il 22 gennaio 2010 alle 20.30 presso all’Enaip in via Dante 127 a Como , secondo incontro del percorso dal titolo: "La dimensione economica del volontariato e dell'associazionismo" con Matteo Villa, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze politiche sociali dell'Università di Pisa, Mauro Meggiolaro, della rivista Valori e Marco Lorenzini, dell'Associazione Volontariato Comasco, qui sostituito da Danilo Lillia.
Il volontariato è una attività gratuita, ma i servizi che offre hanno in realtà un valore economico, e spesso suppliscono a carenze pubbliche e possono entrare in concorrenza con attività economiche. D'altra parte il volontariato introduce nell'economia una dimensione di gratuità che sembra indispensabile per far crescere una economia solidale. Fino a che
punto chi presta la sua opera volontaria ne è cosciente? Quali sono i limiti oltre i quali il volontariato non può più offrire servizi adeguati ai bisogni? Che ruolo ha il volontariato nel prefigurare un diverso tipo di economia?
Promosso da AVC-Centro Servizi Volontariato, ARCI Como, Confcooperative Como, Coordinamento Comasco per la Pace, L'isola che c'è - rete comasca di economia solidale, Rete Commercio Equo Como
Un immane numero di vittime, una città di due milioni e mezzo di persone distrutta, crollati gli ospedali, le scuole, i palazzi istituzionali e le case.
Il grande terremoto di Haiti ha colpito il paese più povero dell'America Latina, uno dei più poveri del mondo, dove l'ottanta per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà.
Un ultimo tragico capitolo si aggiunge ai tanti drammi con cui la storia ha colpito questo piccolo paese.
Haiti, sulla parte orientale dell'isola che vide il primo approdo di Cristoforo Colombo, fu uno dei crudeli luoghi del genocidio indigeno e della schiavitù africana, la patria di una grande rivolta schiava.
La prima colonia nera indipendente, che sostenne in tutto il mondo la causa abolizionista, al suo interno ha vissuto una dolorosa e lunghissima catena di guerre civili, colpi di stato, dittature, catastrofi naturali, epidemie.
Sotto le macerie di Port-au-Prince sono morti anche operatori umanitari internazionali, dipendenti civili e militari delle Nazioni Unite impegnati per la stabilità, la sicurezza, la vita e la salute della popolazione di Haiti.
Già dalle prime ore in tutto il mondo si è attivata la catena della solidarietà.
Mettiamo anche i nostri circoli in questa catena. Attiviamo la nostra solidarietà.
I comitati e i circoli che intendono raccogliere fondi per gli aiuti di emergenza possono farli convergere sul conto corrente bancario Banca Popolare Etica di Attivarci intestato ad Arci Cultura e Sviluppo, Via dei Monti di Pietralata 16, 00157 Roma, con la causale "emergenza terremoto Haiti" ( Iban: IT96 N050 1803 2000 0000 0508 080).
Daremo al più presto indicazioni più precise in merito alla destinazione delle raccolte, in collegamento con le altre organizzazioni di società civile e con gli organismi internazionali.
Un caro saluto.
Il Presidente nazionale ARCI
Paolo Beni
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Como, 2 dicembre 2009
COMUNICATO
Presa visione delle fotografie a corredo del servizio pubblicato dal quotidiano “La Provincia” sabato
28 novembre, relativo al campo comunale di via Longoni e a presunti danni al terreno di gioco provocati
dallo svolgimento di una partita di rugby disputata la domenica precedente, la società Rugby Como tiene
a sottolineare che l’immagine più grande va esattamente nel senso contrario di quanto voleva
dimostrare il presidente della società che ha in gestione l’impianto.
In primo piano, infatti, è evidente un “perfetto” rettangolo in erba che è stato apposto, a cura e a
spese del Rugby Como, nella zona dove sono stati eseguiti i lavori per la collocazione di un palo delle
porte da rugby. La zona retrostante, dove il terreno è brullo e sicuramente più irregolare, è quella che
si trova in corrispondenza delle porte da calcio. Ebbene, per le partite di rugby quella zona è adibita ad
“area di meta” e quindi, regolamento alla mano, non vi si possono svolgere mischie. In sostanza, l’usura di
quella parte del terreno – scelta evidentemente per la fotografia perché era molto più compromessa
delle altre, come succede in qualsiasi campo da football – è dovuta esclusivamente alle partite e agli
allenamenti relativi alla normale attività calcistica.
Una seconda foto, molto meno comprensibile anche dal punto di vista della collocazione, riguarda un
lungo e profondo solco verticale che appare incompatibile con qualsiasi azione di tipo sportivo, a meno
che non si trattasse della pratica di motocross sul campo di via Longoni, cosa che tenderemmo a
escludere. La terza è di difficile comprensione.
