“Fermo restando che la Lega, il centrodestra in generale e il M5s si sono sempre espressi contro al nuovo accordo Italia-Svizzera, il presidente del Consiglio regionale Fermi sa che l’unico modo di liberarsi del ricatto ticinese sul dare o negare i ristorni, sarebbe togliere quello strumento dalle mani del Cantone”, commenta Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, a proposito dell’invito dell’esponente comasco ai presidenti di Camera e Senato per evitare la ratifica dell’accordo.“Intanto, faccio presente che la revisione dell’accordo del 1974 l’hanno voluta gli svizzeri, ma se Fermi è preoccupato dalla rinnovata minaccia ticinese verso i frontalieri e i nostri Comuni, ricordi anche che fa parte della polemica politica in vista delle future elezioni cantonali – prosegue Orsenigo –. Ciò detto, anche il presidente Zali può stare sereno, perché l'ultimo decreto ministeriale sui criteri di ripartizione e utilizzazione delle risorse spettanti ai Comuni a titolo di compensazione finanziaria per la tassazione in Svizzera sui redditi da lavoro dei frontalieri effettuata
Non è finita l’odissea delle sedie per le bande musicali. Lo denuncia Patrizia Lissi, consigliera comunale del Pd, che sta seguendo il tema da vicino: “Prima le sedie non erano certificate, e per fortuna il problema si è risolto. Ora non si sa come portarle nei luoghi dove i concerti dovrebbero tenersi. Ma è assolutamente impensabile che l’amministrazione comunale scarichi l’onere sulle spalle delle bande cittadine! A questo punto, l’assessore se ne faccia carico, prenda una decisione e metta a disposizione dei gruppi un mezzo di trasporto e degli operai che facciano il lavoro di trasporto”.
Lissi è perentoria anche su un’altra questione legata alla prima: “Se alle manifestazioni ci aspettiamo un certo numero di spettatori, c’è bisogno di un minimo di visibilità, un palco o una pedana. Anche su questo il Comune deve risolvere la situazione per preparare le strutture per la stagione estiva”.
“Invito pertanto l’amministrazione comunale a intervenire e a farlo per tempo. Altrimenti non si stupiscano se vengono accusati di improvvisazione”, conclude Lissi.
Il Consiglio regionale ha deciso di approfondire il tema della regolamentazione e della pianificazione degli impianti di produzione biogas e biometano inviando la discussione della mozione presentata sul tema dal M5S alla Commissione Ambiente.
Massimo De Rosa, primo firmatario della mozione, dichiara: “E’ una vittoria del M5S per la salute dei cittadini e la qualità dell’aria. Finalmente la Lombardia ha deciso di aprire una seria discussione sul biogas e il biometano.
L’Italia è il terzo produttore mondiale di biogas, e la Lombardia, che ha già una qualità dell’aria fortemente compromessa, ha già più di 500 impianti sul territorio. Sono considerati a ‘energia rinnovabile’ ma producono emissioni inquinanti di precursori di polveri sottili, ossido di zolfo e altro. Per di più producono il digestato, sotto forma di rifiuto solido, che distribuito sui cambi aumenta la concentrazione di nitrati e può inquinare le falde acquifere. Incentivare questi impianti è un errore: oltre a consumare il territorio, inquinano e non fa bene alla salute. La discussione in Commissione sarà l’occasione per sollecitare Regione Lombardia a porsi come cabina di regia, valutando la reale sostenibilità di questi piccoli inceneritori, al netto degli incentivi, e accrescendo la vigilanza e i controlli ambientali sulla qualità dell’aria, delle acque e dei terreni nelle aree limitrofe a questo tipo di impianti”.
Questa notte i neofascisti di Forza Nuova hanno appeso uno striscione all'esterno della sede del Caaf in via Italia Libera. Si tratta dell'ennesimo episodio intimidatorio nel giro di pochi mesi, sempre contro le nostre sedi.
Purtroppo le nuove destre estremiste rialzano la testa in questo Paese e sempre più spesso scelgono come bersaglio la Cgil. Vogliono impaurirci, indebolirci e probabilmente mirano anche a screditarci.
La verità è che ci temono perché siamo un grande sindacato confederale, quotidianamente impegnato a tutelare il lavoro e i lavoratori. Oltre a fare da argine alla destrutturazione dei diritti, siamo antifascisti e impegnati, insieme ad altre realtà, a difendere la struttura democratica del Paese, impedendo le reminescenze di un passato che ha lasciato solo danni, vittime e restrizioni di libertà.
Siamo ogni giorno impegnati con i nostri rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls) a pretendere il rispetto delle norme e a denunciare le inadempienze dei datori di lavoro.
Se Forza Nuova s'informasse di più saprebbe che fra qualche giorno, il 28 maggio, si terrà la giornata provinciale sulla sicurezza organizzata e promossa da noi con l'Agenzia di tutela della salute e la Prefettura.
Il Gruppo Consiliare regionale M5S Lombardia ha pubblicato, sul blog del M5S Lombardia, una riflessione per il quarantesimo anniversario della legge 194. Nel post si legge: “Oggi cade il quarantesimo anniversario dell'approvazione della legge 194 sull’aborto, che garantisce un diritto di scelta che ogni donna deve poter esercitare. Oggi, quarant’anni dopo, quel diritto rimane nei fatti ostacolato, intralciato, in sostanza negato. La questione è quella dell’obiezione di coscienza di medici e infermieri. Esistono strutture dove l’obiezione è totale, altre dove l’iter per l’Ivg (Interruzione Volontaria della Gravidanza) è infinito, arrivando anche 5 mesi di gravidanza: un percorso tortuoso tra reparti, appuntamenti multipli, telefoni che non rispondono, psicologi, attivisti pro vita e infermieri ultracattolici che ti paragonano a un assassino. Ora, se è l’obiezione di coscienza è un diritto, lo è anche la scelta della donna di abortire. Non lo dice un partito o un gruppo di attivisti, lo dice la legge. Allora perché negli ospedali un diritto sancito dalla legge sembra essere ancora un tabù? Perché dopo quarant’anni poco o nulla è stato fatto per garantire la piena libertà di scelta alle donne, così come accade per i medici obiettori?
Che fine farà la gratuità promessa per la tangenziale di Como? E che intenzioni ha Regione Lombardia sul secondo lotto? Sono le domande che si sono posti Angelo Orsenigo e Raffaele Erba, consiglieri regionali del Pd e del M5s, che stamattina hanno presentato, a Como, l’interrogazione con risposta scritta con cui chiedono precisazioni al presidente regionale.“Maroni aveva promesso di cancellare il pedaggio, mentre Fontana frena: è una questione che non può essere continuamente rinviata, i cittadini meritano risposte – ha esordito Erba –. Con l’interrogazione vogliamo chiarire se, e con quali tempistiche, il pedaggio verrà cancellato. Con il pagamento il traffico sulla tangenziale è calato del 70%: non è un caso se le strade alleggerite in precedenza oggi sono congestionate, a discapito di traffico, ma anche di ambiente. Fontana deve chiarire se le promesse del suo partito sono sostenibili. Ci vuole chiarezza sui bilanci e sui budget e dobbiamo guardare alla realtà: la questione non può essere trattata con l’improvvisazione e la leggerezza che abbiamo osservato fin qui. Attendiamo una risposta alla nostra interrogazione in tempi rapidi”.
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