In seguito all’articolo apparso il 2.2.2017 su “La Provincia di Como” (riguardante la proposta di Metropolitana leggera), il Comitato Pendolari ferrovia Como-Lecco, e le associazioni Comointreno, Legambiente di Cantù e Circolo Ambiente Ilaria Alpi, esprimono la loro opinione.
A nostro parere non è necessario inventarsi la metropolitana leggera ma bisogna impegnarsi prima di tutto per potenziare il servizio e, parallelamente, parlando di infrastrutture, lavorare al miglioramento dell’infrastrutture per elettrificare la linea, almeno fino a Cantù. Ricordiamo infatti che la metropolitana leggera ce l'abbiamo già, sono i treni S10 svizzeri che però oggi si fermano ad Albate Camerlata, a soli 6km da Cantù. Basterebbe prolungare il servizio S10 fino a Cantù.
Dato che l’Amministrazione Comunale di Cantù, a quanto si evince dall’articolo di cui sopra, sembra decisa a portare al tavolo del trasporto pubblico in regione, per il mese prossimo e col sostegno del Comune di Como, questa idea di collegamento veloce tra Cantù e Como – durata 12’ - che in effetti esiste già, noi invitiamo la politica a chiedere SUBITO a Regione Lombardia di stilare un progetto di elettrificazione e potenziamento della linea per avere un servizio suburbano e RegioExpress sulla Como-Lecco così come abbiamo proposto noi.
Nell’articolo si legge la chiara volontà dell’Assessore Di Febo del Comune di Cantù a rafforzare il collegamento con il trasporto su ferro, riportando l’attenzione sull’ex capolinea di Via Vittorio Veneto con un progetto già illustrato al tavolo con i rappresentanti in Regione e con Rfi. Si legge inoltre l’attenzione garantita anche dal Sindaco Lucini e dall’assessore Gerosa verso l’estensione del collegamento verso Erba.
Siamo a conoscenza che esiste un lavoro che si sta facendo in questi giorni in provincia e che coinvolge, anche se in minima parte, la Como-Lecco.
La nuova Agenzia TPL di Como-Lecco-Varese (ente che ora gestisce il TPL) ha infatti tempo fino a Marzo per emettere il "piano di bacino", ovvero quel documento che descrive come dovrà essere fatto il Trasporto Pubblico Locale nel nostro bacino, che darà poi origine ad una gara per l'affidamento dei servizi. E' quindi questo il momento in cui si decide che forma avrà il servizio bus all'interno delle nostre province.
(Roma, 04 febbraio 2017) "Abbiamo chiesto al ministro dello Sviluppo Economico se sia a conoscenza dei rilevanti disagi riscontrati nella fruizione dei servizi postali che la nuova programmazione della consegna a giorni alterni adottata da Poste Italiane sta procurando a cittadini, famiglie e imprese in tutta la provincia di Como, e quali iniziative intenda assumere affinché queste evidenti criticità vengano risolte”. Lo dichiarano i deputati comaschi del Partito Democratico Chiara Braga e Mauro Guerra firmatari di un’interrogazione a risposta scritta indirizzata al ministro Calenda, presentata ieri alla Camera dei Deputati.
“Forti – spiegano i deputati dem - sono infatti i disservizi causati dall'attuazione del nuovo modello di invii postali a giorni lavorativi alterni rilevati in tutto il territorio comasco, testimoniati quasi quotidianamente da cittadini frustrati da quello che è ormai divenuto un mal funzionamento sistematico e costante della consegna della corrispondenza”.
"I centri di smistamento – scrivono i due parlamentari nel testo dell’interrogazione - molto spesso raggiungono il collasso con volumi enormi di posta in giacenza. E’ il caso, ad esempio, avvenuto qualche mese fa nell’ufficio di Dongo dove sono state registrate permanenze di posta superiori addirittura alla tonnellata. I ritardi nella consegna della posta, in particolare di bollette per utenze primarie come luce, gas e acqua si fanno ogni giorni sempre più pesanti e intollerabili per cittadini, famiglie, imprese. In città il recapito funziona a singhiozzo, la corrispondenza frequentemente viene bloccata e le linee di rientro per il ritorno delle raccomandate dagli uffici postali più distanti soppresse. A Cantù, Cucciago e Fino Mornasco la distribuzione ha cadenze molto irregolari, in genere una volta la settimana, le bollette recapitate già scadute o addirittura dopo l’arrivo dei solleciti, mentre per ricevere una prioritaria i tempi di attesa si allungano fino a tredici giorni. A Rovellasca i ritardi di lettere o fatture spedite anche nelle immediate vicinanze toccano i ventuno giorni. Nella Valle d’Intelvi e nel Ceresio capita abitualmente di rimanere per più di una settimana senza ricevere posta e i cittadini sono costretti a recarsi direttamente al centro di smistamento di riferimento per recuperarla".
