del fatto che la Rete Como Senza Frontiere (di cui fa parte, tra le altre realtà, anche la nostra Federazione Provinciale), ha fatto una richiesta ufficiale per ottenere la concessione per l’utilizzo del drop-in (ex area Stecav) come dormitorio per i migranti che non vengono ammessi nel “campo governativo”.
Attualmente, nonostante il campo sia sottoutilizzato, a causa dell’eccessiva burocratizzazione con cui si seleziona “chi ha diritto a non morire di freddo e chi no”, un centinaio di persone trovano ogni notte aiuto e riparo solo grazie, ancora una volta, a gruppi di volontarie e volontari che per mezzo di “ronde solidali” li accompagnano presso l’appartamento diS.Eusebio e alla Parrocchia di Rebbio.
Definire delle persone “illegali” (perché parlare di “persone in regola con le leggi” – significa considerare tutte le altre illegali) ci indigna, perché si sta parlando prima di tutto donne, uomini e minori che, a prescindere dalle loro origini, hanno il diritto ad avere un posto dignitoso dove dormire. Inoltre sottolineiamo con forza che la loro condizione è la conseguenza di leggi scellerate quali la “Bossi-Fini” ed il “Dublino3” che gettano le persone nel limbo dell’”illegalità” e le trasformano in “senza fissa dimora di stato”.
Pertanto chiediamo che si smetta di cercare scuse e che finalmente l’Amministrazione Comunale agisca concretamente smettendo di “immaginare soluzioni”, sperando che con un’accoglienza inadeguata si riesca a fermare la determinazioni di chi ha attraversato mari e deserti, fuggendo da violenza, guerre, e morte certa, in cerca di una vita migliore.
La Regione Lombardia, con deliberazione di Giunta dello scorso 30 Gennaio, ha proceduto ad una classificazione dei pazienti cronici in cinque livelli di bisogno ed ha deciso che la presa in carico esclusiva del loro percorso di cura sia effettuata da parte di “soggetti gestori”, pubblici ma anche privati accreditati, selezionati dalle ATS (Agenzia per la Tutela della salute) già entro il prossimo mese di Giugno.
La stessa deliberazione riserva però ad atti successivi ogni definizione sia dei requisiti d’idoneità dei Gestori, sia delle caratteristiche e dotazioni dei loro Centri Servizi, relegando inoltre i Medici di Medicina Generale ad un ruolo marginale e poco definito, non solo nella cura del paziente cronico, ma anche nella preliminare definizione del suo Piano di Assistenza Individuale.
Nessun cenno invece - sempre da parte della Regione - alle modalità di costituzione dei PreSST, quei Presidi Sociosanitari Territoriali che la riforma regionale avrebbe dovuto mettere al centro dell’integrazione socio-sanitaria. Nel Piano Organizzativo Strategico (POAS), in attesa di approvazione regionale ormai da Ottobre 2016, l’ASST Lariana, si limita ad ipotizzarli sul territorio senza però alcuna progettazione organizzativa, dichiarandosi in attesa delle ulteriori indicazioni regionali in merito alle loro modalità costitutive.
La Cittadella della Salute di Via Napoleona, in stretto collegamento con le Cure Primarie erogate dai Medici di Medicina Generale e con i Servizi sociali dei Comuni, avrebbe dovuto in breve tempo prendere in carico, in un luogo fisico riconoscibile ed accessibile, la persona e il complesso delle sue fragilità. Invece la sua realizzazione non è ancora scontata e l’ASST si è limitata sinora ad un mero “trasloco” di alcune attività territoriali dell’ex ASL.
In questo scenario, il Comitato Cittadella della Salute esprime forte preoccupazione per il ruolo che l’ASST Lariana potrà giocare, nel prossimo futuro, con la propria Rete Territoriale in quella che si è ormai delineata come la partita fondamentale della salute pubblica.
Partita che, ostacolato di fatto lo sviluppo del progetto della Cittadella, rischia di consegnare, nel nostro territorio, al privato accreditato, notoriamente più agile nei riposizionamenti sul “mercato” sanitario, il monopolio nella gestione della più importante fascia di utenza, quella che trarrebbe invece il maggior beneficio solo da una vera integrazione dei servizi pubblici, sanitari, socio-sanitari, sociali e previdenziali.
Questa integrazione può essere anche l’ultima carta da giocare per delineare il futuro dell’area dell’ex Ospedale Sant’Anna che, non trovando acquirenti per la parte da privatizzare, può solo puntare sul volano di una Cittadella dei servizi pubblici.
Così il circolo cittadino e la federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista esprimono la loro contrarietà alla decisione dell’Amministrazione comunale di revocare i permessi per i disabili nelle aree pedonali del centro città.«Non si può non essere d’accordo sull’esigenza di pedonalizzare alcune aree della città, come pure sulla considerazione che 2500 permessi avrebbero messo in questione l’intera misura. Tuttavia, in una città in cui il 25% della popolazione è anziano e in cui intere fasce di popolazione hanno notevoli difficoltà a muoversi celermente a piedi, la scelta dell’Amministrazione rischia di rendere intere aree della città inaccessibili.Vi è una evidente necessità – proseguono il segretario cittadino Stefano Rognoni e il responsabile provinciale organizzativo Fabrizio Baggi - di effettuare maggiori controlli sulla concessione dei pass per disabili, anche al fine di evitare che tali permessi vengano utilizzati da loro famigliari al solo scopo di accedere con la vettura in zone altrimenti vietate. Ma penalizzare tutti per l’incapacità di far rispettare le norme del vivere civile è un’opzione inaccettabile oltre che una violazione di leggi nazionali» Come ha ricordato infatti Ledha Como la convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità è stata recepita dalla normativa italiana nel 2009.Il partito accusa quindi il Comune di non operare la necessaria inclusione nel prendere le proprie decisioni: «Crediamo che l’Amministrazione dovrebbe operare maggiore coinvolgimento delle realtà presenti in città anziché procedere in maniera arbitraria per portare a compimento misure spot che si trasformano in boomerang.Come Partito della Rifondazione Comunista – dichiarano Fabrizio Baggi e Stefano Rognoni– siamo impegnati nella costruzione di un’alternativa per la città che porti la Prossima Como ad essere inclusiva e a operare per la tutela delle fasce più deboli della società che ad oggi sono completamente inascoltate».
Seguici, sostienici e collabora.
|
Contattaci |
Sostieni oggi le nostre attività, inviando il tuo contributo a: ASSOCIAZIONE NOERUS IBAN IT28Z0306910928100000000139 (ISP) |