Le Segreterie provinciali FPCGIL-CISLFP-UILFPL e la RSU del Comune di Como, finora, si sono mantenute al di fuori da ogni polemica, strumentale oppure no, che ha infiammato le pagine dei quotidiani, il Comune, l’ASL, le scuole, la cittadinanza ecc., ma, ora, ritengono opportuno chiarire pubblicamente la propria posizione in merito alla Refezione scolastica del Comune di Como, basandosi, come sempre, su dati di concretezza, in linea con le proposte già formulate nelle riunioni che da qualche anno si stanno tenendo sulla materia.
Innanzitutto, ci preme ricordare che normative nazionali influiscono pesantemente sul personale dipendente e a tempo determinato di tutti i comuni, cioè c’è un’impossibilità quasi totale di assunzione di nuovo personale per il blocco dei costi (e così i precari devono rimanere tali); c’è il divieto di mantenere il personale precario, se non per sostituzioni di lunga assenza; c’è l’impossibilità di andare in pensione a causa della Legge Fornero e così via. Tutti elementi ostativi ad un mantenimento dell’attuale situazione che vede già un’organizzazione del lavoro sfrondata da ogni spreco e i conti che indicano il costo del pasto, concorrenziale con quello gestito da strutture private, ne sono testimonianza diretta.
A questo punto la proposta dei quattro Centri Cottura in posti strategici della nostra città poteva essere la soluzione per riuscire a mantenere un servizio di qualità come quello attuale, riuscendo a superare il problema dei limiti imposti dalle normative nazionali, tutelando contemporaneamente personale e utenza. A questo punto, visto che c’era un progetto di riorganizzazione in atto, si poteva assumere a tempo determinato del personale e, man mano che le lavoratrici di ruolo andavano in pensione, provvedere con selezioni di assunzione.