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20-27 GIUGNO: SETTIMANA DI AZIONE E SOLIDARIETÁ CON IL POPOLO GRECO
Se una banca ci convincesse a seguire un programma per aiutarci a ripagare il mutuo e se dopo qualche anno che lo seguiamo l’unico risultato fosse una drastica riduzione del nostro stipendio penseremmo che in realtà la banca sta cercando di prenderci la casa. Questo è quello che sta accadendo in Grecia: il cosiddetto programma di aiuti della Troika ha fatto aumentare il rapporto fra il debito pubblico e il PIL (il reddito nazionale) dal 120% circa del 2008 al 170% circa del 2014.
In un recente articolo sul Financial Times, pubblicato anche sul sole 24 ore, si stima che se il governo Greco dovesse accettare le nuove misure richieste dalla troika il rapporto debito PIL arriverebbe al 200% entro il 2019. Accettare queste richieste sarebbe un suicidio. Nessun paese potrebbe ripagare il debito in queste condizioni.
Senza considerare gli enormi costi sociali delle politiche di austerity: la disoccupazione è salita al 28% (60% quella giovanile), il reddito medio è diminuito del 40%, la mortalità infantile è salita del 43%, il 30% della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Come si possono ancora chiedere tagli e sacrifici?
Per giustificare tutto questo sono state raccontate numerose menzogne, tra queste:
1- Non è vero che la Grecia aveva un numero di dipendenti pubblici esagerato. Nel decennio 1999-2007 (fonte Eurostat) il rapporto fra dipendenti pubblici e privati è poco sopra la media europea e inferiore a quello di
Francia e Germania.

2- Non è vero che la spesa pubblica Greca era altissima. Nel decennio 1999-2007 il rapporto fra spesa pubblica e PIL in Grecia è stato uno dei più bassi di Europa (fonte base dati della commissione europea), inferiore alla media europea e a Francia, Germania, Italia. Una quota rilevante di questa spesa pubblica è stata destinata agli armamenti (la più alta percentuale in Europa), acquistati soprattutto da industrie tedesche. Acquisti fatti con prestiti ottenuti grazie ai conti truccati dai governi greci appoggiati dalla Troika.

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Il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) è un accordo sul commercio e gli investimenti in fase di negoziazione tra USA e Unione Europea. I negoziati attraverso cui il TTIP si sta discutendo, iniziati nel luglio 2013, sono volutamente segreti. Attraverso questo trattato, multinazionali e finanza internazionale cercano di aumentare ulteriormente i loro profitti a discapito della maggioranza della popolazione. Non facciamoci ingannare dalla propaganda che ci racconterà di illusori e inesistenti benefici per tutti.

Se non fermiamo questo trattato saranno a rischio tutte le garanzie e i diritti di cui godono oggi i cittadini europei. Il Trattato transatlantico di liberalizzazione degli scambi e degli investimenti tra Usa ed Europa può indebolire la democrazia, avvantaggiare indiscriminatamente le imprese, precarizzare lavoro e ambiente, rendere meno sicuro il cibo, aggravare la crisi sociale, economica e ambientale che stiamo subendo.

 

Fermare questo trattato è una priorità assoluta!

 

Cosa puoi fare?

 

1. Innanzitutto informarti per poter a tua volta informare. Questo è il link del sito del comitato Stop TTIP. La pagina di benvenuto offre una buona panoramica sui rischi che corriamo.
http://stop-ttip-italia.net/cose-il-ttip/. Su questo sito puoi anche aggiornarti sull’evoluzione della campagna e delle trattative.
 
2. In secondo luogo firmare l’appello per fermare il trattato che in Europa ha già raccolto oltre 2 milioni di firme. Qui: https://stop-ttip.org/firma/
 
3. La pressione dell’opinione pubblica sul Parlamento Europeo è fondamentale. In allegato trovi il testo per una mail da inviare ai parlamentari europei eletti nella nostra circoscrizione e gli indirizzi e-mail dei parlamentari cui inviare il comunicato.
 
4. Diffondere questa mail a tutti i tuoi contatti!!!
 
Un caro saluto
 
Comitato comasco Altra Europa

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Roma, 22 maggio 2015) "Grazie allo storico traguardo della legge sugli ecoreati l’Italia dà finalmente applicazione concreta al principio del " chi inquina paga". Ecco perché la gestione e il controllo del ciclo dei rifiuti, specie quelli più pericolosi, devono essere efficaci, semplici e trasparenti a tutela dei cittadini e delle imprese . Dal Ministero dell'Ambiente sulla questione SISTRI , da me sollevata con un'interrogazione in Commissione Ambiente alla Camera , arriva oggi una risposta onesta, ma francamente non esaustiva rispetto all'esigenza di rapidità e chiarezza sia sui tempi del bando pubblico per il nuovo sistema di controlli che supererà il SISTRI, sia sul tema dei contributi e delle sanzioni". Così Chiara Braga, deputata e responsabile nazionale Ambiente del Partito Democratico, commentando la risposta sul Sistri oggi in VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

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Diciamolo subito: la legge sui reati ambientali, che verrà approvata definitivamente dal Parlamento italiano in queste ore, recependo in qualche modo le sollecitazioni europee a legiferare in materia, è serva delle lobbies industriali e favorisce in maniera spudorata gli inquinatori di professione, complicando a dismisura le fattispecie probatorie.
Tutto quello che sta avvenendo in Parlamento ha il sapore di una vergognosa costruzione scenografica nella quale, dietro la facciata di una legge che intenderebbe colpire i delitti contro l’ambiente, ancora una volta al bene dei cittadini ed alla tutela della loro salute viene sfacciatamente anteposto l’interesse del peggior potere economico e finanziario, con l’effetto devastante di ostacolare, invece che semplificare, le attività di indagine e giudizio su questa delicatissima materia.

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