Nel week-end, molto pubblico alla settima edizione della manifestazione dedicata al mondo delle api e all’agricoltura biologica
Molto interesse per i seminari sull'apicoltura, le degustazioni di mieli, i laboratori e le animazioni per i bambini
ERBA (CO) – Molto pubblico e molto interesse per la settima edizione della “Festa delle api”, organizzata dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" in collaborazione con gli apicoltori locali, che si è tenuta sabato 26 e domenica 27 settembre a Erba. Nella due giorni dedicata al mondo delle api e all’agricoltura biologica, il pubblico ha riempito le sale e il parco della Villa Ceriani di Crevenna di Erba.
Per tutto il week-end, all’interno del cortile e del parco della villa comunale è stato allestito il mercato agricolo per la vendita dei mieli del territorio e dei prodotti delle aziende agricole locali.
Nel pomeriggio di sabato, dopo lo stage di aggiornamento per gli apicoltori, molta attenzione per la presentazione dei libri "La danza delle mozzarelle" e "Genuino clandestino".
Domenica mattina si sono susseguite le conferenze dedicate allo stato di salute delle api, alla campagna contro i pesticidi e ai pericoli derivanti dai traffici di miele a basso costo.
Il pubblico ha apprezzato le degustazioni di mieli e di cibi a base di miele, tra cui l'“ape-ritivo” preparato dagli alunni dell'Istituto alberghiero Romagnosi di Longone al Segrino.
Moltissimi i bambini che hanno partecipato alla sessione della domenica pomeriggio a loro dedicata: letture animate di fiabe, laboratori e animazioni sono stati seguiti con molto interesse da parte dei più piccoli.
La conclusione della Festa all'insegna della musica e delle danze popolari, col gruppo "Tèra di ghèz" e coi musicisti Saro Calandi e Adriano Sangineto.
Altre informazioni sulla “FESTA DELLE API” sul sito www.circoloambiente.org
CIRCOLO AMBIENTE “Ilaria Alpi”
Erba, 28 settembre 2015
invito i presenti a integrare o correggere i miei eventuali errori: Dopo una mezz'ora circa di volantinaggio gli uomini della questura ci hanno guidato nell'ufficio dove ci attendeva Marchesi, vecchia conoscenza dello staff dell'assessorato (con lui c'erano il direttore della segreteria generale di cui non ricordo il nome e l'assistente sociale dottoressa Ponte),il quale si è speso, spesso mostrando insofferenza, per spiegarci che, a fronte di risorse statali sempre più esigue, l'amministrazione, attraverso le sue delibere n. 2883 e n. 2665 ha cercato di orientare le scelte dei comuni verso interventi volti a facilitare la vita indipendente. tra le varie cose ci ha spiegato che, per ragioni di tipo giuridico, non è per niente facile che le risorse ora destinate alla sanità possano essere spostate verso il sociale (nel pomeriggio, quando siamo riusciti, grazie all'azione di Paola Macchi consigliera del cinque stelle, a introdurci nel palazzo del consiglio regionale dove si svolgevano i lavori del consiglio stesso, alcuni consiglieri del Pd ci hanno detto che non è affatto vero).
non sono in grado di elencare tutti gli interventi fatti dai presenti, non avendo preso appunti. Personalmente ho lamentato la mancanza di chiarezza nella definizione di vita indipendente e, soprattutto, la cattiva volontà di applicazione delle indicazioni regionali secondo me poco chiare, circa per esempio la possibilità di sommare le due misure (B1 a favore di persone in dipendenza vitale e quella B2, quest'ultima soggetta a Isee, destinata a persone con disabilità gravi e gravissimi) in funzione del diritto alla vita indipendente. Marchesi ci ha letto lo stralcio della delibera in cui, effettivamente, quest'ultima disposizione è ben indicata, invitandoci a segnalare al suo stesso ufficio questi disservizi.
Era presente anche la dottoressa Matucci che segue per conto della regione Lombardia i lavori riguardanti le linee guida e il bando del ministero sulla vita indipendente.
Avendo seguito, al tavolo del piano di zona di Como, gli sviluppi riguardanti la stesura del bando in versione comasca, ho creduto bene ridimensionare il suo entusiasmo facendo presente che le prescrizioni emanate dal ministero alle regioni in materia di vita indipendente e, da queste ultime ai piani di zona, sono in contraddizione con il concetto di vita indipendente perché costringono le persone ad accettare soluzioni tecniche poco rispettose della loro libertà e espressione , infatti a qualcuno può essere sufficiente un sostegno nell'abitare, mentre a qualcun altro può servire esclusivamente il supporto dell'assistente personale e a qualcun altro entrambe le cose.
Dopo la sollecitazione di numerosi genitori il M5S Lombardia ha deciso di lanciare una raccolta firme per sondare la volontà dei genitori lombardi di poter scegliere se portare il pasto da casa in alternativa a quello offerto dal servizio di ristorazione scolastica. La raccolta firme è disponibile sul sito Change.org: http://goo.gl/YAjj5d.
Per Paola Macchi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Lombardia: “ Non sottovalutiamo l’importanza didattica del pasto di mezzogiorno, anche dal punto di vista dell’educazione alimentare, ma moltissime famiglie ci hanno segnalato disagi di varia natura generalmente economica o etica conseguente all’impossibilità, in quasi tutte le scuole della regione, di portarsi il pasto da casa”.