In base a un accordo sottoscritto direttamente con il Comune, la società Rugby Como si è accollata
tutti gli interventi necessari a rendere possibile la disputa su quel campo di otto partite nel corso della
stagione (mentre gli allenamenti si devono svolgere altrove, senza le misure adeguate per un campo e
senza le porte, con tutte le comprensibili difficoltà di tipo tecnico che si possono immaginare). Sono
state acquistate le porte, sono state poste le fondamenta per la collocazione dei pali, che vengono
installati e rimossi in occasione di ogni incontro, così come si provvede alla segnatura del campo e alla
successiva cancellazione delle righe con vernice verde (naturalmente atossica, contrariamente
all’ipotesi che era stata avanzata, in modo gravemente offensivo e totalmente ingiustificato, in un
precedente articolo). Della stessa segnatura, eseguita in modo volutamente molto più leggero di quella
del calcio, può, ovviamente, rimanere in superficie qualche traccia, ma - a nostro avviso – senza che
questo arrivi assolutamente a danneggiare lo svolgimento dell’attività calcistica.
Ad ogni modo, il Rugby Como auspica che personale del Comune, ente proprietario dell’impianto,
effettui un sopralluogo ed è pronto a esaminare eventuali osservazioni.
Resta inteso che questa situazione evidenzia tutte le difficoltà legate alla convivenza calcio-rugby
sullo stesso campo. Difficoltà che non era certo difficile immaginare e che sono state fatte presenti
dal Rugby Como ancora prima dell’assegnazione del terreno di via Longoni per le partite di campionato
della propria formazione Under 20. Il Comune di Como ha trovato una soluzione temporanea, e questo è
un passo avanti rispetto ai quattro campionati precedenti giocati sempre “in trasferta”. Ma il rugby a
Como continua a crescere (e questo dovrebbe far piacere al Coni, al Comune e a tutti gli sportivi). L’anno
prossimo il campo regolare, con porte “ad acca” e segnature apposite, servirà per la prima squadra e per
le formazioni Under 18 e Under 16. A questo punto, anche per la concomitanza dei vari impegni, la
convivenza con il calcio - in via Longoni o altrove - si renderebbe di fatto impossibile. Per il secondo
anno consecutivo, i bambini del minirugby (sempre più numerosi, convinti e appassionati, come le loro
famiglie) scriveranno la classica letterina a Babbo Natale. Gli adulti sanno di doversi rivolgere a
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interlocutori più “terreni” e sono anche convinti di non dover chiedere un regalo, ma un impianto che, sul
piano sportivo e sociale, renderebbe più ricca la città di Como.
La disponibilità a gestire una struttura c’è, così come esiste la possibilità di un sostegno da parte
della Federazione Italiana Rugby in fase di realizzazione. Quanto al campo di via Longoni, invece, il
Rugby Como non è disponibile a continuare una “battaglia” tramite comunicati a mezzo stampa. Pertanto,
in caso di ulteriori offese, replicherà esclusivamente in via legale.
Rugby Como ASD
Il Presidente
Giacomo Bagnasco
www.giulagiunta.org
Comitato spontaneo di cittadini
Caro Sindaco, siccome non ci risponde …ne abbiamo altre 10 e tutte sulle paratie!
1. Perché il cantiere paratie é ancora oscurato ?
2. Ha visto l’acqua uscire dai tombini e bloccare piazza Cavour il 30/11 ?
3. Ha visto come il marciapiede vicino all’area dei lavori eseguiti si è abbassato ?
4. Ha visto che una buona parte della passeggiata di villa Olmo sta crollando nel lago ?
5. Ha visto le lesioni ai palazzi ed alle strade ?
6. E questi sono i danni pubblici a nostro carico ; chi pagherà poi i danni ai privati se si ipotizzasse un rapporto causa-effetto (le assicurazioni … )?
7. Oltre ai costi iniziali ed ai costi del vostro “errore grave” (sempre sulle spalle dei contribuenti, seppur spalmati sulla regione), a quanto dovrà rinunciare ancora la città di Como per pagare la manutenzione ordinaria e straordinaria di un sistema di paratie pressoché inutile ? Alle scuole ?
8. Ha capito infine che l’errore grave non è solo l’extramuro (sue dichiarazioni in diretta TV della sera del 27 novembre) ?
9. Non pensa che nel nuovo progetto debba essere recepito con chiarezza l’abbassamento della quota di 200.3 cm slm ?
10. Cosa pensa del parere della Sovrintendenza che come noi pensa che si debba rivedere completamente il progetto per privilegiare la tutela paesaggistica?
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