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A fine anno si tirano le somme, si fanno i conti.

È ormai assodato, dalla conferenza stampa tenuta proprio in questi minuti dal Sindaco, che ci siano grossi problemi a portare avanti il tanto discusso punto unico di cottura nella scuola di Via Isonzo.
Come ormai di consueto le cose si vengono a sapere di sfroso, consiglieri e commissari devono sempre aspettare di leggerle sui media, invece di poter concretamente dare una mano.
Pare si siano fatti male i conti e l’intervento potrebbe costare molto di più per una qualche dimenticanza progettuale “degli uffici”.

Ora, crediamo sia lecito chiedersi quali uffici. E soprattutto chi siano i responsabili di una tale dimenticanza.

Era sbagliato il progetto preliminare? Per caso è stato consegnato il progetto definitivo – commissionato all’esterno per 43.000€ – e ha evidenziato questa mancanza? Possiamo dunque vedere il progetto?
Quindi ora è necessario prendere una decisione importante, anzi una serie.
Non si fa più il centro unico o si continua perché esigenza inderogabile?
Si continua la progettazione su via Isonzo investendo altre migliaia di euro? Quanti?
Si sposta l’obbiettivo del luogo perché diventato ancor meno conveniente di prima?

Come già dichiarato, e lo ribadisco, capendo l’esigenza e il bisogno, porterei avanti il progetto.
Vista la non economicità, nei termini di un investimento sicuramente molto oneroso e di disagi quasi certi per gli studenti, rinuncerei, però, alla scelta di installarlo in una scuola come quella di via Isonzo.
Già da tempo avrei ricercato un luogo alternativo. Il Comune ha diverse proprietà a disposizione, si potrebbe con quello stesso milione di euro intervenire in altre strutture.

Inoltre proverei anche a trovare una soluzione alla situazione di via Isonzo, struttura ottima ma sottoutilizzata, e ascolterei in tal senso il preside dell’istituto comprensivo di Prestino, Michele Giacci, che più volte ha avuto modo di suggerire il trasferimento della scuola d’infanzia nella struttura che fino ad oggi è stata al centro della rivoluzione.

Luca Ceruti
portavoce Movimento 5 Stelle Como

Buon fine anno

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Cittadini fatevi sentire: appendete alle finestre un lenzuolo NO ALLO SMOG
Solo 13 comuni aderiscono all’appello del Sindaco Pisapia per il blocco del traffico.
E, Regione se ci sei batti un colpo!
Legambiente e Fiab: di fronte all’emergenza servono misure drastiche. I tavoli di concertazione? Andavano fatti
prima
A più di 30 giorni consecutivi di superamento dei limiti di pm10 in questo inizio di inverno, Legambiente e Fiab
rilanciano l’allarme polveri sottili.
Limiti di polveri sottili superati quasi ovunque in Lombardia, con rare eccezioni, e ancora una volta i comuni si rivelano
incapaci di gestire l’emergenza smog.
Di fronte ad un Comune, quello di Milano, che prende provvedimenti seppur non risolutivi, la maggior parte delle
amministrazioni della Città Metropolitana che fanno? Non firmano il Protocollo proposto dalla Città Metropolitana
"Azioni per il miglioramento della qualità dell’aria e il contrasto all’inquinamento atmosferico locale” proposto dalla
Città Metropolitana nè adottano misure significative di contrasto allo smog.
Sono solo 13, infatti, i comuni della Città Metropolitana ad aver sottoscritto il protocollo, aggiornato a novembre scorso
proprio in vista di una possibile emergenza. E gli altri 120, cosa aspettano? Eppure il protocollo indica la via per
affrontare l’emergenza se il Pm10 supera per 10 gg consecutivi il valore limite. Per non parlare poi della latitanza di
Regione Lombardia.
“Siamo felici di vedere la pronta reazione di Regione Lombardia a soli trentadue giorni consecutivi di inquinamento
oltre i limiti! E’ così che si pensa di tutelare la salute dei cittadini? Certo si può sempre sperare che piova, prima o poi! -
dichiarano da Legambiente -. La Regione dispone sia del potere di varare efficaci misure per far fronte all’emergenza
che delle leve per operare interventi strutturali: sul versante della mobilità e del trasporto pubblico è la Regione che
deve decidere se continuare a investire in nuove autostrade o piuttosto su un trasporto pubblico più efficiente e
competitivo, essendo sia l’ente responsabile dei trasferimenti al TPL che il proprietario di Trenord. Per quanto riguarda
il riscaldamento domestico, poi, rimpiangiamo l’epoca in cui Regione Lombardia ebbe il coraggio di mettere al bando
l’olio combustibile: che aspetta a fare altrettanto con il gasolio da riscaldamento che inquina 25 volte più del metano?"
Secondo la presidente regionale di Legambiente Barbara Meggetto, la lotta allo smog dovrebbe marciare di pari
passo con le misure per contrastare il cambiamento climatico, intraprendendo la strada indicata dall’accordo di Parigi
“Milano ha voluto dare un segnale, criticabile e tardivo, ma si tratta comunque di una discesa in campo; buttarla in
caciara, mentre i cittadini continuano a respirare aria insalubre, è un atto di grave irresponsabilità, e significa non
cogliere un’opportunità per intraprendere un sentiero virtuoso di riduzione degli inquinamenti, mobilitando investimenti
sempre più necessari e urgenti che produrrebbero sia benefici per la salute che di riduzione delle emissioni
climalteranti”.

