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“Voglio rivolgere i miei complimenti alle forze dell'ordine e alla Prefettura per il lavoro che ha portato all'interdittiva antimafia con la chiusura di una farmacia a Milano. Il filone delle infiltrazioni mafiose, in Lombardia in ambito sanitario e farmaceutico, comprova che le mafie non hanno limiti nella capacità di rinnovarsi e riciclare denaro sporco. La nostra sanità non può essere il bancomat delle mafie”, così Monica Forte, Presidente della Commissione regionale antimafia e consigliera del M5S Lombardia.
“Ieri in Commissione Antimafia - continua Forte - abbiamo iniziato ad analizzare l’attività dei comitati regionali di controllo. Gli strumenti di analisi nel settore sanitario, soprattutto grazie all’informatica, esistono e vanno implementati ovviamente con il supporto a figure professionali in grado di leggere i dati e scoprire le anomalie. La Commissione intende impegnare la Giunta regionale perché ORA, il nuovo organismo anticorruzione della Lombardia, raccolga e migliori l’esperienza dei comitati di controllo che deve essere messa a frutto”.

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Dopo oltre 3 mesi da quando l’assessorato alla sanità della Regione Lombardia ha iniziato a spedire lettere ai cittadini con patologie croniche invitandoli a passare a gestori privati delle cronicità, sono solo circa 258 mila su oltre 3 milioni i pazienti cronici che hanno deciso di aderire. A fronte di oltre 3 milioni di lettere inviate, solo poco più dell’8% degli interessati ha, quindi, aderito al modello di gestione privatistica delle cronicità proposto dalla Regione Lombardia, che fa perno soprattutto sulla ingannevole promessa di una “corsia privilegiata” per evitare i lunghi tempi di attesa per le visite specialistiche (a patto, però, di utilizzare non le strutture ospedaliere consuete per i pazienti ma quelle che il gestore può offrire).Questo risultato a dir poco misero è stato ottenuto a spese di noi cittadini contribuenti: ci piacerebbe sapere quanto ha speso fino ad ora la Giunta Regionale per reclamizzare questa sua iniziativa verso i malati cronici attraverso gli spot sulle TV e le radio locali, le inserzioni sui giornali delle varie province, la stampa di centinaia di migliaia di opuscoli, la stampa e l’invio di oltre 3 milioni di lettere (più tutte le ore di lavoro degli impiegati e dei funzionari della Regione).

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I numeri parlano da soli e non lasciano scampo.

I toni trionfalistici dell’assessore regionale alla sanità, Giulio Gallera, sprofondano di vergogna sotto la cruda verità delle cifre.

Su 3.057.519 malati cronici che hanno ricevuto le lettere dalla regione solo l’8,44% ha firmato il contratto con un gestore, la cosiddetta presa in carico e solo il 4,6% (140.724) ha firmato il PAI, il Piano Assistenziale Individuale. Oltre il 90% dei cittadini cronici contattati dalla Regione fino ad ora non ha indicato alcun gestore e oltre il 95% di questi stessi cittadini non ha firmato alcun PAI.

Una vera e propria disfatta che appare ancora  più grave se si considerano tutti i soldi pubblici spesi dalla giunta regionale per reclamizzare le proprie iniziative verso i malati cronici attraverso spot, inserzioni e la stampa di centinaia di migliaia di opuscoli. Sarebbe interessante sapere quanto ha speso fino ad ora la Regione per fare tutto questo e scopriremmo che l’adesione al gestore di ogni singolo cittadino è costata non pochi euro alle finanze pubbliche, ossia a ciascuno di noi.

Che si tratti di un totale fallimento lo dimostrano i continui rinvii all’avvio del progetto decisi dallo stesso assessorato: inizialmente tutto il sistema avrebbe dovuto partire a pieno regime dal 1° gennaio 2018, poi è stato rinviato al 1° gennaio 2019 e ora l’ assessore afferma che saranno necessari circa cinque anni ! La fase di reclutamento avrebbe dovuto concludersi prima entro il 2017, poi nel 1° semestre del 2018, ora si parla del 31 dicembre 2018 e poi si vedrà.

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Alla luce dell’audizione con le associazioni dei consumatori in  Commissione Attività Produttive il Consigliere regionale del M5S Lombardia Raffaele Erba dichiara: “Sono numerose e documentate le denunce per i prezzi gonfiati che vanificano il bonus concesso dalla Regione Lombardia.  Attendiamo di audire le compagnie petrolifere e sentire le loro ragioni. I consumatori hanno già segnalato il caso all’autorità garante per la concorrenza per verificare che le compagnie non stiano facendo “cartello”. Se dovesse emergere un gioco scorretto, chiederemo un rimborso per il bonus che, ricordiamo, pagano tutti i lombardi. I cittadini che vivono nelle fasce della Carta Sconto devono fare il pieno in Italia, lasciando sul nostro territorio il gettito fiscale (scopo della Carta Sconto), senza sovrapprezzo e senza essere costretti, nonostante il bonus, a fare rifornimento in Ticino.

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