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Riuscitissima la manifestazione di questa mattina a Firenze dei lavoratori del settore tessile-abbigliamento (420mila addetti) e del calzaturiero (80mila addetti) per il rinnovo dei contratti nazionali, scaduti entrambi il 31 marzo 2016, organizzata dalle sigle sindacali Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil insieme allo sciopero di otto ore, la cui partecipazione si è attestata attorno all'80%.
"Non è un caso se abbiamo deciso di venire a manifestare a Firenze e nel corso di una delle più importanti rassegne di moda (Pitti Uomo ndr), perché se si fanno profitti, allora è giusto che si garantiscano anche diritti e salari". Così i segretari generali Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani dal palco di Piazza dell'Unità, dove si è concluso il corteo cui hanno partecipato più di 5mila lavoratori venuti da tutt'Italia. "Non siamo disposti ad accettare un contratto a costo zero, così come non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno” hanno incalzato. “Chiediamo un contratto dignitoso che difenda diritti e salario, insomma un contratto normale – hanno concluso - , ma le posizioni oltranziste di SMI e la retromarcia inaspettata di Assocalzaturifici sono inaccettabili".

Firenze, 13 gennaio 2017

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Como, 7 dicembre 2016 - Venerdì 9 dicembre invece scatterà lo sciopero degli straordinari dei lavoratori di Poste Italiane che si protrarrà
fino al 9 gennaio 2017. I lavoratori protestano ancora, dopo lo sciopero nazionale del 4 novembre, contro l’ipotesi di privatizzazione del capitale di Poste, oltre che per i disservizi creati dal recapito a giorni alterni, verso il quale di recente anche il Parlamento dell’UE ha espresso una posizione contraria, e per rivendicare un piano di rilancio della logistica. Infine, i sindacati (Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confasal.Com e Ugl Com) denunciano la grave situazione degli uffici postali, dove gli organici sono carenti e dove lavorano dipendenti part time che aspettano da anni la trasformazione del loro contratto a tempo pieno. "Siamo preoccupati - aggiunge Giovanni Fagone, segretario provinciale Slc - per il carico di lavoro, insieme al mancato impegno che l'azienda aveva assunto sia sulla formazione che sul potenziamento dei mezzi. Segnaliamo anche le gravi difficoltà dei portalettere per quanto concerne l'aggravio dei carichi di lavoro in concomitanza al periodo natalizio ma non solo, unitamente alle commesse Amazon (pacchi) e al fatto che l'organico è ai minimi termini causa pensionamenti e uscite incentivate, senza che vi siano sostituzioni stabili. La situazione in alcune zone della provincia è grave,
Pensiamo all'Alto Lago, alla luce anche delle condizioni morfologiche". Per maggiori informazioni: Giovanni Fagone, segretario provinciale Slc

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Straordinario risultato nel referendum del 4 dicembre che ha bocciato la deformazione della Costituzione proposta dalla Renzi- Boschi e insieme ha reso inservibile la legge elettorale ipermaggioritaria per la Camera (Italicum), che per di più è in attesa del giudizio della Corte costituzionale.

Il primo grande risultato è l'affluenza al voto. Hanno votato i 2/3 degli aventi diritto, in controtendenza con le recenti consultazioni, confermando che gli elettori quando sanno di poter contribuire a decidere partecipano e votano.

Grazie alle elettrici e agli elettori italiani per questa prova di maturità e di impegno.
Per di più questo conferma che la Costituzione non è affatto lontana dall'attenzione dei cittadini, che invece si sono dimostrati ben consapevoli della sua importanza a garanzia della convivenza civile nel nostro paese, della qualità della nostra democrazia, dell'attuazione effettiva di diritti fondamentali (lavoro, salute, istruzione, ecc.) in essa ben descritti e per la cui attuazione occorrono assetto istituzionale e modalità decisionali coerenti con gli obiettivi.