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Il circolo Legambiente di Como "Angelo Vassallo" , a causa del perdurare della gravissima situazione di inquinamento atmosferico che mette a rischio la salute dei cittadini , chiede urgentemente all'amministrazione cittadina di deliberare misure di contenimento del traffico  (blocco) in concomitanza con quanto già deciso dai comuni di Milano, Pavia e altre città della Lombardia per i giorni 28, 29 e 30 dicembre 2015. 

Chiede inoltre di prevedere limitazioni al traffico  (targhe alterne o altro) fino al rientro dei valori di inquinamento entro i limiti di legge per almeno tre giorni consecutivi.

Il Direttivo del Circolo “Angelo Vassallo”

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UNA CITTA’ IN MASCHERA

Due mesi di non pioggia, il bel tempo che diventa una calamità per la salute dei cittadini, con cifre inquietanti sulla mortalità prematura; l’inquinamento dell’aria è ormai notizia quotidiana di tutti i media.

Sotto inchiesta è il traffico automobilistico e la dispersione termica degli edifici pubblici e privati.

In tante città si prendono provvedimenti drastici per ridurre le concentrazioni di PM 10 in attesa della pioggia: blocco integrale o parziale del traffico, targhe alterne, incentivazioni per favorire il traporto pubblico, navette gratis dai parcheggi di corona, ordinanze per la chiusura delle porte dei negozi……

E a Como? Niente di tutto questo, solo lamentazioni e raccomandazioni nella speranza della pioggia e di comportamenti virtuosi volontari.

L’attuale Giunta è subentrata a Palazzo Cernezzi al motto di “Como cambia passo”, ma su questo annoso problema non si vedono segni tangibili.

Siamo ben consapevoli della complessità del problema traffico, ma ci aspettiamo un po’ più di coraggio e determinazione. Per decenni a Como si è ceduto alle tendenze di moda, al concetto di “libertà e benessere” insito nel mezzo privato, alle grida dei commercianti che considerano, erroneamente, che il traffico e il parcheggio davanti al negozio garantiscano gli affari.

Noi siamo testardi e dall’attuale Amministrazione ci aspettiamo segni tangibili per una città a misura di cittadino; le proposte ci sono tutte; i parcheggi di corona ci sono: Grandate, Muggiò, Val Mulini, Tavernola, via Castelnuovo, Quarto Ponte, FS S. Giovanni……., a poche centinaia di metri dalle Mura e tutti ampiamente sottoutilizzati.

Le proposte sono contenute anche nei documenti di “Agenda 21” del 2005 che la precedente Amministrazione sbandierò con enfasi per poi nasconderli in qualche cassetto sconosciuto degli uffici comunali.

Ma tra le tante proposte che finora non hanno trovato adempimento, ci permettiamo di avanzarne una di carattere educativo: senza ombra di ironia, pensiamo che l’attuale Amministrazione potrebbe fornire, soprattutto alle scuole, ma ai cittadini tutti, delle mascherine filtranti da indossare tutte le volte che le polveri sottili superano i limiti di allarme per la salute.

Insomma una città in maschera forse sarebbe un monito permanente per tutti, Amministrazione Pubblica e cittadini, ad adottare stili di vita e provvedimenti strutturali tesi a migliorare progressivamente la qualità della vita nella nostra città. Una Como a misura d’uomo favorirebbe tutti, cittadini e commercianti; le esperienze europee ne fanno testo.

Michele Marciano, Presidente del Circolo Legambiente “Angelo Vassallo” di Como

 

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