Nella notte tra venerdì 15 e sabato 16 luglio, presso la stazione ferroviaria di Como S. Giovanni alcuni volontari della RETE COMO SENZA FRONTIERE si sono visti intimidire da individui che brandivano oggetti contundenti che potrebbero esser state spranghe o bastoni.
Ciò accade dopo ripetuti passaggi, nelle sere scorse, di auto con a bordo personaggi che esibivano saluti romani e frasi di stampo fascista.
Quanto accaduto ieri notte è però molto più grave perché ha mostrato una chiara natura violenta poiché tali soggetti hanno manifestato un’evidente ostilità nei confronti di chi, in concreto, cerca di aiutare esseri umani in difficoltà
La rete COMO SENZA FRONTIERE dopo aver messo al corrente le autorità di polizia si riserva di chiedere al più presto un incontro con il prefetto per chiedere che venga garantita la sicurezza dei migranti e dei volontari.
Como, 16 Luglio 2016
LA RETE COMO SENZA FRONTIERE
Como, 14 luglio 2016 - Sottoscritto nella giornata di ieri,13 luglio 2016, l'intesa integrativa agli accordi di collaborazione tra Cgil e Unia Ticino Moesa.
L'accordo tende a rafforzare la collaborazione ormai ventennale tra le due organizzazioni sindacali.Da oggi in poi, tutte le lavoratrici e i lavoratori frontalieri affiliati ad Unia Ticino e Moesa, potranno godere, in regime di equipollenza, di tutte le tutele e dei servizi sindacali riservati agli iscritti a CGIL su tutto il territorio nazionale. Obiettivo ribadito dai firmatari dell'accordo (per Unia Ticino Moesa Mario Bertana, presidente regionale; Enrico Borelli segretario regionale e Sergio Aureli responsabile frontalieri, e per CGIL Alessandro Tarpini, responsabile nazionale frontalieri), è consolidare un rapporto di collaborazione transfrontaliera in un momento di crescente difficoltà nei rapporti tra i duesStati, anche per l'uso strumentale che alcune forze politiche fanno dei temi legati al lavoro frontaliero. Nelle prossime settimane seguiranno una serie di iniziative per rendere tale intesa più solida e per sconfiggere l'idea che le contraddizioni e i problemi determinati da scelte politiche ed economiche sbagliate, possano essere scaricate unicamente sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori salariati.
Il 12 luglio sono ripresi a Bruxelles i negoziati tra Stati Uniti e Unione Europea sul trattato TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e i movimenti, le reti,le associazioni degli agricoltori, i sindacati e le imprese del settore agroalimentare si stanno mobilitando per ricordare che questo progetto non fa gli interessi dei cittadini ma solo di quelli della finanza.
Dopo 3,5 milioni di firme raccolte in Europa, le mobilitazioni nelle capitali europee e l’ultima manifestazione di Roma del 7 maggio sono in molti a volere un rallentamento dei trattati: la Francia ha espresso forti dubbi, la maggioranza dei parlamentari europei è contraria al tribunale privato (ISDS) che decide sulle controversie tra stati e multinazionali, le grandi associazioni di coltivatori e del comparto alimentare sono contrarie alla deregolamentazione del settore, 67 ONG hanno in questi giorni inviato una lettera di protesta al Presidente del Parlamento UE Martin Schultz.
Anche da Como il Comitato Stop TTIP ha deciso di contribuire a questa campagna inviando una cartolina con un breve testo per un appello ad unìgenda positiva; sul commercio e per unìaltra idea di economia e di politica commerciale.
Dopo una serie di incontri tecnici e istituzionali ai vari livelli, e' ripresa la trattativa in sede sindacale discutendo delle caratteristiche dell'ammortizzatore sociale da rendere esigibile per la gestione dei 73 esuberi dichiarati dall'azienda.
La trattativa ha evidenziato che anche il ricorso alla CIGS per crisi di 12 mesi potrebbe essere richiesto per attenuare l'impatto occupazionale. Noi riteniamo che questa discussione deve essere scevra da pregiudizi di percorribilità perché si deve individuare l'ammortizzatore che tuteli al meglio i Lavoratori e le loro famiglie.
Per queste ragioni abbiamo affrontato il successivo argomento della riduzione del numero degli esuberi. Abbiamo avanzato domande tese a chiarire alcuni aspetti tecnici collegati alla dichiarazione del numero degli esuberi che riteniamo eccessivi e che devono essere oggetto di ridimensionamento.
Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri tecnici con le RSU per affrontare tecnicamente l'organizzazione del lavoro in relazione alla struttura organizzativa dichiarata dall'azienda.
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