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Il Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea di Como apprende con preoccupazione la notizia della perquisizione della Guardia di Finanza in Comune e nell'abitazione dell’ex-sindaco Bruni.
Se dal punto di vista legale le responsabilità sono ancora da accertare, ci preme affermare che sia la scorsa che l’attuale giunta comunale mantengono gravissime responsabilità politiche sulla questione delle paratie. Avevamo denunciato come questa opera fosse inutile e dannosa, organizzando iniziative sia in Consiglio Comunale che in piazza. 
 
Anche l’attuale giunta di centro-sinistra ha rinunciato a bloccare il progetto ed ha deciso di proseguire su una strada sbagliata, ignorando anche le prescrizioni dell’Enac che aveva posto delle prescrizioni.
 
Siamo oggi come allora contrari alle paratie e crediamo che Como abbia bisogno, soprattutto in questi momenti di grave emergenza sociale, di un’amministrazione che si occupi non già di deturpare il territorio ma di migliorare le condizioni di vita dei cittadini.
 
Prc/Se Circolo "Città di Como"

 

Segreteria Provinciale di Como Prc/Se

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Per il M5S l’opera di protezione del lago di Como con paratie, iniziata nel 2008, ancora incompiuta e sulla quale è in corso un'inchiesta, va commissariata.

Per Stefano Buffagni, capogruppo di M5S Lombardia, e Luca Ceruti, consigliere comunale M5S di Como, “le paratie sono la dimostrazione che la politica di destra e sinistra ha fallito. Nemmeno un bambino che costruisce con i Lego riuscirebbe a dimostrare l’incapacità di cui hanno dato prova i politici comaschi. Sul progetto c’è stata un’approssimazione da dilettanti allo sbaraglio. Ora ci si mette pure Maroni a mettere l’opera sotto l’ala protettiva della regione. E’ la stessa Lega che era nella Giunta di Como quando si è dato il via a questo pasticcio imbarazzante.

L’opera deve essere commissariata, e i cittadini devono decidere quale progetto possa mettere fine allo scempio per poi affidarla a professionisti seri. Stando ai fatti varrebbe poi la pena dare il coordinamento dei lavori e la loro supervisione a degli “umarells”, pensionati che sorvegliano volontariamente i lavori in corso, per non ricadere negli errori del passato. Avrebbero sicuramente più a cuore loro, piuttosto che i politici locali, le sorti del lungolago”.

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1. E' di poco fa la notizia del blitz della Guardia di Finanza in Comune e in alcune abitazioni private, compresa quella dell'ex-sindaco Bruni. Vedremo cosa succede.
Una cosa è certa: i due documenti dell'ANAC fugano ogni dubbio in merito al fatto che la giunta Lucini avrebbe dovuto scegliere ben altra opzione da quella fatta: avrebbe cioè subito dovuto chiamare il centro-destra a rispondere delle scelte fatte, su ogni piano; purtroppo, ha invece deciso di continuarne la politica, con conseguenze ad oggi insondabili sul piano giudiziario, ma disastrose sul piano politico.
Colpisce, tuttavia, l'ostinazione di Lucini nel voler proseguire sulla via intrapresa, come se l'ANAC fosse una "parte politica" senza ruoli istituzionali precisi. Colpisce l'incapacità delle forze politiche che sorreggono la giunta, di comprendere la situazione e di elaborare una prospettiva politica.

 

2. Tuttavia, non credo sia sbagliato separare le considerazioni politiche riguardanti il “caso paratie”, da considerazioni di carattere istituzionale. In altre parole, ora compito delle istituzioni, come di tutte le forze politiche cittadine (di maggioranza come di opposizione) e dei cittadini stessi, è quello di tentare di risolvere l'intricatissimo garbuglio “paratie”, separando quest'azione da quella più propriamente politica, che si traduce in un giudizio sull'operato della giunta Bruni e della giunta Lucini. La città ha un problema ed è giusto ed opportuno che essa tenti di risolverlo.

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Como. Paratie, una Salerno-Reggio Calabria in salsa comasca. Il sindaco faccia un passo indietro.
Il sindaco di Como, Mario Lucini (Pd), e il suo predecessore, Stefano Bruni (Fi), risultano indagati per presunte irregolarità negli appalti per la realizzazione delle paratie di protezione sul lungolago. Il M5S chiede al sindaco un passo indietro.
Per Stefano Buffagni, capogruppo del M5S Lombardia: “Il PD dia per una volta il buon esempio e il sindaco faccia un passo indietro. Le paratie rappresentano un vergognoso spreco di soldi pubblici e un intollerabile esempio di superficialità nella progettazione e nella pianificazione. Sono una ferita aperta per la città, una vera e propria Salerno-Reggio Calabria in salsa comasca. Abbiamo buttato anni e soldi in un progetto inutile, i lavori non sono conclusi e il sindaco risulta indagato”.
Per Luca Ceruti, consigliere comunale del M5S Como: “Il sindaco si è preso sulle proprie spalle la responsabilità sul cantiere e da candidato aveva promesso che avrebbe risolto il problema delle paratie. Il progetto doveva essere cancellato a Como non serviva nessun muro. Tanto ha promesso e tanto non ha saputo mantenere. Questo sindaco, purtroppo per la città, evidentemente ha fallito, faccia un atto di responsabilità e si dimetta. Il nostro lago e la nostra città meritano di più”.

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