Chi pensava che aumentando il numero dei votanti avrebbe vinto il Si ha sbagliato i suoi conti. Gli elettori hanno votato in tanti, anzi hanno fatto le code per votare e per bocciare a stragrande maggioranza la deformazione della Costituzione voluta dalla Renzi- Boschi.
Noi non abbiamo mai creduto a questa predizione, che in sostanza giudicava gli elettori immaturi. Noi abbiamo sempre chiesto anzitutto agli elettori di andare a votare, ritenendo che il voto sia una prova di maturità e di democrazia. Per questo la nostra iniziativa referendaria ha sempre avuto fiducia negli elettori, nella convinzione che convincere astenuti ed indecisi a votare è in sé un contributo importante alla partecipazione democratica. Questo lo rivendichiamo con orgoglio.

Il voto non lascia dubbi, il No ha stravinto. Dal 4 dicembre scorso chiunque proporrà modifiche della Costituzione dovrà prestare grande attenzione alla loro coerenza con lo spirito e l'impianto della nostra Carta fondamentale, che non può e non deve essere stravolta nei principi fondamentali. Inoltre in futuro dovranno essere sottoposte solo proposte chiare agli elettori mettendoli in grado di scegliere, senza i confusi imbrogli della deformazione Renzi- Boschi.

Ora occorre continuare non solo con la vigilanza sul rispetto dell'esito del voto, ma pretenderemo che mai più ci siano provvedimenti come jobs act, trivelle a gogò, buona (pessima) scuola, acqua non più pubblica. Rivendichiamo il diritto di Comitati come il nostro, che sono rappresentanti dei cittadini e da essi partecipati (oggi sono circa 750 i nostri comitati territoriali) di essere ascoltati e messi in condizione di fare circolare le loro opinioni.

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Da luglio 40-50 persone al giorno arrivano all'hotspot di Taranto: si tratta di migranti già identificati che arrivano da Ventimiglia, Como e, in qualche caso, Milano. Probabilmente queste misure vengono usate come deterrente, spesso sembrano punitive e volte a scoraggiare un nuovo attraversamento della frontiere, di certo ledono i diritti delle persone coinvolte. E sembrano non risolvere il problema.

C’è chi le chiama “operazioni di alleggerimento della frontiera”, chi parla genericamente di “trasferimenti” e chi arriva a definirli con il pesante appellativo di “deportazioni”. Espressioni diverse per indicare la stessa cosa: il sistematico trasferimento di migranti dalle città di frontiera – Ventimiglia e Como (a cui si è aggiunta recentemente Milano) – verso il Sud Italia.
Si ha notizia dei primi trasferimenti di questo tipo (qui un video che mostra una partenza) già nel maggio scorso, quando vennero utilizzati alcuni aerei di Poste Italiane per portare i migranti dal confine francese verso Trapani e Bari, ma è soprattutto a partire dai mesi di luglio e agosto che questa pratica è andata strutturandosi tanto da Ventimiglia quanto da Como, come ammesso dallo stesso capo della polizia Gabrielli in visita nella cittadina ligure. Al centro di questo sistema c’è l’hotspot di Taranto, uno dei quattro attivi in Italia, insieme a Trapani, Pozzallo e Lampedusa.
A confermare a Open Migration la prosecuzione di questa prassi è Michele Matichecchia, comanda
nte dei vigili della città pugliese e capo della Protezione Civile cittadina, che è stato chiamato dal sindaco Ippazio Stefàno a dirigere l’hotspot aperto il 29 febbraio scorso. In questi mesi (dati forniti dallo stesso Matichecchia il 3 novembre) sono passati dal centro circa 12 mila persone: 9500 uomini, 1320 donne e 1300 minori. Tra questi ci sono i migranti che sbarcano direttamente al porto di Taranto (l’ultimo arrivo di 520 persone risale al 25 ottobre scorso) e quanti vengono trasferiti dai porti di Reggio Calabria, Crotone, Messina e Catania.

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