“L’Art. 32 della Costituzione, garantisce il diritto a “scelte alimentari autonome”, ogni genitore dovrebbe quindi essere libero di poter scegliere cosa far mangiare ai propri figli. Non esiste nessuna normativa o direttiva regionale, nazionale, europea che vieti il consumo dei pasti portati da casa eppure, mentre negli altri paesi europei questa possibilità c’è da sempre, in Italia, sebbene in Lombardia ci siano comuni che hanno già previsto questa possibilità, siamo parecchio indietro”, continua Macchi.
“Porteremo le firme all’Assessore all’istruzione, Valentina Aprea, perché solleciti i comuni affinchè sia permesso alle famiglie di scegliere se andare a scuola con il pranzo da casa oppure usufruire della mensa, naturalmente preservando la piena autonomia di ogni comune di definire le regole in base a considerazioni che ci auguriamo siano condivise con i genitori.””, conclude il consigliere regionale.
"Tre colpi alla 'ndrangheta", una Rassegna contro le mafie
Tre incontri per affrontare il tema delle mafie in Italia, ma anche in Brianza
AROSIO - INVERIGO - LURAGO (CO) – "Tre colpi alla 'ndrangheta" è il titolo della Rassegna contro le mafie, organizzata per ottobre dal Circolo Ambiente "Ilaria Alpi" in collaborazione con le Biblioteche comunali di Arosio, Inverigo e Lurago d'Erba.
Proiezione di un film, presentazione di un libro e l'incontro con una protagonista della lotta alle mafie, questo il contenuto della Rassegna, il cui sottotitolo è esplicativo: "Tre incontri per capire come le mafie colpiscono le comunità e i territori".
Si parte il 6 ottobre, martedì, con la proiezione del film “La terra dei Santi”, presso l'Auditorium di Arosio, con la presenza del regista Fernando Muraca e della scrittrice Angela Iantosca. Il film narra le vicende umane di due donne, un giudice e la madre di due ragazzi che hanno rapporti con la 'ndrangheta.
Il secondo appuntamento è per martedì 13 ottobre, dedicato alla presentazione del libro "La Regola, giorno per giorno la 'ndrangheta in Lombardia", presso la Biblioteca di Inverigo, con la presenza dell'autore Giampiero Rossi, giornalista del Corriere della Sera. Il libro tratta della presenza della 'ndrangheta nella nostra Regione.
quattro ore di sciopero unitario, martedì 29 settembre, dalle 10 alle 14, sulle linee asf. È la decisione presa a malincuore dai sindacati confederali lariani del trasporto. Motivo:
la scelta della società di non ricollocare i lavoratori diventati non idonei.
«La trattativa dura da maggio – spiega Marco Fontana, Filt Cgil – la risposta dell’azienda è sempre stata negativa». Casus belli: un autista di quarantanove anni con più di dieci di servizio in Asf.
Dichiarato non idoneo, a fine malattia sarà licenziato. «Siamo costretti, e ci spiace con l’utenza per i disagi futuri, ma non abbiamo avuto altra scelta. Gli autisti parleranno con l’utenza e spiegheranno la posizione. La nostra azione è mirata a scongiurare
altri possibili licenziamenti di non idonei. Quindi, l’episodio singolo, seppur con le sue specificità, è importante per il futuro».
Nei prossimi giorni continueranno le assemblee; il sentore, però, è di un’adesione massiccia allo sciopero. «Asf ha cinquecento dipendenti e produce utile – aggiunge Mario Lovergine e Lorenzo Trombetta, componente e segretario territoriale Fit Cisl –. Il licenziamento non è illegittimo, riteniamo però sia importante ricollocare i lavoratori non idonei all’interno della società».
Le organizzazioni hanno inviato una richiesta d’incontro all’assessore ai Trasporti Gerosa, il presidente provinciale Livio, il presidente Spt holding Viganò, il presidente Asf Coarezza e il presidente Consorzio pubblici trasporti Como Mascetti. «Il sentore – concludono le Rsu Pasquale Vasta e Antonio Parziale – è che, se le cose non si sistemeranno, le proteste proseguiranno».
I dipendenti della città brianzola, riunitisi in assemblea venerdì scorso, hanno deciso, all'unanimità, di intraprendere un percorso di mobilitazione.
FP CGIL, UIL FPL e RSU hanno immediatamente chiesto un incontro al sindaco, Giovanni Marchisio, per rappresentare le proprie istanze.
Le motivazioni della protesta sono molteplici ed articolate.
Il comune di Mariano Comense enumera il rapporto tra dipendenti e popolazione più basso di tutta la provincia di Como.
Ciò comporta una difficoltà nell'erogazione dei servizi.
L'evidente carenza d'organico viene supplita con la disponibilità dei lavoratori, carichi di lavoro eccessivi, ore di straordinario non retribuite.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso durante un incontro sindacale a luglio, quando l'amministrazione ha comunicato un taglio del fondo di produttività collettiva pari a 21000 €.
Si consideri che il salario accessorio è, complessivamente, di 58000 €.
Stiamo quindi parlando di una decurtazione del 36% sulle spettanze del 2014.
Ad oggi, e siamo alla fine di settembre, nessun dipendente ha percepito la produttività dell'anno precedente, neppure i responsabili di servizio.
Tutto ciò è sintomatico di una situazione gravosa, che vede, da una parte, poca chiarezza nella programmazione degli obiettivi.
Dall'altra la scarsità delle risorse e degli strumenti gestionali creano sovrapposizioni di ruoli ed incertezze procedurali.
In tale situazione non si può che ripartire da un confronto serrato con le OO.SS. e la RSU per dare sviluppo ad un contratto decentrato triennale 2012 – 2014, sottoscritto tra le parti e che, ad oggi non viene onorato.
Como, 22 settembre 2015
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