“Intendiamo stigmatizzare – commenta Giacomo Licata, segretario generale della Camera del Lavoro di Como – la scelta del CdA che, a nostro avviso, getta discredito anche sulla politica. Non crediamo di affermare nulla di nuovo evidenziando che la nomina dei componenti è frutto di un intesa tra le principali forze politiche a cui fanno riferimento i soci. Per queste ragioni, ci aspettiamo dai sindaci e dai rappresentanti della politica comasca una presa di distanza da una nomina sbagliata, costosa e inutile.Ora speriamo che i sindaci prendano in mano la situazione”.
“Nelle scorse settimane abbiamo evidenziato con forza come il processo di implementazione del gestore unico presentasse qualche criticità, per usare un eufemismo” – sostiene Giuseppe Augurusa responsabile ufficio legale con delega alle partecipate per la Cgil di Como- “a sedici mesi dal conferimento del Consiglio Provinciale al gestore unico la gestione è di fatto plurima, con le Società operative territoriali che operano ancora con contratti di servizio e senza un’unica modalità di bollettazione. Non si intravede soluzione praticabile con la componente privata per le Società a capitale misto finalizzata alla loro pubblicizzazione, in particolare con Comodepur nella quale è rilevantissima la partecipazione del capoluogo di provincia. A sette mesi dalla selezione dell’advisor per un incarico della durata complessiva di dodici, non v’è traccia di valutazione degli asset che consentano nei tempi stabiliti dal cronoprogramma di avviare le fusioni per incorporazione delle SOT in Como acqua, trasformando un contenitore vuoto in un impresa. A poco meno di un anno dall’avvio del tavolo di confronto con le OO.SS. sul personale, interrotto all’indomani della nostra denuncia di dicembre, mentre resta ancora piuttosto vaga la pianta organica futura tra dipendenti delle SOT, lavoratori in economia impiegati nei Comuni e personale della divisione idrica di Acsm, le uniche cose evidente sono la nomina di un direttore generale in un’azienda ancora priva di dipendenti per 480.000 euro in tre anni, le dimissioni di una competente presidente del CdA non certo per motivi familiari e, tra molte riunioni di partito, neppure il tempo una convocazione dei Comuni soci che, a nostro avviso, ne avrebbero se non il diritto, almeno il desiderio. Un po’ poco per un’azienda che si candida ad essere la prima impresa pubblica della provincia”.
Ci risiamo. Chiusa di notte la ex Guardia medica di Lomazzo.
Continua l’inarrestabile voglia di limitare i servizi pubblici in ambito sanitario nella provincia di Como. Questa volta il diktat viene dall’Agenzia di tutela della salute Insubria che ha deciso la chiusura del servizio di continuità assistenziale di Lomazzo “per tutelare l’incolumità dei medici che vi operano”.
Proprio con tale motivazione si decide di violare il diritto alla salute (tutelato, lo ricordiamo sempre, dall’art.32 della Costituzione) nella fascia notturna in una cittadina di quasi diecimila abitanti!
Non ci sembra che Lomazzo sia Detroit per prendere un provvedimento così assurdo e dannoso per la popolazione, adesso costretta a recarsi ad Appiano Gentile o Fino Mornasco dopo le venti e sino alle sei del mattino.
Ecco che l’interesse della collettività di cui parla la Costituzione ancora una volta cede il passo a giustificazioni che non reggono né sul piano giuridico né sociale perché a questo punto andrebbero chiuse anche le altre sedi limitrofe.
Questa decisione è stata presa dopo aver sentito medici e cittadinanza oppure è stata calata dall’alto come già accaduto in passato?
