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Cari fratelli e care sorelle,
 
 
come ricorderete, il 18 dicembre 2010 nella città di Sidi Bouzid in Tunisia, il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si dava fuoco davanti ad un edificio del governo per protestare contro la confisca del suo banchetto abusivo di frutta e verdura. A seguito di questo gesto disperato comincia la rivoluzione in Tunisia.
 
Dall'inizio di gennaio 2011 cominciano i primi arrivi di cittadini tunisini sulle coste dell'isola di Lampedusa. Nel corso dei mesi successivi ne arriveranno migliaia, ma di circa 300/500 di loro se ne sono perse completamente le tracce.
 
Da quasi un anno in Tunisia le famiglie e le mamme chiedono risposte alle autorità tunisine sulla sorte dei loro figli scomparsi.
 
Da circa tre mesi si sono rivolte anche alle istituzioni italiane per chiedere lo scambio delle impronte per riuscire a sapere se i loro figli siano arrivati in Italia e se siano all’interno dei centri di detenzione. Finora non ci sono state risposte.
 
 
Un collettivo di donne italiane e tunisine stanno sostenendo l’appello delle famiglie tunisine (in allegato) con la campagna “Da una sponda all’altra: vite che contano” (http://leventicinqueundici.noblogs.org/?page_id=354)
 
Il 14 febbraio scorso, il Ministro Riccardi è stato in visita a Tunisi e prima di questa visita sia le mamme dei tunisini scomparsi che il collettivo Leventicinqueundici e l'Associazione Pontes hanno scritto una lettera (vedi allegati) in cui chiedono al Ministro che venga data una risposta da parte del governo italiano sulla sorte di tutte queste persone di cui non si hanno più notizie.
 
Da circa due settimane è arrivata in Italia una delegazione delle famiglie dei tunisini scomparsi che, in sciopero della fame, stanno girando l'Italia in cerca di risposte.
 
Oggi, la delegazione è in presidio davanti all'Ambasciata tunisina a Roma e domani sabato 18 febbraio tenterà di entrare al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma.
 
Molti di voi sono stati coinvolti e lo sono tutt'ora nel progetto di accompagnamento e accoglienza gestito dalla FCEI e finanziato dalla Tavola Valdese e quindi vi invitiamo a sostenere questa campagna firmando l'appello e a diffonderlo.
 
Sul sito http://leventicinqueundici.noblogs.org/?page_id=354 è possibile scaricare il modulo per raccogliere le firme.
Vi terremmo aggiornati sugli sviluppi di questa drammatica vicenda. 
Un caro saluto
 
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Franca Di Lecce e Dafne Marzoli
Servizio Rifugiati e Migranti
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Via Firenze, 38 - 00184 Roma
Tel. +39 06 48905101 - fax +39 06 48 916959
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
 

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La Vale, impresa mineraria brasiliana presente in 38 paesi e considerata oggi la maggior corporation di estrazione minerale del mondo, è una delle sei finaliste del premio “Public Eye Award”, che ogni anno elegge la peggior impresa del Pianeta attraverso il voto popolare e annuncia la vincitrice durante il Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera. È la prima volta che un’impresa brasiliana concorre al premio.
Entra nel sito www.publiceye.ch e vota Vale!
 
L’indicazione di quest’impresa per il Public Eye Award 2012 è stata fatta dal “International Network of People Affected by Vale”, tramite la rete brasiliana “Justiça nos Trilhos” e in collaborazione con le ONG internazionali Amazon Watch e International Rivers. Alla base di questa ‘nomination’ ci sono innumerevoli impatti ambientali, sociali e nel mondo del lavoro causati negli ultimi dieci anni dalle attivitá di questa multinazionale, in Brasile e nel mondo.
 
L’entrata dell’impresa, in 2010, nel Consorzio ‘Norte Energia’, responsabile per la costruzione dell’idroelettrica Belo Monte nel fiume Xingu, in Pará (nord del Brasile), è stato considerato dagli organizzatori del premio (Greenpeace Suíça e Dichiarazione di Berna) il fattore determinante per l’inclusione di Vale nella lista delle sei finaliste al Public Eye di quest’anno.
 
Vale possiede il 9% delle azioni del Consorzio, che sloggerá circa 40mila persone dalle loro terre, colpendo direttamente o indirettamente 14 comunitá indigene del Médio Xingu, allagando 668 Km2 e seccando 100 Km di fiume della Volta Grande do Xingu.
 
La votazione del Public Eye Award 2012 avviene tramite il sito www.publiceye.ch/en/vote/vale/ e continuerá fino al 26 gennaio.
 
Nel sito www.justicanostrilhos.org sono raccolte le motivazioni principali (in portoghese e in inglese, per ora) di questa candidatura, specificando i molti impatti sociali, ambientali, del mondo del lavoro e contro le popolazioni indigene, tanto in Brasile come nel mondo intero.
 
Maggiori informazioni:
 
p. Dario Bossi – Brasile
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