Da qualche anno in estate, dalla settimana successiva a quella della chiusura delle scuole, gli orari feriali della linea del bus 7 Lora- Como- Sagnino vengono ridotti al mattino così che i passeggeri possano servirsi - dalle ore 8 circa sino alle ore 12 circa- solo di due corse all'ora, ovvero un bus ogni 30 minuti. Gli orari pomeridiani sono invece mantenuti invariati, assicurando una corsa ogni 15 minuti, come nell'orario invernale. La decurtazione di due corse all'ora nella fascia oraria centrale della mattina è causa di diversi disagi per quanti si recano al lavoro o per chi desidera raggiungere il centro città per recarsi al mercato o ad uffici pubblici o servirsi di servizi ospedalieri che sono garantiti solo al mattino. I bus al mattino infatti risultano essere sovraffollati e in estate con il caldo afoso che aleggia sui passeggeri il viaggio diventa insopportabile, mentre spesso le corse della fascia centrale del pomeriggio viaggiano semi-deserte. Per queste ragioni chiediamo all'Agenzia TPL competente per l'organizzazione oraria delle corse dei bus di garantire anche nei giorni feriali estivi corse ogni 15 minuti al mattino della linea 7, decurtando uno stesso numero di corse al pomeriggio.
Promotori dell'iniziativa sono:
l'Associazione Anziani di Lora e l'Assemblea di zona di Lora
La situazione dei giardini a lago, per quanto potuto constatare dai volontari che da tempo si occupano dei migranti che per vari motivi, pur avendo un diritto alla permanenza nel territorio italiano ed in particolare comasco, si trovano fuori da ogni percorso di accoglienza, non è certo da sottovalutare ma non può essere strumentalizzata in modo pericoloso al fine di elevare le tensioni sociali. Non a caso da tempo le associazioni, comprese le sottoscritte, hanno segnalato alle Istituzioni il pericolo di aumentare le situazioni di disagio nel caso in cui non si fossero predisposti presidi minimi di accoglienza per tutti i migranti che hanno tuttora in corso la domanda di richiesta di protezione internazionale, oltre ai molti che, pur avendo già ottenuto un esito favorevole, attendono con tempi troppo lunghi solo il rilascio del permesso di soggiorno e/o del titolo di viaggio dalla locale Questura.
Purtroppo, l’assenza totale di una gestione istituzionale di tutto ciò che attiene alla cosiddetta seconda accoglienza, per non parlare dei percorsi di integrazione post riconoscimento della protezione internazionale, determina situazioni degradanti dal punto di vista umano e di assenza di rispetto della dignità delle persone che finiscono per riversarsi sulla intera collettività.
“Voglio rivolgere i miei complimenti alle forze dell'ordine e alla Prefettura per il lavoro che ha portato all'interdittiva antimafia con la chiusura di una farmacia a Milano. Il filone delle infiltrazioni mafiose, in Lombardia in ambito sanitario e farmaceutico, comprova che le mafie non hanno limiti nella capacità di rinnovarsi e riciclare denaro sporco. La nostra sanità non può essere il bancomat delle mafie”, così Monica Forte, Presidente della Commissione regionale antimafia e consigliera del M5S Lombardia.
“Ieri in Commissione Antimafia - continua Forte - abbiamo iniziato ad analizzare l’attività dei comitati regionali di controllo. Gli strumenti di analisi nel settore sanitario, soprattutto grazie all’informatica, esistono e vanno implementati ovviamente con il supporto a figure professionali in grado di leggere i dati e scoprire le anomalie. La Commissione intende impegnare la Giunta regionale perché ORA, il nuovo organismo anticorruzione della Lombardia, raccolga e migliori l’esperienza dei comitati di controllo che deve essere messa a frutto”.
La Rsu e le segreterie della Filt Cgil Como e Fit Cisl Laghi hanno immediatamente convocato le assemblee sindacali con i lavoratori e attivato vari tavoli di trattativa con Dhl supply chain.