La Federazione Provinciale del PRC esprime non solo preoccupazione ma anche disagio dinanzi ad un provvedimento ingiustificato che crea enormi disagi ad una popolazione che sulla continuità assistenziale ha già subito restrizioni di ogni tipo.
Gianluca Giovinazzo
Responsabile Sanità PRC/SE di Como
Sono stati diffusi oggi i dati sull'attività dell'Ufficio vertenze legale della Cgil di Como.
"Sono aumentati i numeri dei fallimenti in provincia di Como, ma sono minori i valori economici - spiega Chiara Mascetti, segretaria organizzativa della Cgil - inoltre, sono aumentati i licenziamenti per motivi disciplinari, strumento utilizzato in misura maggiore dalle aziende.
I dati, per la prima volta, riportano la cifra delle dimissioni telematiche: sintomatico di una parte del mondo del lavoro che cambia".
"I numeri si rivolgono sempre più ad aziende molto piccole, che compongono la maggior parte del tessuto del territorio - continua Giuseppe Augurusa, responsabile Uvl Como -
i dati sui fallimenti del 2016 afferenti il Tribunale di Como e che segnano un incremento del 13%, non fanno che confermare la durezza della fase economica che oramai da molti anni, stiamo attraversando. «I timidi segnali di ripresa, sempre per la verità annunciati con un po’ di pudore da chi teme di essere smentito il giorno dopo, non trovano riscontro nella prassi del sistema d’impresa; almeno in una sua parte Negli anni della crisi abbiamo più volte definito questi tempi difficili come la fase del "cambio del paradigma" del sistema produttivo, dall’esito incerto: una lunga transizione destinata a cambiare i modi della produzione, la distribuzione del valore lungo la filiera produttiva, la selezione “naturale” tra e nei comparti, che avrebbe inevitabilmente lasciato sul campo morti e feriti. Una profezia facilmente prevedibile solo osservando il sistema pre crisi: una miriade di piccole imprese, sotto capitalizzate, con filiere corte, spesso solo su base regionale. Un vasto apparato di conto terzismo, spesso mono committente senza alcun potere contrattuale con la grande impresa, al tempo stesso cliente e “padrone”. Interi settori che lavorano solo sul mercato di consumi interni, com’è noto al collasso.
Chi si è rivolto all'uvl sono stati circa 1384 persone.
In allegato, i dati.
Una precisazione rispetto al cartaceo distribuito in conferenza stampa: la voce "fallimenti in provincia di Como (tribunale"), il dato è 151.
Un’ importante novità riguarda l’innalzamento del limite Isee per accedere allo sconto sull’Energia Elettrica ed il Gas. Si tratta di uno sconto sulla bolletta luce riservato alle famiglie con basso reddito e numerose. Il bonus elettrico è previsto inoltre anche per i casi di disagio fisico, quando una grave malattia costringe all’utilizzo di apparecchiature elettromedicali indispensabili per il mantenimento in vita.
Fino allo scorso anno serviva avere un ISEE non superiore a 7.500 euro aumentabile a 20mila per le famiglie numerose con più di 3 figli a carico. Dal 1 gennaio, il limite è stato innalzato a 8.107,5 euro.
Le domande di Bonus Luce e Gas si presentano presso il comune di residenza oppure presso i Caaf convenzionati con i comuni stessi.
Ricordiamo, inoltre, che il 15 gennaio sono scaduti tutti gli ISEE presentati nel 2016. A partire da questa data, per richiedere nuove prestazioni legate al calcolo oppure per confermare il diritto alle prestazioni già in essere occorre presentare il nuovo ISEE 2017, calcolato sui redditi 2015 (certificazione unica 2016) e sulla giacenza media dei conti correnti del 2016. Non occorre quindi aspettare la nuova certificazione unica (ex CUD): la nuova Isee avrà validità fino al 15 gennaio 2018 e potrà essere utilizzata per qualsiasi prestazione legata al reddito.
In assenza di nuovo Isee, da febbraio, i pagamenti legati a tale strumento saranno bloccati per poi riprendere in automatico una volta presentata la nuova indicatore.
Per maggiori informazioni: Nicola Della Mano, responsabile Caaf Cgil Como,
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