Al Presidente dell'ANCI Associazione Nazionale Comuni italiani
Ai Sindaci dei Comuni capoluogo di Provincia
Roma, 3 aprile 2019.
OGGETTO: Richiesta Iscrizione Anagrafica Richiedenti Asilo
La Campagna LasciateCIEntrare da anni denuncia le diverse discrezionalità degli uffici amministrativi per il diritto all’iscrizione anagrafica di richiedenti asilo e persone straniere nel territorio italiano1.
Dopo la conversione del D.L. 113/2018, entrato in vigore il 5 ottobre 2018, nella Legge “Salvini” 132/2018, è stata preclusa la possibilità di iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e, in alcuni casi, è stata impedita persino a titolari di protezione sussidiaria, per un’erronea interpretazione della legge.
L’aggiunta all’articolo 4 della Legge 142 del 2015 del comma 1 bis secondo cui «Il permesso di soggiorno di cui al comma 1 non costituisce titolo per l'iscrizione anagrafica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223, e dell'articolo 6, comma 7, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286» ha causato la materiale impossibilità di iscrizione all’anagrafe di centinaia e centinaia di persone, che si sono viste negare un diritto soggettivo fondamentale, creando un discrimine contrario alla nostra Costituzione, che sancisce che «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
Cionondimeno, in tale contesto, diversi sindaci, basandosi anche sulle osservazioni e gli approfondimenti di diversi giuristi esperti in materia (avvocate Daniela Consoli e. Nazzarena Zorzella2; professore di Filosofia del Diritto Emilio Santoro3), si sono opposti al divieto d’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, assumendosi responsabilità personali di firma, come ad esempio il Sindaco Leoluca Orlando della città di Palermo e Stefania Bonaldi della città di Crema. Ciò in rispetto non solo della Costituzione (ad es. artt. 3 e 16), ma anche delle norme nazionali gerarchicamente superiori alla legge 132 del 2018: contrasterebbe infatti con l’art. 2 del Protocollo
1 La Residenza: un diritto a esercitare altri diritti, Convegno formativo svolto a Bari, il 15 giugno 2018 (https://www.lasciatecientrare.it/la-residenza-un-diritto-a-esercitare-altri-diritti-il-convegno-formativo-on-line/).
2 Daniela Consoli e Nazzarena Zorzella, L’iscrizione anagrafica e l’accesso ai servizi territoriali dei richiedenti asilo ai tempi del salvinismo, "Diritti senza confini", 8 gennaio 2019 (http://questionegiustizia.it/articolo/l-iscrizione- anagrafica-e-l-accesso-ai-servizi-territoriali-dei-richiedenti-asilo-ai-tempi-del-salvinismo_08-01-2019.php).
3 Emilio Santoro, In direzione ostinata e contraria. Parere sull'iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo alla luce del Decreto Salvini, "L'altro diritto", 2019 (http://www.altrodiritto.unifi.it/adirmigranti/parere-decreto- salvini.htm?fbclid=IwAR0D0gbv80Wer_tMmHy-sccju_tVyhluu8PxTCbVi25zRE8iIaJraullxQU#n3).
La partecipazione è aperta a tutti/e
Il bilancio partecipativo è un processo deliberativo sperimentato principalmente in contesti urbani che permette ad una comunità di persone di discutere e decidere direttamente come spendere un budget. Nella sua forma più semplice consiste in un processo decisionale su una piccola quota di bilancio, in quella più articolata può rappresentare un vero e proprio modello di governance in cui i membri della comunità esprimono ogni anno le proprie priorità e deliberano soluzioni e idee da realizzare.
Due Video per approfondire
Paolo Ferrero, candidato della lista La sinistra alle prossime europee nel collegio Nord Ovest, ha partecipato oggi al corteo del 25 aprile a Milano e dichiara:
“La sequela di danneggiamenti a monumenti partigiani, targhe in ricordo degli eccidi, le aggressioni di squadracce nelle città per arrivare all’ultima provocazione ieri a Milano, ci segnalano come quello neofascista non sia un fenomeno folkloristico ma un pericolo reale. È inaccettabile che oggi come nel 1922 lo Stato sia completamente assente nella repressione di questo fenomeni. Il fascismo non è un’idea come un’altra, è la barbarie dalla cui sconfitta sono nate la libertà e la democrazia. Per questo chiediamo che il governo sciolga le organizzazioni neofasciste e che il ministro degli Interni faccia il suo lavoro: difendere la Repubblica nata dalla Resistenza. Le leggi Scelba e Mancino vengano applicate”.
A Magreglio il paese del Ghisallo, colle sacro ai ciclisti arriva dalla lista civica “Per il Cambio” una proposta choc, riaprire il Lambro.
