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Il Consiglio regionale ha deciso di approfondire il tema della regolamentazione e della pianificazione degli impianti di produzione biogas e biometano inviando la discussione della mozione presentata sul tema dal M5S alla Commissione Ambiente.
Massimo De Rosa, primo firmatario della mozione, dichiara: “E’ una vittoria del M5S per la salute dei cittadini e la qualità dell’aria. Finalmente la Lombardia ha deciso di aprire una seria discussione sul biogas e il biometano.
L’Italia è il terzo produttore mondiale di biogas, e la Lombardia, che ha già una qualità dell’aria fortemente compromessa, ha già più di 500 impianti sul territorio. Sono considerati a ‘energia rinnovabile’ ma producono emissioni inquinanti di precursori di polveri sottili, ossido di zolfo e altro. Per di più producono il digestato, sotto forma di rifiuto solido, che distribuito sui cambi aumenta la concentrazione di nitrati e può inquinare le falde acquifere. Incentivare questi impianti è un errore: oltre a consumare il territorio, inquinano e non fa bene alla salute. La discussione in Commissione sarà l’occasione per sollecitare Regione Lombardia a porsi come cabina di regia, valutando la reale sostenibilità di questi piccoli inceneritori, al netto degli incentivi, e accrescendo la vigilanza e i controlli ambientali sulla qualità dell’aria, delle acque e dei terreni nelle aree limitrofe a questo tipo di impianti”.

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Il Gruppo Consiliare regionale M5S Lombardia ha pubblicato, sul blog del M5S Lombardia, una riflessione per il quarantesimo anniversario della legge 194. Nel post si legge: “Oggi cade il quarantesimo anniversario dell'approvazione della legge 194 sull’aborto, che garantisce un diritto di scelta che ogni donna deve poter esercitare. Oggi, quarant’anni dopo, quel diritto rimane nei fatti ostacolato, intralciato, in sostanza negato. La questione è quella dell’obiezione di coscienza di medici e infermieri. Esistono strutture dove l’obiezione è totale, altre dove l’iter per l’Ivg (Interruzione Volontaria della Gravidanza) è infinito, arrivando anche 5 mesi di gravidanza: un percorso tortuoso tra reparti, appuntamenti multipli, telefoni che non rispondono, psicologi, attivisti pro vita e infermieri ultracattolici che ti paragonano a un assassino. Ora, se è l’obiezione di coscienza è un diritto, lo è anche la scelta della donna di abortire. Non lo dice un partito o un gruppo di attivisti, lo dice la legge. Allora perché negli ospedali un diritto sancito dalla legge sembra essere ancora un tabù? Perché dopo quarant’anni poco o nulla è stato fatto per garantire la piena libertà di scelta alle donne, così come accade per i medici obiettori?

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“È una bocciatura che imbarazza la Lombardia. Era un atto utile a offrire un contributo alla crescita e alla consapevolezza sui diritti, la discriminazione e la violenza.
Forza Italia, Lega e FdI sbattono la porta in faccia ai diritti civili, all’accoglienza e alla cultura del rispetto. Su questi temi a Palazzo Pirelli siamo ancora al Medioevo. Eravamo al Bergamo Pride di sabato scorso e il M5S parteciperà alle manifestazioni che si terranno in Lombardia nelle prossime settimane: il rispetto per i diritti di tutti merita sempre il patrocinio”, così Dario Violi, consigliere regionale del M5S Lombardia, commenta la bocciatura dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale al Milano Pride 2018.

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“Meno male che il neo assessore regionale all’Agricoltura Rolfi ha fissato il tavolo con i sindacati per il 28 giugno, ma è comunque tardissimo e la situazione dei nostri boschi e sentieri montani è al limite. Ma soprattutto ci sono 300 persone che attendono di sapere se lavoreranno o meno da fin troppo tempo. E questo è gravissimo”, è diretto Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, mentre commenta il rinvio a giugno, da parte di Regione Lombardia, della graduatoria che segue il bando sulle misure forestali e prevede l’assegnazione dei finanziamenti. “Un ritardo ingiustificabile”, aggiunge Orsenigo.

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