Venticinque lavoratori diretti di Dhl e circa 25 indiretti della cooperativa e dei magazzini di Dhl a Rovellasca rischiano di perdere il posto di lavoro. "La Giorgio Armani” ha deciso di non proseguire il contratto con Dhl, mettendo così a forte rischio il posto di lavoro complessivamente 50 addetti e la stabilità delle loro famiglie. La fine del contratto tra Armani e Dhlè previsto a ottobre 2018, contratto già revocato dall’alta Firma della Moda che cancella senza neanche pesarci due volte circa 11 anni di ottimo e qualitativo lavoro che i svolto. I sindacati hanno avuto più incontri con Dhl: da marzo 2016 l'azienda aveva promesso di attivarsi a trovare nuovi clienti per il sito, ma a oggi registrano un completo fallimento dell’azione commerciale e l’imminente chiusura a ottobre 2018. E le sole soluzioni sino ad oggi registrate sono i prepensionamenti e le attivazioni di licenziamenti collettivi, più una proposta per circa cinque lavoratori di essere riallocati. La Rsu e i sindacati sono stufi di attendere questo conto alla rovescia e inizieranno da subito ad attivarsi con forme di lotta in difesa dei lavoratori affinchè Dhl si impegni a mantenere vivo il sito e garantire il lavoro. I sindacati inoltre rivendicano che, nella peggiore delle ipotesi, Dhl dovrà onorare gli impegni presi in accordi sottoscritti, dove si prevedeva in casi estremi di riallocare i 25 dipendenti diretti in altri sedi e la Cooperativa per il suo personale in raggio di distanza kilometrica ragionevole visto che l’80% del personale sono donne e mamme.
Preoccupazione da parte della funzione pubblica Cgil per i lavoratori della Rosa Blu, struttura gestita da Anffas. "Quattro mesi fa - spiega Fiorella Merlini - i lavoratori si sono rivolti a noi per avere informazioni: c'erano problemi di ritardi di pagamenti, ore in più rispetto al contratto e non sempre pagate, ferie arretrate non fruite. Abbiamo organizzato incontri e assemblee e, inoltre, sia il presidente sia il direttore generale ci hanno illustrato le complicazioni economiche.
A seguito di un nostro intervento, sono state risolte le questioni legate ai salari anche se, al momento, i dipendenti ricevono i soldi in ritardo e su due tranches. Noi abbiamo chiesto una verifica delle singole situazioni così da sapere, nel dettaglio, i problemi. Capiamo le difficoltà: siamo però preoccupati per una situazione di difficoltà economica grave cui non si sa dove porterà".
Dopo oltre 3 mesi da quando l’assessorato alla sanità della Regione Lombardia ha iniziato a spedire lettere ai cittadini con patologie croniche invitandoli a passare a gestori privati delle cronicità, sono solo circa 258 mila su oltre 3 milioni i pazienti cronici che hanno deciso di aderire. A fronte di oltre 3 milioni di lettere inviate, solo poco più dell’8% degli interessati ha, quindi, aderito al modello di gestione privatistica delle cronicità proposto dalla Regione Lombardia, che fa perno soprattutto sulla ingannevole promessa di una “corsia privilegiata” per evitare i lunghi tempi di attesa per le visite specialistiche (a patto, però, di utilizzare non le strutture ospedaliere consuete per i pazienti ma quelle che il gestore può offrire).Questo risultato a dir poco misero è stato ottenuto a spese di noi cittadini contribuenti: ci piacerebbe sapere quanto ha speso fino ad ora la Giunta Regionale per reclamizzare questa sua iniziativa verso i malati cronici attraverso gli spot sulle TV e le radio locali, le inserzioni sui giornali delle varie province, la stampa di centinaia di migliaia di opuscoli, la stampa e l’invio di oltre 3 milioni di lettere (più tutte le ore di lavoro degli impiegati e dei funzionari della Regione).
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