“ Non siamo pazzi, la nostra è una proposta choc - spiega Donatella Selvini, candidata Sindaco- per rivitalizzare l’immagine del paese. Intendiamo ripristinare la continuità tra la Menaresta, fonte del Lambro, a Pian Lavena, il tratto torrentizio che scende sino ai Castagneti e di lì prosegue nell’Orrido che intendiamo rendere percorribile e la riapertura del primo breve tratto del Lambro da Via Milano sino all’immissione del Canugello (Via Verri) non toccando Piazza della Chiesa che verrà valorizzata quale centro del Borgo con un nuovo arredo urbano. Per realizzare la riapertura del Lambro poniamo però due condizioni la disponibilità di almeno un numero pari di posteggi oggi esistenti e la condivisione dei magregliesi che dovranno esprimersi con una consultazione popolare dopo una serie di riunioni per raccogliere critiche e suggerimenti e la presentazione del progetto. Del resto anche a Milano quando partì la proposta di scoprire i navigli in molti erano in disaccordo ma pian piano hanno compreso il valore dell’iniziativa.”
“Naturalmente la proposta choc – precisa Salvini - è parte di un programma ben più vasto che si concentra sul sociale, sulla difesa della cultura e della storia locale e del turismo offrendo soluzioni alternative.
“PER IL CAMBIO MAGREGLIO MAGRÈJ 2019-2024”
Magreglio Via Mercato 1 cap 22030
“Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.” Facebook “perilcambio”
“Dopo un lungo sonno il centrodestra canturino parte con la sua campagna elettorale difendendosi dalla principale accusa di non aver costituito il Comune come parte civile nel processo sull’ndrangheta a Cantù e sui ritardi negli altri ambiti della vita amministrativa”, parte lancia in resta Roberto Bianchi, segretario del Circolo Pd di Cantù, dopo le parole alla stampa della candidata e vicesindaco del centrodestra.
Bianchi risponde punto per punto agli attacchi della vicesindaco “che in questo modo tenta solo di sviare l’attenzione dalle pesanti responsabilità che gravano sulla sua amministrazione”. E inizia: “Ci accusa dicendo che le minoranze non hanno fatto nulla, ma le nostre mozioni e le nostre continue proteste sono lì a smentire categoricamente un’affermazione tanto ridicola. Dopo di che, in un tentativo estremo, prova a dire che i fatti si sono svolti quando non c’era la Lega al governo: insomma, oggi non esiste più l’illegalità a Cantù e con questa Giunta ogni reato è cancellato. Ma può essere credibile una giustificazione di questo tipo?”, si chiede Bianchi.
Ancora, “la Galbiati sostiene che era assessore all’Urbanistica eppure di certi fatti non ne parlavano. Ma forse non si rende conto, o finge di non rendersi conto, che se una Giunta non parla di situazioni così gravi e pregnanti per la vita di una comunità, è proprio questo il problema. Poi ci accusa di usare questi argomenti per campagna elettorale. Fa quasi sorridere: e di cosa si dovrebbe parlare? In un momento come quello che sta vivendo Cantù non si può certo discutere solo di asfaltature o marciapiedi, ma bisogna fare politica, a tutela di tutti i cittadini. A questo punto, inoltre, la candidata non vuole polemiche ma preferisce lavorare: bene, allora si presenti in Tribunale nelle prossime occasioni che ci saranno. E quando parla di chiedere i danni, vorremmo sommessamente farle presente che il processo di primo grado si è concluso, ma intanto, a livello di amministrazione comunale, nulla si è mosso. Infine, niente di meglio che usare la parola strumentalizzazione a proprio uso e consumo, quando parla dell’Osservatorio sull’illegalità. A questo punto vorrei chiederle se si rende conto che lei e la sua Giunta hanno avuto più di un anno di tempo per avviarlo, ma che è partito solo a pochi mesi dalle elezioni. Allora chi strumentalizza chi?”, si chiede il segretario Pd.
A chiosa, Bianchi fa presente che “ci sarebbe molto altro da dire, ma già questo basta e avanza per capire il profondo solco tra l’amministrazione leghista e la città”.
Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea e candidato alle europee nella circoscrizione Nord Ovest per la lista La Sinistra,dichiara:
« Lo striscione inneggiante a Benito Mussolini, srotolato da un gruppo di neofascisti oggi a Milano, a meno di 24 ore dalle celebrazioni del 25 aprile, è emblematico dello sdoganamento del fascismo che il governo ha portato ormai all’estremo. Gli individui che compiono gesti del genere si sentono protetti e liberi di agire come meglio credono, anche in una città Medaglia d’oro alla Resistenza come è Milano. Ormai sono centinaia gli episodi come questo e ci chiediamo cosa stia facendo il Ministro dell’Interno anziché far applicare le leggi in materia di reato di apologia del fascismo. Invito tutte le antifasciste e gli antifascisti e coloro i quali credono nei valori della libertà e della Costituzione nate dalla Resistenza a dare una risposta decisa a questi vili gesti, partecipando in massa alla manifestazione nazionale di domani, 25 aprile.
Il fascismo non è un’opinione come le altre, il fascismo è un crimine».
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